Inter, Spalletti: "Ausilio e Sabatini come Bono e Springsteen. Icardi psicologo del gol"

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Luciano Spalletti, allenatore dell'Inter (getty)

L'allenatore nerazzurro non ha desideri per il mercato di gennaio: "Siamo forti così, i nostri direttori se avranno la possibilità di migliorarci lo faranno". Sul momento della squadra: "Icardi il nostro psicologo del gol. Non contento del mio lavoro, si poteva fare di più"

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Deciso e anche autocritico: Luciano Spalletti vuole far rialzare la sua Inter. Ai microfoni di Premium Sport, l’allenatore nerazzurro ha parlato di bilanci del 2017 e del futuro che aspetta la sua squadra: “Noi pensiamo alla Fiorentina già da San Silvestro - ha ammesso - anche perché quest'anno il calendario è stato creato in modo da riempire qualsiasi spazio, ed è giusto così. Perché nelle feste più belle dell'anno è giusto mettere lo spettacolo più bello dell'anno, quello del calcio italiano. Il girone di andata? Se penso ai punti che ho fatto l'anno scorso, vedo che sono gli stessi dell'anno passato; però poi io devo ambire a fare qualcosa di più, quindi non sono contento del mio lavoro. Sicuramente l'Inter è qualcosa di emozionante, che ti crea una passione vera, basta guardare dentro la storia. Dobbiamo lavorare per sentirci dentro Inter, per essere l'Inter: questa cosa farà la differenza”. Un avvio importante, poi la frenata nel mese di dicembre: “Io guardo i miei risultati oltre che quelli della squadra, se riesco a tirare fuori il massimo. Secondo me abbiamo fatto dei buoni numeri, ma abbiamo a disposizione qualcosa di più. Dobbiamo darci una mossa nel ritorno. Si parla di problema psicologico, ma io starei molto più leggero, perché poi ci vogliono gli specialisti in tutti i campi. E lo psicologo del gol è Mauro Icardi, anzi domani parlerà prima dell'allenamento e lui troverà la soluzione per il gol di squadra”.

"Mercato? La squadra è già forte, siamo comodi così"

Inevitabile parlare di mercato, con l’Inter che proverà sicuramente ad assicurarsi qualche rinforzo. Anche se Spalletti resta prudente: “Non mi aspetto niente, non mi incatenerò ai cancelli della Pinetina se non arriverà nessuno”, ha continuato. “Penso di aver una squadra forte, dei direttori forti che se avranno la possibilità di migliorarci lo faranno, loro sono come Bono e Bruce: la suonano e cantano a tutti sul mercato”. Sulle possibili alternative in arrivo: “Non so quanto potrebbero far comodo, nel senso che noi abbiamo delle soluzioni per tutto. Noi siamo già comodi così, è chiaro che se succedono cose straordinarie, in qualche postazione dovremo mettere qualche giocatore a livello numerico. A livello qualitativo abbiamo tutto. Vorrà dire che vedremo ombre interiste dappertutto (ride, ndr)”. Il rischio potrebbe essere anche quello di perdere un big: “Il discorso è un altro, fino a che i giocatori sono in scadenza, i procuratori determinano. Quando sono sotto contratto, decidiamo noi. Quindi noi agiremo in perfetta sintonia con le necessità dell’Inter”. Battuta finale sui desideri per il 2018: “Quello di vedere 65mila sempre allo stadio e se lavoreremo bene, il futuro sarà qualche volta 80mila. Il numero delle persone allo stadio dirà quello che siamo riusciti a fare, loro saranno determinanti”, ha concluso l’allenatore nerazzurro.