$amuel €to’o, il web lo condanna. È l’ultimo dei mercenari?
CalciomercatoInternauti interisti scatenati: il camerunese va ad aggiungersi ai vari Shevchenko, Figo, Ronaldo o Ibra, professionisti che hanno fatto prevalere le ragioni del portafogli su quelle del cuore. Ma c’è anche chi lo giustifica: "Magari li dà in beneficenza"
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di Vanni Spinella
Chiamatelo €to’o. $amuel €to’o. Per tanti interisti è questo il nuovo nome del camerunense, solo l’ultimo di una lista di “mercenari” del calcio che hanno fatto prevalere le ragioni del portafogli su quelle del cuore.
Mercenari: è così che i web-tifosi etichettano immediatamente gente come lui o, guardando al passato, Shevchenko (o $heva?), Figo, Ibrahimovic, Vieri.
Giocatori che si fanno amare dai tifosi, ma che non aprono mai totalmente il proprio cuore. Perché loro in cambio non danno amore, ma gol.
La parola magica è “professionisti”. Che, in quanto tali, non disdegnano salti di carriera, promozioni, aumenti di stipendio. Anzi, li ricercano. Fa parte del loro mestiere: mini-aziende in carne e ossa, devono pensare solo a incrementare gli utili.
Shevchenko, idolo dei tifosi del Milan, dopo 7 anni in rossonero corse tra le braccia di Abramovic non appena questi gli promise un mucchio di sterline e una scuola di inglese per i figli. Figo, simbolo del Barcellona (5 anni e oltre 200 presenze in blaugrana), si beccò una testa di maiale mentre si accingeva a battere un corner, per aver accettato i soldi del Real Madrid.
Ibrahimovic, che come tutti sanno da piccolo tifava Inter, ha sempre deciso (con la complicità dell’interessatissimo Raiola) in che squadra giocare, voltando le spalle prima alla Juve caduta in disgrazia, poi all’Inter alla disperata ricerca della Champions, e domani chissà a chi altri. In un’escalation di stipendi che si è fermata solo dinanzi alla prospettiva di fare panchina al Barcellona. In quel caso, sui soldi, prevalse il cuore: rossonero, da sempre.
E poi Vieri, 12 maglie diverse in 18 anni di carriera, Ronaldo (sia Barça che Real, sia Inter che Milan, nel suo curriculum) o Adebayor, che il “Sun” mise in cima alla classifica degli adoratori del dio denaro non appena salutò l’Arsenal per diventare il primo grande colpo degli sceicchi del Manchester City.
La lista è lunga, ed Eto’o è soltanto l’ultimo. Certo, gli interisti sui forum non riescono a capacitarsi di come si possano preferire 20 milioni in Russia (che poi proprio Russia non è… guarda le foto del Daghestan) piuttosto che 10 in Italia. “Dieci milioni non gli bastavano per vivere da re?”, dice uno. Forse no: “Colpa delle multe che prendeva a Milano”, replica un altro.
Esiste anche una schiera di quelli che lo capiscono, quelli che “chiunque andrebbe dove lo pagano di più”, quelli che “io per 20 milioni ci andrei anche a piedi”.
La favola del bambino nato povero in Camerun che diceva “corro come un nero per guadagnare come un bianco” non basta a placare l’ira dei tifosi. Specie perché adesso guadagna come uno sceicco, non esattamente come un operaio.
La storia delle sue infinite rivincite non impressiona più nessuno: quella sui tifosi razzisti del Saragozza, in Spagna, ai quali rispose imitando una scimmia subito dopo averli castigati con un gol; o quella sul Real Madrid, che non aveva creduto in lui e lo aveva scartato ancora giovane, cedendolo al Maiorca. E appena si presentò una nuova occasione ad alto livello, stavolta con il Barcellona, ecco la vendetta, consumata firmando ben 4 edizioni del clasico. Tanto che Casillas commentò la sua cessione all’Inter con un sospiro di sollievo, ammettendo che Eto’o, per lui, rappresentava un vero incubo.
Sembra lontano anni-luce anche il regalo fatto al piccolo Abdoul, il bimbo del Burkina Faso che aveva espresso il desiderio di incontrarlo e che ha potuto coronare il suo sogno durante il recente ritiro estivo di Pinzolo: abbracci, autografi, commozione.
E i forum diventano armi a doppio taglio. Gli interisti, che dopo quel bel gesto avevano aperto discussioni per celebrare il grande cuore di “un Campione dentro e fuori dal campo”, adesso devono subire l’invasione di tifosi avversari, che riportano all’ordine del giorno quegli stessi thread, aggiornandoli con frasi tipo “bel campione” o “campione di avidità”.
Non bastano neanche i possibili buoni propositi, con cui, per alcuni, Eto’o va in Russia “a sacrificarsi”. C’è chi spera che lo faccia con lo scopo umanitario di tornare in Camerun tra 3 anni, ricco sfondato, entrare in politica e cambiare il suo Paese. Altri sognano: “Magari ne dà una bella parte in beneficenza! se fosse così lo ammirerei per sempre!”. Inutile dire che in pochi ci credono.
