Ciofani e vincenti, fratelli alla conquista della Serie A
CalciomercatoLE IDI DI MARZIO. Un anno fa si giocavano lo spareggio per uscire dalla Lega Pro. Dalla C alla promozione in A con la stessa maglia, quella del Frosinone, e soprattutto lo stesso Dna. Una favola cominciata in un paesino vicino L'Aquila
Non possono essere davvero così, ci dev'essere un errore. Trovatelo. E prima, magari, conosceteli. Daniel e Matteo, fratelli di sangue e di calcio. I Ciofani, ne sentiremo parlare ancora. Ieri sera, a Salerno, ho trascorso qualche ora insieme a loro. Dalla C alla serie A con la stessa maglia (quella del Frosinone) e lo stesso Dna. "Ci amiamo...", mai avevo sentito pubblicamente dichiarazioni così, senza pudore e imbarazzi. Si guardano, si osservano, complici felici di una favola nata in un paesino vicino L'Aquila. "Chiudo gli occhi e vedo Matteo che crossa, io segno, i nostri genitori che esultano a San Siro. Non ci sono mai stati, logisticamente ed economicamente è sempre stato difficile andare a Milano. Sarà il nostro regalo".
Lacrime e voce che diventa suono dolce, il cuore grande di Daniel. Lui fa l'attaccante, anche nella vita. Perché nonostante sia un calciatore, ha deciso anche di studiare. E laurearsi in scienze motorie. "Le ultime lezioni le ho seguite telematicamente. Mi imponevano l'obbligo di frequenza, ma io volevo solo seguirle in qualche modo. Nessun aiuto, solo poi dimostrare che avevo imparato e capito". Ha scritto anche un libro, il nove giallo e azzurro. Fisico alla Toni, barba incolta e sorriso sincero. Saranno undici, forse dodici capitoli. Scolpiti nel tempo libero, una sorta di diario personale. Tanto da non aver ancora nemmeno interpellato una casa editrice. "Come funzionerebbe, nel caso volessi pubblicarlo?", ci chiede scrutando sempre il fratello Matteo. Più piccolo e più biondo, terzino che difende e spinge. "Il riflessivo dei due", aggiunge senza voler passare per un professore. Si sono messi entrambi il papillon per ricevere premio e applausi: un modo elegante per nascondere la semplicità e l'umiltà che li contraddistingue. Solo uno naviga sui social, ma ha solo Instagram. L'altro, nemmeno Twitter. E se gli chiedi il perché, ti guarda come se il problema fossi tu. E forse ha ragione.
Dodici mesi fa entrambi si giocavano lo spareggio per uscire dalla Lega Pro. Adesso, sono entrati in Serie A dalla porta principale. Troveranno da avversari il Milan, la squadra per cui entrambi (ovviamente) fanno il tifo. "Van Basten, il mio mito", confessa Daniel. Mentre Matteo si informa sui movimenti di mercato del suo Frosinone ("non prenderanno mica un terzino forte, vero?"), perché lui vuole marcarlo davvero El Shaarawy. Sguardo pulito, anima gentile, due ragazzi della porta accanto. Quella stessa porta che il papà comprò alla vigilia di Natale, piazzandola in giardino. Quella notte, i fratellini Ciofani iniziarono la loro favola. Adesso, sono diventati grandi. E, sono sicuro, diventeranno il simbolo di un calcio semplice e familiare. Se trovate l'errore, fate un fischio. Altrimenti, prenotate già le loro maglie: indossandole, vi sentirete tutti un po' più felici.
Lacrime e voce che diventa suono dolce, il cuore grande di Daniel. Lui fa l'attaccante, anche nella vita. Perché nonostante sia un calciatore, ha deciso anche di studiare. E laurearsi in scienze motorie. "Le ultime lezioni le ho seguite telematicamente. Mi imponevano l'obbligo di frequenza, ma io volevo solo seguirle in qualche modo. Nessun aiuto, solo poi dimostrare che avevo imparato e capito". Ha scritto anche un libro, il nove giallo e azzurro. Fisico alla Toni, barba incolta e sorriso sincero. Saranno undici, forse dodici capitoli. Scolpiti nel tempo libero, una sorta di diario personale. Tanto da non aver ancora nemmeno interpellato una casa editrice. "Come funzionerebbe, nel caso volessi pubblicarlo?", ci chiede scrutando sempre il fratello Matteo. Più piccolo e più biondo, terzino che difende e spinge. "Il riflessivo dei due", aggiunge senza voler passare per un professore. Si sono messi entrambi il papillon per ricevere premio e applausi: un modo elegante per nascondere la semplicità e l'umiltà che li contraddistingue. Solo uno naviga sui social, ma ha solo Instagram. L'altro, nemmeno Twitter. E se gli chiedi il perché, ti guarda come se il problema fossi tu. E forse ha ragione.
Dodici mesi fa entrambi si giocavano lo spareggio per uscire dalla Lega Pro. Adesso, sono entrati in Serie A dalla porta principale. Troveranno da avversari il Milan, la squadra per cui entrambi (ovviamente) fanno il tifo. "Van Basten, il mio mito", confessa Daniel. Mentre Matteo si informa sui movimenti di mercato del suo Frosinone ("non prenderanno mica un terzino forte, vero?"), perché lui vuole marcarlo davvero El Shaarawy. Sguardo pulito, anima gentile, due ragazzi della porta accanto. Quella stessa porta che il papà comprò alla vigilia di Natale, piazzandola in giardino. Quella notte, i fratellini Ciofani iniziarono la loro favola. Adesso, sono diventati grandi. E, sono sicuro, diventeranno il simbolo di un calcio semplice e familiare. Se trovate l'errore, fate un fischio. Altrimenti, prenotate già le loro maglie: indossandole, vi sentirete tutti un po' più felici.