Eto'o al popolo interista: "Sono qui per fare la Storia"
CalciomercatoPresentazione ufficiale del bomber camerunense ad Appiano Gentile. "Ibra? Io sono Samuel Eto'o e non mi paragono a nessuno. Sono orgoglioso di giocare per José Mourinho e sarà bello provare a vincere la Champions". IL VIDEO DI SKY SPORT 24 E LE FOTO
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Ed ecco allora Samuel Eto'o. Dopo i saluti di ieri all'arrivo a Milano per le visite mediche, tocca alla conferenza stampa ufficiale di presentazione alla Pinetina di Appiano Gentile. Tribunette aperte ai tifosi già dalle 13.30, il popolo nerazzurro aspetta che inizi il dopo-Ibra. Circa mille i tifosi dell'Inter arrivati apposta. Dopo le foto, l'attaccante camerunense ha fatto un giro sul campo principale della Pinetina dove i tifosi gli hanno riservato cori e applausi: Eto'o ha indossato la maglia nerazzurra numero 9 e fatto alcuni palleggi per poi andare a prendere una bandiera del Camerun da alcuni suoi connazionali presenti a bordo campo. Arrivato ad Appiano dopo mezzogiorno, il camerunense ha subito svolto il suo primo allenamento, svolgendo una seduta individuale con il preparatore Rui Farias sotto gli occhi di José Mourinho, del direttore tecnico Marco Branca e del consulente di mercato Gabriele Oriali.
I ringraziamenti al Barça- In polo bianca, alla sua destra c'è José Mourinho, alle 14.40 in punto entra in scena il bomber camerunense per le domande dei cronisti, tradotte da un'interprete spagnola. "Buenos dias a todos", dice intanto Samuel, che ringrazia: "Vorrei intanto congedarmi dai miei compagni del Barcellona, ho giocato 13 anni in Spagna ed è stato un periodo meraviglioso. Grazie ai compagni, che sono stati una famiglia, grazie a i tifosi. Me ne vado dal Barça a testa alta, con loro ho vinto quasi tutto. Adesso mi piacerebbe scrivere la storia dell'Inter. Il Pallone d'Oro? E' un trofeo individuale che si può vincere solo con la squadra. E a me interessa di più il gioco di squadra. Preferisco vincere lo scudetto e tutte le competizioni alle quali l'Inter parteciperà".
Il paragone con Ibra -"Io sono Samuel Eto'o e non voglio paragonarmi a nessuno. Ibrahimovic? Gli auguro il meglio in una squadra che io amerò per sempre. I grandi giocatori sono grandi giocatori, non devono essere paragonati a nessuno... Io devo vincere e guadagnarmi la fiducia dei tifosi. Il rapporto con loro si crea gradualmente, non a tavolino. Se Ibrahimovic vuole baciare la maglia del Barça, la baci pure...".
Ai tifosi interisti - "Quando arrivi in un posto nuovo, questo è ovviamente pieno di novità. Bene, io cercherò di dare ai tifosi tante vittorie, non sarà facile, certo, ma ci proverò sempre e tantissimo". Nel 2005, dopo una sfida di Champions League tra Chelsea e Barcellona, Eto'o non si espresse in termini lusinghieri su Mourinho. Ora, si ritrova il portoghese come tecnico. "Non ho mai detto che non avrei mai giocato per Mourinho. Quella partita fu molto calda, fu un match da uomini veri. Le mie parole sono state interpretate male. Forse molti non lo sanno, ma io da vari anni ho avuto chance di giocare con Mourinho: oggi per me è allora motivo d'orgoglio poter lavorare con lui, per meritarmi la fiducia che lui mi sta già dimostrando".
Sul campionato italiano - "Se non avessi creduto che il campionato italiano è il migliore del mondo, non sarei venuto qui. Credo anche che questo sia un grande club. Ci sono ancora molti campioni in Italia, non mi sembra che questo campionato abbia perso importanza, niente affatto".