Curioso vedere come su Facebook esistesse già la pagina “via dall’Inter i mercenari”. Ma non è stata creata per €to'o. È datata 23 maggio 2010, il giorno dopo la conquista della Champions nerazzurra, condita dai “saluti” in diretta tv di Milito e Maicon, all’epoca attirati dal Real Madrid. “Chi erano Milito e Maicon prima dell’Inter? SCHIAPPE”, si legge sulla pagina. “E adesso vogliono il Real. Possiamo fare a meno di mercenari irriconoscenti. Vogliamo rispetto. Allora via. L’Inter è Zanetti, Cambiasso, Eto’o...”. Tu guarda come cambia il vento…
Chi potrebbe essere l'erede di Samuel Eto'o? Dì la tua sul forum nerazzurro
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Chiamatelo €to’o. $amuel €to’o. Per tanti interisti è questo il nuovo nome del camerunense, solo l’ultimo di una lista di “mercenari” del calcio che hanno fatto prevalere le ragioni del portafogli su quelle del cuore.
Mercenari: è così che i web-tifosi etichettano immediatamente gente come lui o, guardando al passato, Shevchenko (o $heva?), Figo, Ibrahimovic, Vieri.
Giocatori che si fanno amare dai tifosi, ma che non aprono mai totalmente il proprio cuore. Perché loro in cambio non danno amore, ma gol.
La parola magica è “professionisti”. Che, in quanto tali, non disdegnano salti di carriera, promozioni, aumenti di stipendio. Anzi, li ricercano. Fa parte del loro mestiere: mini-aziende in carne e ossa, devono pensare solo a incrementare gli utili.
Shevchenko, idolo dei tifosi del Milan, dopo 7 anni in rossonero corse tra le braccia di Abramovic non appena questi gli promise un mucchio di sterline e una scuola di inglese per i figli. Figo, simbolo del Barcellona (5 anni e oltre 200 presenze in blaugrana), si beccò una testa di maiale mentre si accingeva a battere un corner, per aver accettato i soldi del Real Madrid.
Ibrahimovic, che come tutti sanno da piccolo tifava Inter, ha sempre deciso (con la complicità dell’interessatissimo Raiola) in che squadra giocare, voltando le spalle prima alla Juve caduta in disgrazia, poi all’Inter alla disperata ricerca della Champions, e domani chissà a chi altri. In un’escalation di stipendi che si è fermata solo dinanzi alla prospettiva di fare panchina al Barcellona. In quel caso, sui soldi, prevalse il cuore: rossonero, da sempre.
E poi Vieri, 12 maglie diverse in 18 anni di carriera, Ronaldo (sia Barça che Real, sia Inter che Milan, nel suo curriculum) o Adebayor, che il “Sun” mise in cima alla classifica degli adoratori del dio denaro non appena salutò l’Arsenal per diventare il primo grande colpo degli sceicchi del Manchester City.
La lista è lunga, ed Eto’o è soltanto l’ultimo. Certo, gli interisti sui forum non riescono a capacitarsi di come si possano preferire 20 milioni in Russia (che poi proprio Russia non è… guarda le foto del Daghestan) piuttosto che 10 in Italia. “Dieci milioni non gli bastavano per vivere da re?”, dice uno. Forse no: “Colpa delle multe che prendeva a Milano”, replica un altro.
Esiste anche una schiera di quelli che lo capiscono, quelli che “chiunque andrebbe dove lo pagano di più”, quelli che “io per 20 milioni ci andrei anche a piedi”.
La favola del bambino nato povero in Camerun che diceva “corro come un nero per guadagnare come un bianco” non basta a placare l’ira dei tifosi. Specie perché adesso guadagna come uno sceicco, non esattamente come un operaio.
La storia delle sue infinite rivincite non impressiona più nessuno: quella sui tifosi razzisti del Saragozza, in Spagna, ai quali rispose imitando una scimmia subito dopo averli castigati con un gol; o quella sul Real Madrid, che non aveva creduto in lui e lo aveva scartato ancora giovane, cedendolo al Maiorca. E appena si presentò una nuova occasione ad alto livello, stavolta con il Barcellona, ecco la vendetta, consumata firmando ben 4 edizioni del clasico. Tanto che Casillas commentò la sua cessione all’Inter con un sospiro di sollievo, ammettendo che Eto’o, per lui, rappresentava un vero incubo.
Sembra lontano anni-luce anche il regalo fatto al piccolo Abdoul, il bimbo del Burkina Faso che aveva espresso il desiderio di incontrarlo e che ha potuto coronare il suo sogno durante il recente ritiro estivo di Pinzolo: abbracci, autografi, commozione.
E i forum diventano armi a doppio taglio. Gli interisti, che dopo quel bel gesto avevano aperto discussioni per celebrare il grande cuore di “un Campione dentro e fuori dal campo”, adesso devono subire l’invasione di tifosi avversari, che riportano all’ordine del giorno quegli stessi thread, aggiornandoli con frasi tipo “bel campione” o “campione di avidità”.
Non bastano neanche i possibili buoni propositi, con cui, per alcuni, Eto’o va in Russia “a sacrificarsi”. C’è chi spera che lo faccia con lo scopo umanitario di tornare in Camerun tra 3 anni, ricco sfondato, entrare in politica e cambiare il suo Paese. Altri sognano: “Magari ne dà una bella parte in beneficenza! se fosse così lo ammirerei per sempre!”. Inutile dire che in pochi ci credono.
Curioso vedere come su Facebook esistesse già la pagina “via dall’Inter i mercenari”. Ma non è stata creata per €to'o. È datata 23 maggio 2010, il giorno dopo la conquista della Champions nerazzurra, condita dai “saluti” in diretta tv di Milito e Maicon, all’epoca attirati dal Real Madrid. “Chi erano Milito e Maicon prima dell’Inter? SCHIAPPE”, si legge sulla pagina. “E adesso vogliono il Real. Possiamo fare a meno di mercenari irriconoscenti. Vogliamo rispetto. Allora via. L’Inter è Zanetti, Cambiasso, Eto’o...”. Tu guarda come cambia il vento…
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