Felipao, la scommessa vinta da Tare. E la Lazio se lo tiene

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Gianluca Di Marzio

Felipe Anderson ha mostrato tutto il suo valore (Getty)
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LE IDI DI MARZIO. Fino a qualche settimana fa oggetto misterioso della squadra di Pioli. Un investimento da 8 milioni che stentava a fruttare esploso di colpo. Verona, Atalanta e Napoli lo avevano chiesto in prestito. Ora non se ne parla

Felipao si è preso la Lazio e se la porta a spasso, in dribbling. Se non all'improvviso, quasi. Fino a qualche mese fa, oggetto misterioso: Felipe Anderson l'incompiuto, sempre infortunato, dubbi e critiche. Poi, la bacchetta magica, il brutto anatroccolo che diventa principe, guai adesso a chi lo tocca. E c'è una taglia pronta per chi lo prende, in campo. Sguscia via con eleganza, segna e regala assist, ma dove si era nascosto Felipao? Preso per poco meno di 8 milioni un anno e mezzo fa, dopo una trattativa infinita con il fondo privato che ne aveva percentuali e diritti, il brasiliano con la barbetta incolta e lo sguardo vispo è il giocatore rivelazione della Lazio terza non per caso. E sempre convinta del suo valore, anche nei momenti più difficili.

Un esempio? Tre. Come le richieste di Verona, Atalanta e addirittura Napoli. "Ce lo date in prestito? Da voi fatica...", storia di qualche mese/settimana fa. Nemmeno una smorfia di Tare, il ds mediaticamente sottovalutato ma abile al punto giusto. "Non se ne parla proprio, no grazie", la risposta convinta della Lazio. Felice adesso di raccogliere quanto seminato. Ricordo le critiche anche all'agente di Felipe, Stefano Castagna: "Dopo Novaretti, pure questo bidone di Anderson ci hai portato...", e lui a masticare rabbia in silenzio aspettando l'ora della rivincita. Un churrasco e via, passando per i Parioli: lì è facile trovare Felipao provare la picanha del Carioca con Pereirinha, da quelle parti cenano i brasiliani di Roma. E magari al tavolo vicino ci sono Castan e Maicon, avanti il prossimo derby di samba.