Cristiano Ronaldo, i 10 gol più belli in Champions

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Marco D'Ottavi

Il fuoriclasse portoghese è il miglior realizzatore di sempre della storia della Champions League. Abbiamo scelto le sue dieci migliori rete, ordinate in senso cronologico

LO SPECIALE

Basterebbe questo dato - 153 partite, 120 gol - per spiegare il filo indissolubile che lega Cristiano Ronaldo alla Champions League, trofeo che ha conquistato cinque volte, più di tutti da quando si chiama così. Ma ce ne sono altri a supporto che andrò a riepilogare velocemente, perché lui vorrebbe così:

  • Miglior realizzatore;

  • Unico ad aver vinto la classifica marcatori per 7 volte;

  • Unico ad aver vinto la classifica marcatori per 6 volte consecutive;

  • Unico ad aver segnato almeno 10 gol per 7 stagioni consecutive;

  • Miglior realizzatore in una singola edizione con 17 gol;

  • Calciatore con più gol in un anno solare - 19;

  • Unico ad aver segnato in tutte e sei le giornate della fase a girone;

  • Unico ad aver segnato per 11 partite consecutive;

  • Unico ad aver segnato in 3 finali;

  • Calciatore con più doppiette - 34;

  • Calciatore con più triplette (insieme a Messi) - 7;

  • Calciatore con più gol su punizione - 12;

Come se non bastassero i numeri, anche il destino sembra legarli: il suo esordio da professionista avvenne nel terzo turno preliminare della Champions League 2002/03, con la maglia dello Sporting Lisbona contro l’Inter. Ronaldo ha appena 17 anni. Alla fine di quella partita scambierà la sua maglia con Di Biagio.

Sono statistiche incredibili - irripetibili - che spiegano in maniera lampante, forse persino banale, il motivo che ha spinto la Juventus ad un investimento economico così importante, tra costo del cartellino e stipendio per i prossimi quattro anni.

Ma il rapporto tra Ronaldo e la Champions non è solo numerico: in questa competizione ha costruito la sua legacy con prestazioni straordinarie, segnando anche alcuni dei suoi gol più famosi. Questi sono i migliori 10, dove per migliori si intende i più belli, ma anche i più decisivi e più iconici.

vs Chelsea - Finale 07/08

Nei primi tre anni a Manchester Cristiano Ronaldo segna poco e dribbla molto. Nella stagione 2006/07 esplode anche in zona gol (23 alla fine dell’anno), ma Ferguson non è soddisfatto: ha capito che i margini di miglioramento sono enormi.

La stagione successiva gli affianca Rene Meulensteen, l’uomo che lo spinge a diventare più incisivo, smettere di cercare il “gol perfetto” per diventare un giocatore che segna in “uno o due tocchi”. Ronaldo passa da una stagione da 23 gol ad una da 42, inizia quel processo che lo porterà a diventare il miglior realizzatore della sua epoca. Di quel momento della sua evoluzione, così cruciale, avevamo scritto in un pezzo intitolato Il giocatore del XXI secolo.

In questa edizione della Champions Ronaldo segna otto gol, di cui quattro di testa. Prima di allora avevamo l’idea che fosse un esterno dribblomane dai capelli pieni di gel, capace di segnare solo dopo un dribbling di tacco o tirando delle bombe all’incrocio.

Questo gol al Chelsea, primo in una finale e undicesimo in Champions League, è la sublimazione di quel lavoro che lo ha trasformato in una Macchina da gol. Mentre l’azione si sviluppa sulla fascia destra, Ronaldo non rimane esterno, ma va a cercarsi la posizione migliore per un eventuale cross sul secondo palo.

Come molte altre volte in futuro, il cross arriva proprio dove previsto da Ronaldo. Presa la posizione migliore alle spalle dell’avversario, il resto gli viene facile: con uno stacco imperioso sovrasta Essien - sembra quasi stia lievitando piuttosto che saltando - e con il collo frusta il pallone nell’angolino basso, impedendo a Cech qualsiasi intervento.

