Vita da (ex) ct: quando, dopo l'Italia, è meglio emigrare

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Ct con la valigia. Cesare Prandelli è sempre più vicino a un'esperienza all'estero (Getty)
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Prandelli a un passo dal Galatasaray: dopo l'addio alla Nazionale, potrebbe rilanciarsi grazie a una esperienza in un grande club estero. E quella di andarsene per provare a vincere subito è una scelta che ha spesso portato bene agli ex allenatori azzurri

di Lorenzo Longhi

Emigrare per ripartire. Per gli ex ct azzurri, la via migliore è fare la valigia, una volta chiusasi l'esperienza alla guida della Nazionale. Potrebbe essere così anche per Cesare Prandelli, in trattativa con il Galatasaray. Da Sacchi in avanti, del resto, tra i ct che si sono trovati a lasciare la panchina dell'Italia, quelli  che hanno avuto più soddisfazioni immediate sono stati coloro che hanno scelto l'estero, spesso vincendo al primo colpo.

L'Italia dopo l'Italia. Dimessosi dal ruolo di ct nel novembre 1996, Arrigo Sacchi nemmeno un mese più tardi tornò a sedersi sulla panchina del Milan, sostituendo l'esonerato Tabarez. Non l'avesse mai fatto: chiuse la stagione all'undicesimo posto, senza farsi mancare alcune sonore batoste come l'1-6 casalingo contro la Juventus o l'1-3 nel derby di ritorno. Restò in Italia anche Zoff, dopo le dimissioni nell'estate 2000: divenne dirigente della Lazio, poi tornò in panchina nel gennaio 2001 al posto di Eriksson a campionato in corso. Finì al terzo posto, iniziò la stagione seguente e lì venne esonerato già a settembre. Poca gloria, insomma. Come accadde anche a Donadoni il quale, dopo l'addio alla Nazionale il 26 giugno 2008, ci mise 9 mesi per tornare in panchina, alla guida del Napoli, con cui chiuse un torneo di medio-basso livello (12° posto), per poi essere esonerato in ottobre.

L'estero dopo l'Italia. Cesare Maldini, dopo Francia '98, è rimasto fermo a lungo e, se si esclude l'interregno come dt al Milan per tre mesi con Tassotti, è tornato realmente alla guida di una squadra nel dicembre 2001, quando venne assunto come ct del Paraguay con cui partecipò al Mondiale 2002, sconfitto agli ottavi dalla Germania. Bene anche il Trap, immediatamente scudettato in Portogallo con il Benfica dopo l'addio azzurro, e in fondo anche Lippi, tornato in panchina in Cina, dove ha vinto da subito, ma dopo essere rimasto volontariamente fuori dalla mischia per quasi due anni.