Dmitry Rybolovlev: il nuovo Abramovich arriva dal Principato
CalciomercatoIl proprietario del Monaco, neopromosso in Ligue 1, ha destabilizzato il calcio europeo per la quasi ufficialità di Falcao. Il magnate russo vanta un patrimonio superiore ai 9 miliardi di dollari
di Luca Cassia
Alzi la mano chi avrebbe accostato Radamel Falcao al Monaco, club appena risorto dalla serie B francese. Nessuno probabilmente, tranne uno: Dmitry Rybolovlev, 46 anni da Perm, città della Russia orientale. Dal dicembre 2011 alla presidenza della squadra monegasca (fino ad allora a rischio fallimento), indicato come investitore, uomo d’affari e filantropo, più dettagliatamente legato al settore dei fertilizzanti. Nella classifica di Forbes del 2012 si classifica in 119.a posizione tra i miliardari, con un patrimonio netto superiore ai 9 miliardi di dollari. Sulle orme di Roman Abramovich, insomma. Quanto basta per garantire un futuro roseo alle casse monegasche.
Falcao il primo tassello di una rosa da sogno – Il 27enne attaccante colombiano, vincitore di due edizioni consecutive dell’Europa League con due maglie diverse (Porto e Atletico Madrid) ma sempre in qualità di capocannoniere, è da tempo oggetto del desiderio dell’élite calcistica europea. Ma i 60 milioni pronti ad essere versati ai colchoneros sono un inedito nel calciomercato continentale. E Radamel Falcao sarebbe solo il primo nome depennato dalla lista della spesa: in ordine più o meno ambito spiccano Moutinho, Capoue, Sakho, Dzeko e Tevez. Senza dimenticare Victor Valdes, Dani Alves, Evra e Lampard. In panchina, qualora Ranieri non convincesse la dirigenza, il sogno è Roberto Mancini. Un dream team che il Monaco non esibì nemmeno nella finale di Champions League edizione 2003-2004, quella persa contro il Porto di Mourinho.
L’insidia è il fair play finanziario, ma non solo – La fiscalità è un nodo non indifferente da valutare in seno al club, complice la linearità da adottare tra le squadre iscritte alla Ligue 1. Il Principato è infatti chiamato a rispettare le norme francesi, pena il pagamento di una tassa da 200 milioni di euro per partecipare alla massima serie. In alternativa la soluzione è spostare fisicamente la sede in territorio transalpino, di modo da aggirare i vincoli federali. L’addio al Louis II sarebbe meno amaro qualora, da neopromosso, il Monaco riesca a duellare con il Paris Saint Germain per il prossimo titolo.
Alzi la mano chi avrebbe accostato Radamel Falcao al Monaco, club appena risorto dalla serie B francese. Nessuno probabilmente, tranne uno: Dmitry Rybolovlev, 46 anni da Perm, città della Russia orientale. Dal dicembre 2011 alla presidenza della squadra monegasca (fino ad allora a rischio fallimento), indicato come investitore, uomo d’affari e filantropo, più dettagliatamente legato al settore dei fertilizzanti. Nella classifica di Forbes del 2012 si classifica in 119.a posizione tra i miliardari, con un patrimonio netto superiore ai 9 miliardi di dollari. Sulle orme di Roman Abramovich, insomma. Quanto basta per garantire un futuro roseo alle casse monegasche.
Falcao il primo tassello di una rosa da sogno – Il 27enne attaccante colombiano, vincitore di due edizioni consecutive dell’Europa League con due maglie diverse (Porto e Atletico Madrid) ma sempre in qualità di capocannoniere, è da tempo oggetto del desiderio dell’élite calcistica europea. Ma i 60 milioni pronti ad essere versati ai colchoneros sono un inedito nel calciomercato continentale. E Radamel Falcao sarebbe solo il primo nome depennato dalla lista della spesa: in ordine più o meno ambito spiccano Moutinho, Capoue, Sakho, Dzeko e Tevez. Senza dimenticare Victor Valdes, Dani Alves, Evra e Lampard. In panchina, qualora Ranieri non convincesse la dirigenza, il sogno è Roberto Mancini. Un dream team che il Monaco non esibì nemmeno nella finale di Champions League edizione 2003-2004, quella persa contro il Porto di Mourinho.
L’insidia è il fair play finanziario, ma non solo – La fiscalità è un nodo non indifferente da valutare in seno al club, complice la linearità da adottare tra le squadre iscritte alla Ligue 1. Il Principato è infatti chiamato a rispettare le norme francesi, pena il pagamento di una tassa da 200 milioni di euro per partecipare alla massima serie. In alternativa la soluzione è spostare fisicamente la sede in territorio transalpino, di modo da aggirare i vincoli federali. L’addio al Louis II sarebbe meno amaro qualora, da neopromosso, il Monaco riesca a duellare con il Paris Saint Germain per il prossimo titolo.