Il gol al Chelsea - che verrà pareggiato da Lampard e che porterà al drammatico rigore di Terry - è invece il manifesto dei centomila gol che segnerà in futuro: una perfetta sintesi tra una forza fisica fuori dal normale e la capacità di trovarsi al posto giusto al momento giusto. Lo potevamo già intuire quando un mese prima aveva "sverniciato" Cassetti all’Olimpico con un salto più vicino ai record dell’atletica che a quelli di un calciatore.

vs Porto - Quarti di finale 08/09

Nei suoi anni a Manchester Ferguson ha lavorato per ripulire il suo gioco, ma Ronaldo non ha abbandonato del tutto una certa idea di calcio barocca a favore dell’ossessione per il gol. Se nella stagione 2007/08 tra campionato e Champions League ha segnato più di 40 gol - mostrandosi al mondo per quello che sarà - nel 2008/09 il suo contributo realizzativo diminuisce (segna comunque 26 gol). Un calo che sembrava fisiologico e normale. Oggi ci siamo abituati ad ali molto produttive sotto porta, ma in quel momento nessuno era pronto all’idea di un’ala che segnasse così tanto.

Il gol al Porto è però una dichiarazione di intenti: se voglio segnare, segno. I giocatori del Porto non si affrettano neanche a coprirgli lo spazio per il tiro, talmente appare una soluzione illogica quella di una conclusione da così distante. Invece Ronaldo è assolutamente consapevole che i suoi limiti sono spostati più in là rispetto agli altri calciatori. La potenza che scarica sul pallone dopo tre veloci passettini è veramente sovrumana: la sfera non cambia mai traiettoria, non si abbassa, non fa una piega. Fila dritta per 35 metri fino ad infilarsi quasi sotto all’incrocio dei pali.

In questa stagione il Manchester United perde in finale contro il Barcellona. Messi segna un gol e vince il Pallone d’Oro. Ronaldo arriva secondo. Scoppia in maniera definitiva una delle rivalità più grandi della storia dello sport, una rivalità che non si può ignorare quando si parla dei 120 gol segnati da Ronaldo in Champions League (Messi è “fermo” a quota 100).

vs Apoel Nicosia - Quarti di finale 11/12

Dopo aver vinto la terza Premier League consecutiva, alla fine della stagione 2008/09,  Cristiano sceglie il Real per continuare a vincere e a competere con Messi. Il primo anno in Champions si ferma in semifinale, battuto proprio dal Barcellona. Il secondo ci pensa il Bayern Monaco - ai rigori - ad eliminarlo ad un passo dalla finale. Se non arrivano le soddisfazioni di squadra, Ronaldo ha però completato il suo percorso di crescita. Da questa stagione in poi andrà sempre in doppia cifra in Champions League e saranno più i gol segnati che le partite giocate.

Quando avete dieci minuti liberi vi invito a recuperare la sua prestazione nel quarto di finale della Champions League 2011/12 contro l’Apoel Nicosia. Lo scarto tra uno dei migliori giocatori del mondo nel prime della sua carriera (in quella stagione segnerà 60 go coi Blancos, seconda miglior prestazione in carriera) e una squadra obiettivamente capitata lì per caso è quasi comico.

Ronaldo dispone della difesa avversaria come vuole. Si concede doppi passi, dribbling e colpi da giocoliere. È così superiore che sembra quasi scordarsi la sua ossessione verso il gol. Quasi.

La punizione con cui segna il gol del 3 a 1 è un capolavoro balistico, una piccola variazione sul tema “gol di Cristiano Ronaldo”. Pur calciando à la Cristiano Ronaldo, ovvero colpendo il pallone in maniera molto secca con l’interno del piede, riesce a far percorrere al pallone una parabola che è si molto potente, ma è anche carica di un effetto rotondo, rinascimentale.

