Calciomercato, "Affaracci": Reiziger, un vero pacco inserito in un pacchetto

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Vanni Spinella

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Approfittando della legge Bosman, il Milan fa la spesa a casa dell'Ajax: tra il 1996 e il 1997 si porta a casa ben 4 olandesi, tutti titolari in quella straordinaria squadra, tra cui uno dei peggiori terzini mai transitati in Italia  

Un pacco, inserito in un pacchetto: ecco cosa fu, in sintesi, Michael Reiziger. Erano gli anni in cui il Milan andava a pescare in Olanda, un po’ perché ancora dolce era il ricordo dei tre tulipani colti sul finire degli Anni Ottanta, un po’ perché sembravano tutti fenomeni in quell'Ajax delle meraviglie, che proprio ai rossoneri aveva strappato la Champions nella finale del 1995. In alcuni casi si trattava anche di ottimi giocatori, ed è nel tentativo di arrivare a uno di questi (Patrick Kluivert) che il Milan accetta di inserire nell’affare anche quello che non lo era: Michael Reiziger, il pacco nel pacchetto.

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Il pacchetto completo

Bosman ha appena rivoluzionato il calciomercato con la sentenza che permette ai giocatori in scadenza di liberarsi a zero e il Milan ne approfitta immediatamente facendo la spesa (gratis) ad Amsterdam: il vero obiettivo è Kluivert (suo il gol decisivo nella finale di Champions contro il Milan), che però potrà liberarsi solo nell’estate successiva, così a Galliani viene proposto il pacchetto completo, che prevede lo sbarco a Milano di ben 4 olandesi a costo zero in due distinte sessioni di mercato. Davids e Reiziger subito, Kluivert accompagnato da Bogarde l’estate dopo.

Solo una volta scartato il pacchetto in Italia ci si renderà conto di quel che conteneva realmente. Kluivert, che doveva essere la risposta al nerazzurro Ronaldo, segnerà appena 6 gol in Italia ed è tuttora ricordato come un grande incompreso; il gigantesco Bogarde durerà meno di sei mesi, il tempo di collezionare 4 presenze in rossonero; Davids, probabilmente il vero fenomeno della nidiata, sarà ceduto su esplicita richiesta dello spogliatoio e bollato come “mela marcia” finirà alla Juventus, iniziando a collezionare successi; Reiziger invece non va oltre le 10 presenze, prima di essere scaricato di corsa all’unico acquirente possibile: il suo maestro van Gaal, nel frattempo diventato allenatore del Barcellona.

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Il binario con Blomqvist

Eppure, in quell’Ajax dei miracoli, Reiziger era il terzino destro titolare del 4-3-3 con cui van Gaal aveva dominato in Patria, in Europa (Champions ’95, finale nel ’96 persa ai rigori contro la Juve), nel mondo (Intercontinentale ’95). Possibile fosse tanto scarso? Giunto a Milano alla corte di Tabarez, l’allenatore scelto per dimenticare Capello, vede il campo per la prima volta a metà novembre, esordio da titolare contro la Juventus di Lippi al posto di Christian Panucci. Completano la linea di difesa del Milan Costacurta, Baresi e Maldini: capite bene quanto stoni lì in mezzo il nome di Reiziger, eppure finisce 0-0.

Due settimane dopo, a Piacenza (con Reiziger alla sua seconda presenza in campionato), si chiude l’era Tabarez, rovesciato da una prodezza di Pasquale Luiso: il Sacchi-bis si trasforma in un’occasione d’oro per l’olandese, dato che la prima mossa di Arrigo consiste nel liberarsi di Panucci, “nemico” dell’allenatore e rivale di Reiziger per il posto sulla fascia destra. Un paio di partite da titolare (pari a Cagliari, sconfitta a Verona con l’Hellas) e anche Sacchi decide di trovare una soluzione alternativa, preferendo spostare Coco e poi addirittura Costacurta sulla destra piuttosto che rivederlo in campo. Finché non arriva il 6 aprile 1997, giorno di Milan-Juventus. Contro la squadra che l’aveva battezzato all’esordio, Reiziger torna titolare, e sarà la sua condanna. È un Milan ormai ai titoli di coda, con Baresi-Vierchowod coppia centrale da 74 anni in due, Blomqvist a completare quella che forse è la peggiore catena di destra mai vista in rossonero, il volenteroso Marco Simone a far coppia con lo sciagurato Dugarry in attacco. E Roberto Baggio in panchina, ovviamente.

L’imbarcata è storica, un 1-6 in cui i limiti di Reiziger vengono fuori prepotentemente. Troppo anche per un Milan che chiuderà all’undicesimo posto in classifica, a -22 dalla Juventus. La rivoluzione rossonera parte dal tanto atteso Kluivert e dalla cessione dei “pacchi”: Reiziger finisce al Barcellona, dove vince Liga e Coppa di Spagna al primo colpo, oltre alla Supercoppa europea dopo pochi mesi dal suo arrivo. In quella gara, contro il Borussia Dortmund, van Gaal lo schiera addirittura centrale di difesa, accanto al connazionale Winston Bogarde che il Milan ha appena scaricato. Vent’anni dopo, nel 2017, chiuderà il cerchio tornando a casa, nell’Ajax, stavolta nelle vesti di allenatore delle giovanili e, per un breve periodo dopo l’esonero di Marcel Keiser, anche della prima squadra. Al suo fianco, come vice, il vecchio amico Bogarde. E chi, sennò?