Alessandria, l'elisir della passione è Gonzalez
Serie C - Lega ProSegna più degli attuali capocannonieri di Serie A. Segna e fa sognare l'Alessandria, Pablo Gonzalez. Il segreto del "cartero' argentino lo ha spiegato il suo allenatore Braglia
Trentun anni e andare ancora a mille all’ora, tra i professionisti, in Lega Pro. Si può. 'Parole, sempre e solo parole’ penserete. Invece qui parlano i fatti. O meglio: le imprese di Pablo Gonzalez da Tandil, Argentina, simbolo di quest'Alessandria prima nel girone A a più tre sulla Cremonese di Tesser: 14 partite di campionato, 12 gol. Più degli attuali capocannonieri di Serie A Icardi-Belotti-Dzeko (10) e come Pazzini, re di B. Ma con una media superiore all’attaccante del Verona perché Pablo la mette ogni 98 minuti. “Pressoché devastante” ha ammesso il suo allenatore Braglia, letteralmente esterrefatto quando al minuto 81 del match con la Carrarese si è visto questo uragano argentino prendere palla, trascinarsi via gli avversari e risolvergli la partita. Decisivo. “Anche se creiamo un sacco di opportunità… lui i gol li fa da solo”. E poi esulta come gli viene, spesso con dedica al figlio, come domenica 20 novembre proprio contro la Carrarese.
'El cartero' vuole suonare due volte - Il segreto sta in quell'elisir della passione che gli scorre nelle vene sin da piccolino, spiegabile in un aneddoto raccontato sempre dall’allenatore in conferenza stampa: “Ve ne dico solo una: si presenta all’allenamento tre ore prima. Un esempio. E’ un piacere avere a disposizione un giocatore così”. Un uomo (con la barba) che dopo 263 partite ufficiali in carriera continua ad avere l’entusiasmo del ragazzino in attesa del suo momento. Pablo, ‘Puci’ - soprannome di famiglia - oppure ‘speedy’, per la sua velocità d’esecuzione. E quest’anno si è fatto veloce come un treno, praticamente imprendibile in una categoria dove fa la differenza una domenica sì e l’altra anche. Ma Gonzalez è stato anche ‘el cartero’. Ossia ‘il postino’, per dirla alla spagnola. Perché dopo la sua prima esperienza europea in Svizzera al Locarno, l’attaccante rientrò in patria per pochi soldi, in una squadretta di quarta serie. In cambio però tanto pallone: la sua vita. E per arrotondare lo stipendio aiutava un amico a consegnare le bollette del gas, lungo le strade infinite della provincia di Buenos Aires. Faticaccia. Ma quanta soddisfazione. Perché 'lo sforzo non si negozia’ come direbbe Diego Pablo Simeone, uno che è entrato a far parte della storia di Gonzalez: i due si sono conosciuti al Racing de Avellaneda, inizialmente come compagni di squadra poi il rapporto divenne quello classico tra allenatore-giocatore. E fu proprio il Cholo a far debuttare Gonzalez nel mondo del professionismo, tra l’altro in un caldissimo derby. Dopo la scalata con il Novara, ‘el cartero’ vuole riprovarci con l’Alessandria. Perché si sa, il buon postino suona sempre due volte…