Per rimanere in tema Juventus: sembra quasi la versione futuristica di un gol alla Del Piero.

vs Ajax - Fase a gironi 12/13

Per quattro anni consecutivi Cristiano Ronaldo arriva secondo nella corsa al pallone d’Oro. Per quattro anni vince poco a livello di squadra e individuale. Eppure continua a segnare tantissimo. Anche nella stagione 2012/2013 il Real Madrid si ferma in semifinale, ma lui ritocca il suo record di gol in un'edizione verso l’alto ancora una volta: da 10 passa a 12 e riesce a vincere il suo secondo pallone d’oro (forse il più contestato, soprattutto da Ribery).

Nella fase a gironi segna la prima tripletta in Champions della carriera, all’Ajax. Un gol di rapina, uno di destro da fuori area e questo terzo gol, che ci ricorda come Ronaldo sia prima di tutto un giocatore dalla tecnica individuale incredibile.

Su un contropiede del Real, Cristiano legge il corridoio tra i due difensori dall’Ajax a e ci si butta a velocità doppia. Così veloce che l’assist di Khedira lo trova leggermente troppo avanti. Senza rallentare o interrompere la corsa il portoghese si porta avanti il pallone con l’esterno del piede destro. Un controllo che dimostra una sensibilità fuori dall’ordinario e che è propedeutico a quello che deve fare dopo: trovarsi nella miglior posizione per fare gol.

Il successivo tocco sotto con cui supera il portiere è delicato come una carezza, ma sempre figlio del controllo. Con questo gol Ronaldo sembra quasi volerci dire che se Messi è quello famoso perché segna con gli “scavetti” è solo perché lui preferisce la potenza.

vs Galatasaray - Fase a gironi 13/14

La seconda Champions League Ronaldo la vince nella stagione 2013/14, sei anni dopo la prima. La vince nella stagione in cui il Real Madrid cambia allenatore, arriva Ancelotti al posto di Mourinho, ma soprattutto nella stagione in cui la sua squadra compra Bale, un acquisto che Ronaldo non ha mai totalmente accettato (ancora oggi il costo reale del giocatore gallese è un mistero, perché Ronaldo non voleva si sapesse fosse costato più di lui).
Per vincerla Ronaldo deve salire ancora un altro gradino: in questa edizione va a segno 17 volte. Segna nella fase a gironi, negli ottavi, nei quarti, in semifinale e in finale.

Il più bello dei diciassette è probabilmente questo al Galatasaray. Se quello che cattura gli occhi in questo gol è il gioco di gambe per saltare tre avversari in un fazzoletto, ciò che dovrebbe davvero stupirci è la conclusione. Trovandosi il pallone sul piede sinistro, spostato a sinistra rispetto alla porta, Ronaldo deve calciare con quello che non è il suo piede.

Solitamente quando si calcia col proprio piede debole si perde un po’ di potenza, si cerca quindi magari di guadagnare in precisione, ma Ronaldo in quest’azione va per bucare il pallone, Muslera e la porta. Ha l’equilibrio e la forza necessarie per coordinarsi e calciare da qualunque posizione e in ogni modo (ne farà uno molto simile nella stessa stagione allo Schalke).

È grazie a questa sua capacità unica, un rapporto tra forza ed equilibrio pressoché perfetto, che è riuscito a segnare 666 gol in carriera (finora).

vs Schalke 04 - Ottavi di finale 13/14

Se il gol al Galatasaray è old school Ronaldo ovvero finte e dribbling al potere, questo allo Schalke - sempre uno dei diciassette di questa stagione - mostra un nuovo Ronaldo, ovvero un calciatore che ha ridotto tutto all’essenziale.

Non gli servono più i giochi di gambe e i colpi di tacco, negli anni Cristiano ha imparato che gli basta andare dritto per dritto per essere così fisicamente superiore agli altri da non poter essere fermato. Anche la conclusione è minimale. Non deve angolare o cercare chissà quale parabola: gli basta tirare dritto con tutta la forza che ha per battere il portiere.

vs Liverpool - Fase a gironi 14/15

Con Ancelotti comincia il cambio di ruolo che Zidane renderà definitivo. Ronaldo si sposta di più verso il centro del campo e nel 4-3-3 gli spazi aperti da Benzema e Bale sono tutti suoi, mentre in fase difensiva il suo compito viene svolto da altri.