I giocatori più bravi - "Quali sono per me i migliori giocatori? Difficile rispondere a questa domanda. Ne seguo tanti, potrei nominare Julio Cesar, ecco. Secondo me il portiere in una squadra è quello che ha maggiori responsabilità... Dicevo che Andres Iniesta era fortissimo, quattro anni fa, ora l'hanno scoperto anche gli altri".
La piaga del razzismo - "Non voglio già piangere su questo problema. Ho fatto tutta la mia carriera in Spagna, ma ho giocato ovunque nel mondo e sono partito dal Camerun come cittadino del mondo. E credo che l'importante sia essere felici. Quando ci sarà un problema, se ce ne sarà uno del genere, ne parleremo. Ma ora non è il momento. Dico solo che essere di colore non è certo una colpa, io ne vado fiero. Se la mia pelle fosse stsata di un colore diverso forse non sarei il giocatore che ora sono. ma non entriamo in questo argomento politico... E, in fondo, è tutta una questione di educazione".
Il tema dei temi: la Champions - "Credo sia una delle cose che mi hanno motivato a venire all'Inter... Sono qua per dare anche questa gioia. Vincere una Champions con l'Inter sarebbe come quando l'abbiamo vinta la prima volta col Barça. Un ottimo motivo per impegnarsi, sarà una sfida avvincente. Se succederà anche all'Inter, e faremo di tutto per riuscirci, sarà davvero una cosa meravigliosa per tutti i tifosi".
La coppia d'attacco interista - "Diego Milito? Credo che saremo innanzitutto una squadra, un gruppo, non posso e non voglio allora parlare di un solo giocatore. Comunque, parliamo di un giocatore bravisimo. Non so se giocheremo assieme in attacco, non posso parlare di lui che gioca con me o io con lui, io sono uno che gioca con altri dieci...".
Su Ronaldinho e il Milan - "La cosa importante è che, adesso, io sono dell'Inter. Il resto, tutte le chiacchiere su di me al Milan, è ormai acqua passata. Spero che Ronaldinho recuperi i livelli del Barcellona, chi ama il calcio non può che augurarselo, è un grande campione. Il derby senza Kakà? Io non devo pensare al Milan, ma alla mia squadra. Ho esperienza dei match contro il Real: partite particolari. Ma che non servono a vincere i campionati. Più importanti sono tutte le altre, quelle che danno punti...".
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Ed ecco allora Samuel Eto'o. Dopo i saluti di ieri all'arrivo a Milano per le visite mediche, tocca alla conferenza stampa ufficiale di presentazione alla Pinetina di Appiano Gentile. Tribunette aperte ai tifosi già dalle 13.30, il popolo nerazzurro aspetta che inizi il dopo-Ibra. Circa mille i tifosi dell'Inter arrivati apposta. Dopo le foto, l'attaccante camerunense ha fatto un giro sul campo principale della Pinetina dove i tifosi gli hanno riservato cori e applausi: Eto'o ha indossato la maglia nerazzurra numero 9 e fatto alcuni palleggi per poi andare a prendere una bandiera del Camerun da alcuni suoi connazionali presenti a bordo campo. Arrivato ad Appiano dopo mezzogiorno, il camerunense ha subito svolto il suo primo allenamento, svolgendo una seduta individuale con il preparatore Rui Farias sotto gli occhi di José Mourinho, del direttore tecnico Marco Branca e del consulente di mercato Gabriele Oriali.
I ringraziamenti al Barça- In polo bianca, alla sua destra c'è José Mourinho, alle 14.40 in punto entra in scena il bomber camerunense per le domande dei cronisti, tradotte da un'interprete spagnola. "Buenos dias a todos", dice intanto Samuel, che ringrazia: "Vorrei intanto congedarmi dai miei compagni del Barcellona, ho giocato 13 anni in Spagna ed è stato un periodo meraviglioso. Grazie ai compagni, che sono stati una famiglia, grazie a i tifosi. Me ne vado dal Barça a testa alta, con loro ho vinto quasi tutto. Adesso mi piacerebbe scrivere la storia dell'Inter. Il Pallone d'Oro? E' un trofeo individuale che si può vincere solo con la squadra. E a me interessa di più il gioco di squadra. Preferisco vincere lo scudetto e tutte le competizioni alle quali l'Inter parteciperà".
