La fine arte degli strateghi di mercato: incrociare destini

Calciomercato

Gianluca Di Marzio

Pablo Osvaldo ora al Southampton ma potrebbe ritornare alla Juventus
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LE IDI DI MARZIO. Gli ultimi giorni di mercato sono quelli più schizofrenici. Si gioca su più tavoli, cercando la puntata migliore. Matri e Osvaldo al centro di offerte e dinieghi nella giostra delle trattative, sulla strada che porta alla Juventus

Preso, anzi no. Bloccato, sedotto, poi magari abbandonato. Forse. È il destino di chi è protagonista degli ultimi due giorni di mercato. Dove succede tutto e il contrario di tutto. Ieri, per esempio: Preziosi alla fine di Genoa-Fiorentina annuncia di aver ripreso Borriello e contemporaneamente ceduto Matri alla Juve. Che non conferma, anzi. Perché Marotta e Paratici continuano a trattare Osvaldo e tengono Matri pronto per l'uso ma senza farlo firmare o convocarlo per le visite. Perché?

Perché ormai è una consuetudine giocare su più tavoli e poi scegliere la soluzione più conveniente. Lo fa spesso e volentieri anche Sabatini della Roma, l'esempio di Salah è emblematico: mentre gli intermediari chiudevano un accordo con il Chelsea, lui corteggiava Luiz Adriano e Konoplyanka, Adebayor e Doumbia. Chiudendo infatti per l'ivoriano dal gol facile. Così ha fatto anche la Juve nell'ultima settimana, provando per Zaza e chiedendo Pazzini, promettendo nel frattempo il ritorno ad Osvaldo. Che infatti rifiutava tutto aspettando di rimettersi il bianconero addosso. Venerdì poi il contatto ufficiale con l'Inter, la richiesta di mezzo milione come indennizzo, il Southampton interpellato per prendersi carico della vicenda.

La Juve si muove quindi con gli inglesi per trovare una soluzione e trova subito un problema, lo stipendio di gennaio: l'Inter non lo vuole pagare (a causa di quanto accaduto con l'argentino), la Juve nemmeno. Ed ecco, la telefonata a Matri. "Tieniti pronto, ci sentiamo domani", con il pupillo di Allegri dai tempi di Cagliari che si sente di nuovo bianconero. Proprio come Osvaldo. Sedotti, entrambi, sull'autostrada che (ri)porta a Torino. Chi tornerà indietro?