Pato, Berlusconi: "Cederlo era un errore, ho deciso io"

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Barbara e Pato alla Scala di Milano
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Il presidente del Milan si è pronunciato sull'epilogo della trattativa abortita con il Paris Saint Germain: "L'intera operazione non mi convinceva né dal punto di vista tecnico né da quelle economico. E' una scelta che ho preso in totale autonomia"

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di Luca Tommasini

Ora è tutto chiaro, ufficialmente chiaro. Più che dal rifiuto di Pato, l'arrivo di Tevez al Milan quando era già tutto fatto è stato bloccato da Silvio Berlusconi. La conferma a una interpretazione che avevamo già proposto è contenuta in un comunicato diffuso dal Presidente, due giorni dopo la missione a Londra di Galliani. "Ho deciso di tenere Pato perché lo ritengo un giocatore di grande talento. L'intera operazione non mi convinceva né dal punto di vista tecnico né da quello economico - ha ammesso Berlusconi, precisando che "si tratta di una scelta presa in totale autonomia, per il bene del Milan".

Poche righe alla vigilia del derby che allontanano il dubbio che fosse stata la figlia Barbara ad aver ostacolato la trattativa. La scelta dopo un colloquio padre-figlia, nel pomeriggio, le ricostruzioni apparse nei giorni scorsi avevano lasciato una scia di sospetti che Silvio Berlusconi ha voluto diradare. Poche righe che danno a Galliani quel che è di Galliani, cioè il merito di un'operazione (comunque inappuntabile) orchestrata fino allo stop arrivato da Arcore. Poche righe che chiariscono meglio anche il primo comunicato, cioè quello di Pato.
Quei ringraziamenti finali proprio per Berlusconi, che ha avuto fiducia in lui. Non fosse stato per il no presidenziale, avrebbe accettato la corte di Ancelotti e Leonardo.

Una telefonata gli ha allungato la vita... al Milan, e gli ha regalato un altro derby. Sì, perché la nuova vita di Pato comincia dal campo, prima scelta del riconfermato Allegri. Come si fa a lasciar fuori uno che a San Siro, sia pur in allenamento, fa gol come questo...

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