Modena, i giocatori in sciopero: mancano gli stipendi di luglio, agosto e settembre. Partita con il Fano rinviata
Serie C - Lega ProI calciatori lamentano il mancato pagamento degli stipendi. Dopo la gestione disastrosa di Caliendo la società è passata in mano all'ex presidente del Varese Aldo Taddeo, ma le cose non sembrano ancora migliorate
Sono lautamente stipendiati e il loro lavoro è uno dei più ambiti al mondo. Ma qualche volta anche i calciatori scioperano. È successo a Modena, in serie C, dove i giocatori lamentano il mancato pagamento dello stipendio da luglio a settembre come si legge nel comunicato dell’Aic (Associazione italiana calciatori): “All'esito della riunione di ieri, giovedì 19 ottobre, è emerso come la società non intenda al momento corrispondere ai calciatori le mensilità di luglio, agosto e settembre, maturate fino ad oggi”. Per questo motivo la gara con il Fano è stata rinviata a data da destinarsi. La decisione è stata presa dal presidente della Figc Carlo Tavecchio. L’istanza di rinvio presentata dall’Aic ha ottenuto anche il decisivo parere positivo da parte della Lega Pro. Precedentemente, in un comunicato del 17 ottobre, il nuovo proprietario Aldo Taddeo aveva assicurato il pagamento anticipato degli stipendi di ottobre e novembre e gli arretrati.
Il Modena è in condizioni molto critiche: la società è stata sfrattata dallo stadio per non aver pagato il mutuo ed è da poco stata acquista da Taddeo, dopo la disastrosa gestione di Antonio Caliendo, ex procuratore sportivo. Dopo aver perso due partite a tavolino, se dovesse perderne un'altra, il club verrebbe escluso dal campionato di Lega Pro.
Sfrattati dallo stadio
Caliendo, a capo di una cordata di imprenditori, aveva acquistato il Modena nel 2012. La gestione non adeguata del club aveva portato lo stesso ex procuratore sportivo a dover cedere i suoi giocatori per poter iscrivere al campionato di Lega Pro la sua squadra. Questo fu fatto nel 2016 con la vendita di Luppi che salvò il Modena, appena retrocesso dalla serie B, dal non poter prendere parte al torneo. Quest’estate l'ex presidente era riuscito a iscrivere la società in Lega Pro in exstremis, ma i soldi non erano bastati a sostenere le spese di gestione dello stadio, da cui il club è stato sfrattato nel luglio del 2017. L’impianto ha 21 mila posti e ha ospitato anche partite della Nazionale, l’ultima nel 2012. Sullo stadio grava un mutuo di quindici anni per ristrutturazione fatto dalla società e dal comune, proprietario dell’impianto. Quando nel 2014 Caliendo è rimasto l’unico padrone ha spalmato la sua parte di mutuo in più anni per abbassare le rate, ma 18 mesi fa ha smesso di pagare la banca creditrice. Il comune, che nel frattempo aveva già saldato la sua parte, aveva garantito al club una fideiussione che la società non è stata più in grado di ripagare. Vista la situazione l’amministrazione ha interdetto alla società l’utilizzo dello stadio. Nel frattempo gli interessi con la mora sono lievitati da 390 mila a 625 mila euro. Inoltre il Modena è accusato dal Comune anche di aver lasciato andare lo stadio in malora: infiltrazioni d'acqua, caldaie rotte, maxischermi non funzionanti e la mancata manutenzione del terreno di gioco - un campo naturale supportato dal sintetico – hanno costretto il Comune a impegnare d'urgenza altri 180mila euro. Questa diatriba è terminata definitivamente il 13 ottobre quando la polizia municipale ha cambiato le serrature per impedire l’accesso ai non autorizzati, impedendo materialmente l’ingresso all'impianto da parte dei giocatori e dello staff.
Campionato a rischio
Il Modena ha già perso a tavolino la partita contro il Mestre e quella contro l'Albinoleffe. Dopo la sconfitta fuori casa contro il Sudtirol se dovesse perdere un'altra gara a tavolino il club verrebbe escluso dal campionato di serie C. In attesa di risolvere la situazione la squadra ha disputato le partite casalinghe a Forlì e ha fatto richiesta per utilizzare lo stadio romagnolo in pianta stabile. Al momento la squadra si trova ultima in classifica nel girone B del campionato di Lega Pro.
Le proteste dei tifosi e la tentata aggressione a Caliendo
Questa situazione ha scatenato la reazione dei tifosi che si sono presentati in 300 con cori e striscioni contro l’allora presidente Caliendo, già nella gara poi non disputata contro il Mestre, il primo ottobre. I modenesi hanno inscenato un funerale con tanto di bara e corteo. Il 4 ottobre l’ex procuratore ha subito anche un tentativo di aggressione da un gruppo di persone incappucciate, presumibilmente dei tifosi, che ha fatto irruzione nella sede della società. "Ho rischiato la vita, erano in 30-40 con le spranghe" ha raccontato Caliendo ai microfoni di radio Bruno.
La cessione del Modena a Taddeo
La brutta esperienza non ha fatto altro che velocizzare la cessione della società. Dopo il fallimento della trattativa con l’architetto Carmelo Salerno, titolare della società Safim (azienda che si occupa di costruzioni), il Modena è stato ceduto a Taddeo, ma le cose non sembrano ancora migliorate.