Fresco di ritorno in Brasile, l’ex attaccante del Barcellona si racconta al podcast “Podpah”. Dal periodo trascorso in Arabia, pieno di infortuni: "Sono stato un anno e mezzo senza giocare, ero sempre triste, arrivavo a casa disperato", all’aneddoto su Guardiola del 2013. "Ero in mutande e maglietta, apro la porta e c'erano mio padre e Pep. Sono tornato dentro, ho messo i pantaloncini. C'erano mio padre, Guardiola e un interprete. Mi voleva al Bayern". Qualcosa però non andò bene e O’Ney arrivò il Barcellona
Un lungo racconto al microfono del podcast "Podpah". Dal suo ritorno al Santos, al periodo in Arabia Saudita, dove lo hanno fermato gli infortuni. Fino a un gustoso aneddoto del 2013: quando Pep Guardiola provò a portarlo con sé al Bayern Monaco. Qualcosa però andò storto, e inizio il periodo al Barça, il migliore della sua carriera. "Sono tornato qui per vincere – ha detto O’Ney -, e nei piani del Santos c'è di farlo, di conquistare titoli. Stiamo bene, e a ogni partita miglioriamo perché sono arrivati parecchi rinforzi. Tutti i club vogliono essere campioni, e il nostro obiettivo non è diverso da quelli degli altri". In Arabia Saudita aveva perso la voglia di calcio, anche a causa degli infortuni. Ora ha ritrovato il sorriso. "In pratica, sono stato un anno e mezzo senza giocare – ha aggiunto Neymar -, ero sempre triste, arrivavo a casa disperato, tante volte piangevo. Tutto ciò che volevo era giocare e quando si è presentata l'opportunità del Santos ho capito che questa era l'unica opportunità che desideravo. Nel frattempo ho ricevuto altre proposte, ma quando ho pensato di rescindere il contratto con gli arabi sapevo che lo avrei fatto solo per tornare al Santos. Poi quando sono arrivato qui, e sono stati accolto in quel modo, ho vissuto momenti indimenticabili, non mi sembrava vero, e ci sono voluti dei giorni prima che realizzassi che tutto ciò era realtà. E ora sono molto felice, dopo che questi ultimi anni per me sono stati davvero complicati. E poi è roba da non credere, ma ho passato 12 anni fuori dal Santos".

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I falli subiti dagli avversari
Ora Neymar è tornato in campo, punta a vincere da subito, ovvero il torneo paulista, ma non è cambiato il numero dei falli, troppi, che subisce dagli avversari. "In alcuni momenti ho pensato che mi stessero inseguendo più per il mio stile di gioco - ha detto -. Non sono un angelo in campo, lo so. Più che gli arbitri, sono i giocatori avversari i colpevoli di questa situazione, si arrabbiano di più con me che con Messi e Cristiano Ronaldo".

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"Ero in mutande e maglietta, apro la porta e c’erano mio padre e Guardiola"
Poi un aneddoto gustoso. Era il 2013 e Pep Guardiola provò a portarlo con sé al Bayern Monaco. "Ero in mutande e maglietta, apro la porta e c'erano mio padre e Guardiola - ha proseguito -. Sono tornato dentro, ho messo i pantaloncini. C'erano mio padre, Guardiola e un interprete. Guardiola si siede nella mia stanza e dice: 'Voglio portarti nella squadra che andrò a allenare. Voglio portarti con me, vieni a giocare con me, ti farò diventare il migliore'. Poi apre il laptop che aveva con sé e dice: 'Giocherai qui, farai questo, se non fai 60 gol in un anno, cambio nome'". Era il 2013, ma Guardiola non fu abbastanza convincente, e Neymar scelse il Barcellona, dove secondo The Athletic potrebbe tornare non appena finirà il suo contratto con il Santos.