Il paragone con Ibra -"Io sono Samuel Eto'o e non voglio paragonarmi a nessuno. Ibrahimovic? Gli auguro il meglio in una squadra che io amerò per sempre. I grandi giocatori sono grandi giocatori, non devono essere paragonati a nessuno... Io devo vincere e guadagnarmi la fiducia dei tifosi. Il rapporto con loro si crea gradualmente, non a tavolino. Se Ibrahimovic vuole baciare la maglia del Barça, la baci pure...".
Ai tifosi interisti - "Quando arrivi in un posto nuovo, questo è ovviamente pieno di novità. Bene, io cercherò di dare ai tifosi tante vittorie, non sarà facile, certo, ma ci proverò sempre e tantissimo". Nel 2005, dopo una sfida di Champions League tra Chelsea e Barcellona, Eto'o non si espresse in termini lusinghieri su Mourinho. Ora, si ritrova il portoghese come tecnico. "Non ho mai detto che non avrei mai giocato per Mourinho. Quella partita fu molto calda, fu un match da uomini veri. Le mie parole sono state interpretate male. Forse molti non lo sanno, ma io da vari anni ho avuto chance di giocare con Mourinho: oggi per me è allora motivo d'orgoglio poter lavorare con lui, per meritarmi la fiducia che lui mi sta già dimostrando".
Sul campionato italiano - "Se non avessi creduto che il campionato italiano è il migliore del mondo, non sarei venuto qui. Credo anche che questo sia un grande club. Ci sono ancora molti campioni in Italia, non mi sembra che questo campionato abbia perso importanza, niente affatto".
I giocatori più bravi - "Quali sono per me i migliori giocatori? Difficile rispondere a questa domanda. Ne seguo tanti, potrei nominare Julio Cesar, ecco. Secondo me il portiere in una squadra è quello che ha maggiori responsabilità... Dicevo che Andres Iniesta era fortissimo, quattro anni fa, ora l'hanno scoperto anche gli altri".
La piaga del razzismo - "Non voglio già piangere su questo problema. Ho fatto tutta la mia carriera in Spagna, ma ho giocato ovunque nel mondo e sono partito dal Camerun come cittadino del mondo. E credo che l'importante sia essere felici. Quando ci sarà un problema, se ce ne sarà uno del genere, ne parleremo. Ma ora non è il momento. Dico solo che essere di colore non è certo una colpa, io ne vado fiero. Se la mia pelle fosse stsata di un colore diverso forse non sarei il giocatore che ora sono. ma non entriamo in questo argomento politico... E, in fondo, è tutta una questione di educazione".
Il tema dei temi: la Champions - "Credo sia una delle cose che mi hanno motivato a venire all'Inter... Sono qua per dare anche questa gioia. Vincere una Champions con l'Inter sarebbe come quando l'abbiamo vinta la prima volta col Barça. Un ottimo motivo per impegnarsi, sarà una sfida avvincente. Se succederà anche all'Inter, e faremo di tutto per riuscirci, sarà davvero una cosa meravigliosa per tutti i tifosi".
La coppia d'attacco interista - "Diego Milito? Credo che saremo innanzitutto una squadra, un gruppo, non posso e non voglio allora parlare di un solo giocatore. Comunque, parliamo di un giocatore bravisimo. Non so se giocheremo assieme in attacco, non posso parlare di lui che gioca con me o io con lui, io sono uno che gioca con altri dieci...".
Su Ronaldinho e il Milan - "La cosa importante è che, adesso, io sono dell'Inter. Il resto, tutte le chiacchiere su di me al Milan, è ormai acqua passata. Spero che Ronaldinho recuperi i livelli del Barcellona, chi ama il calcio non può che augurarselo, è un grande campione. Il derby senza Kakà? Io non devo pensare al Milan, ma alla mia squadra. Ho esperienza dei match contro il Real: partite particolari. Ma che non servono a vincere i campionati. Più importanti sono tutte le altre, quelle che danno punti...".