Il presidente del Napoli torna sulla cessione del Matador passato al Psg dopo che il club francese ha pagato la clausola rescissoria da 63 milioni: "Altrimenti non l'avrei dato neanche per 70 milioni". Sul mercato: "Benitez e Bigon mi raccomandano Damiao"
"Se non ci fosse stata la clausola rescissoria, non glielo avrei venduto (al Paris Saint Germain, ndr) neppure a 70 milioni". Parole di Aurelio De Laurentiis che ha partecipato nel Teatro Comunale di Dimaro ad un Forum sul tema del fair play finanziario. "Stiamo dando un pessimo insegnamento ai nostri figli - ha aggiunto il presidente del Napoli - Mansour si sponsorizza da solo, se lo faccio io mi prendono a calci nel sedere. L'Etihad non può tirare fuori 100 milioni per sponsorizzare il City. Se lo faccio io col cinema non me lo consentono".
"Nel calcio - ha ancora detto De Laurentiis - c'è un atteggiamento volgare. Io non mi sono mai sognato di andare da un attore in esclusiva con un'altra società per tentarlo. Se prendo Checco Zalone e gli do 20 mila euro perché non lo conosce nessuno e il film poi esplode ed incassa 40 milioni, è ovvio che al secondo film non posso riconoscergli gli stessi soldi, pur potendo far valere il mio contratto".
"Quando i calciatori sono giovani - ha spiegato - io ci tengo a recuperare sempre il quinto anno di contratto. Ma con questo 'dammi di più siamo arrivati a delle cifre simili a quelle date dal Bayern Monaco ai loro top player. Quando uno dice 'Me ne voglio andare', per forza si mette la clausola".
"Quando venne Lavezzi da me a luglio dicendo di voler andare via - ha concluso - ci fu la promessa di lasciarlo libero l'anno dopo. Il City ne offrì 35 di milioni di euro. Il Chelsea l'ho chiamato 'Marina' perche' i soldi non c'erano, così come il Real Madrid che non ha cacciato i 63 milioni. Il calcio va rifondato. Sono sette anni che rispettiamo il fair play finanziario".
Sul mercato del Napoli: "Parlate di Damiao, di Jackson Martinez, di questi calciatori già ne parlavo con Mazzarri - ha spiegato - Però sono calciatori a cui non si devono andare a raccontare le barzellette. Quando di Damiao, oltre a Bigon me ne ha parlato anche Rafa Benitez, mi sono tranquillizzato. Indipendentemente dalla cessione di Cavani avrei messo sul piatto 60 milioni".
"Nel calcio - ha ancora detto De Laurentiis - c'è un atteggiamento volgare. Io non mi sono mai sognato di andare da un attore in esclusiva con un'altra società per tentarlo. Se prendo Checco Zalone e gli do 20 mila euro perché non lo conosce nessuno e il film poi esplode ed incassa 40 milioni, è ovvio che al secondo film non posso riconoscergli gli stessi soldi, pur potendo far valere il mio contratto".
"Quando i calciatori sono giovani - ha spiegato - io ci tengo a recuperare sempre il quinto anno di contratto. Ma con questo 'dammi di più siamo arrivati a delle cifre simili a quelle date dal Bayern Monaco ai loro top player. Quando uno dice 'Me ne voglio andare', per forza si mette la clausola".
"Quando venne Lavezzi da me a luglio dicendo di voler andare via - ha concluso - ci fu la promessa di lasciarlo libero l'anno dopo. Il City ne offrì 35 di milioni di euro. Il Chelsea l'ho chiamato 'Marina' perche' i soldi non c'erano, così come il Real Madrid che non ha cacciato i 63 milioni. Il calcio va rifondato. Sono sette anni che rispettiamo il fair play finanziario".
Sul mercato del Napoli: "Parlate di Damiao, di Jackson Martinez, di questi calciatori già ne parlavo con Mazzarri - ha spiegato - Però sono calciatori a cui non si devono andare a raccontare le barzellette. Quando di Damiao, oltre a Bigon me ne ha parlato anche Rafa Benitez, mi sono tranquillizzato. Indipendentemente dalla cessione di Cavani avrei messo sul piatto 60 milioni".