Catania-Padova, la finale di Coppa Italia di Serie C a porte chiuse dopo gli incidenti

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La decisione del Giudice Sportivo dopo gli incidenti durante la finale d'andata vinta dal Padova, con i tifosi del Catania che nel corso dell'intervallo erano entrati in campo e si erano portati sotto al settore occupato dai padovani, lanciando fumogeni e petardi e causando un ritardo nell'inizio del secondo tempo. La finale di ritorno in programma a Catania il 2 aprile si giocherà a porte chiuse. Ammenda per entrambi i club

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La finale di ritorno di Coppa Italia di Serie C tra Catania e Padova si giocherà a porte chiuse. Dopo le intemperanze di un gruppo di tifosi catanesi allo stadio ‘Euganeo’ nella gara d’andata giocata e vinta 2-1 dal Padova martedì sera, è questa dunque la decisione del Giudice Sportivo. La partita di ritorno, in programma allo stadio ‘Massimino’ di Catania martedì 2 aprile, si giocherà così senza pubblico. Entrambe le società sono state multate. Al Padova 5000 euro di ammenda per i reciproci lanci di fumogeni con i tifosi catanesi. Il club siciliano invece paga il comportamento di alcuni suoi sostenitori con un'ammenda di 10mila euro. Il Catania sarà così costretto a provare a ribaltare la sconfitta dell'andata senza il supporto del suo pubblico. Non un dettaglio, visto che per la semifinale contro il Rimini, giocata al 'Massimino' a fine febbraio, erano presenti circa ventimila spettatori.

Padova-Catania, cosa è successo all'andata

Nell’intervallo della finale di Coppa Italia di Serie C vinta 2-1 dai veneti martedì sera, ci sono stati attimi di tensione quando circa centocinquanta tifosi del Catania sono entrati in campo andando sotto il settore padovano. A riportare la calma è stato l'intervento delle forze dell'ordine, che poi si sono schierate sotto il settore dei quasi 2mila tifosi catanesi. Alcuni sostenitori catanesi sono stati portati in Questura e identificati. Una decina gli arresti. L'episodio ha provocato un ritardo di 4 minuti del secondo tempo e sono stati quantificati danni all'impianto che ospitava la partita.

Padova-Catania, il provvedimento del Giudice Sportivo

Al termine del primo tempo -si legge nel comunicato del Giudice Sportivo- e successivamente al rientro delle squadre e della Quaterna Arbitrale negli spogliatoi, una parte dei tifosi (circa 150 unità) del Catania entrava nel recinto di gioco, attraverso uno dei varchi di accesso al campo posizionato nell’angolo Nord-Est del Settore Ospiti; tali tifosi si dirigevano in prossimità dei tifosi avversari occupanti il Settore Tribuna Est e: 1. prelevavano uno striscione posto sulla recinzione; 2. lanciavano numerosi fumogeni verso il Settore Tribuna Est occupato dai tifosi avversari. Tali fumogeni venivano raccolti dai tifosi del Padova e rilanciati all’indirizzo dei tifosi del Catania che stazionavano nel recinto di gioco. Il lancio ed il rilancio dei fumogeni si ripetevano più volte fino all’intervento delle Forze dell’Ordine. Nel frangente, una parte della tifoseria del Catania che era rimasta nel Settore Curva Nord Ospiti, lanciava nel recinto di gioco tre petardi all’indirizzo delle Forze dell’Ordine impegnate a sedare la tifoseria che invadeva il recinto di gioco, senza conseguenze. Lo scontro tra i tifosi del Catania e le Forze dell’Ordine proseguiva per alcuni minuti anche all’interno della Curva Nord Ospiti. Le condotte poste in essere dai tifosi del Catania hanno determinato un ritardo di 4 minuti sull’orario di inizio del secondo tempo. Durante gli scontri il dirigente del servizio dell’Ordine Pubblico accusava un malore, tale da rendere necessario l’intervento del personale medico presente sul terreno di gioco e il successivo trasporto in ospedale per ulteriori accertamenti. Dal referto del Commissario di Campo è emerso altresì che i tifosi del Catania hanno danneggiato due vetrate di separazione del Settore Curva Nord Ospiti dal recinto di gioco e un parapetto al varco di accesso al campo di gioco del Settore Tribuna Est".