Ronaldo deve solo essere incisivo e risolutivo in un Real Madrid sempre più associativo e talentuoso. Questo gol al Liverpool è un po’ il manifesto del Cristiano che siamo abituati a vedere negli ultimi anni.

Ronaldo agisce nella zona centrale dell’attacco, viene a prendersi il pallone e subito si connette con Benzema, che non solo sta offrendo una linea di passaggio, ma sta anche liberando l’area di rigore. Ricevuto il passaggio di ritorno Ronaldo si gira e trova una sponda in James Rodriguez. Appena scaricato il pallone, non rimane fermo: attacca subito lo spazio centrale lasciato libero da Benzema perché sa che è lì che lo andrà a cercare il suo compagno.

A questo punto ci sarebbe da scrivere un trattato sulla sensibilità con cui Rodriguez usa il piede sinistro. Ma concentriamoci su quello che fa Ronaldo: c’è un altro essere umano sulla terra che avrebbe fatto questo gol al posto suo? Cristiano colpisce il pallone di controbalzo, senza guardare la porta, mentre è in equilibrio precario eppure trova il fazzoletto di porta dove Mignolet non può arrivare.

C’è un video in cui un team di scienziati studia le caratteristiche fisiche e mentali di Cristiano Ronaldo. Ad un certo punto gli chiedono di concludere a rete su dei cross dalla destra, spegnendo la luce appena la palla viene calciata. Lui segna lo stesso, tre volte, prima di testa, poi di controbalzo e alla fine pure di spalla.

Chi assiste è sinceramente meravigliato. Nel video i vari esperti provano a spiegare Ronaldo: parlano della sua capacità di lettura delle situazioni di gioco, dicono che si trova nel suo inconscio, costruita sulla sua esperienza di gioco.

Il gol al Liverpool è così: potrebbe segnarlo anche al buio.

vs Bayern Monaco - Quarti di finale 16/17

Nella stagione 2016/17 per la prima volta si inizia a parlare di un calo di Cristiano Ronaldo, che ne limite la fantasia e l’onnipotenza. Segna solo 2 gol nella fase a gironi e rimane a secco negli ottavi di finale contro il Napoli. Pur giocando pochi minuti, anche Morata ha segnato più gol di lui in Champions.

La sua risposta alle critiche è un fiume in piena: nei quarti segna 5 gol al Bayern Monaco, in semifinale 3 all’Atletico Madrid e in finale 2 proprio alla Juventus. È forse la sua Champions League più incredibile.

Sono 10 gol in 5 partite, 10 gol che lo certificano come il più grande attaccante dei nostri tempi. Segna in tutti i modi, di destro, di sinistro, di testa. Gol da “vero centravanti” ruolo che ormai occupa stabilmente, ma soprattutto gol segnati alle migliori difese del mondo.

Al Bayern Monaco segna questo gol solo apparentemente facile: Ronaldo deve smorzare il cross di Ramos col petto per tenere il pallone il più vicino possibile al suo corpo (forse si aiuta anche con il braccio, la bravura di certi gesti sta anche nell’essere indecifrabili) e poi calciare di sinistro in un decimo di secondo dopo il rimbalzo per impedire il recupero della difesa (di Douglas Costa, tra l’altro). Pensa così rapidamente che senza davvero volerlo calcia il pallone con quel poco d’esterno che serve per non colpire Neuer addosso.

In questo momento più che un centravanti sembra un robot progettato per convertire in gol ogni pallone che entra dentro l’area.

vs Atletico Madrid - Semifinale 16/17

L’Atletico Madrid in questa stagione è forse anche più forte di quello arrivato in finale l’anno precedente. Prima di affrontare il Real in semifinale ha preso 5 gol in tutto il torneo, Ronaldo gliene segna 3 in novanta minuti.

Questo al volo di destro contiene una grande dose di fortuna (la fortuna è l’amica migliore degli attaccanti), ma dimostra anche quanto sia micidiale Ronaldo. Filipe Luis riesce a toccare il passaggio di Benzema (in molti dei gol di Ronaldo torna la figura di Benzema, questo dovreste ricordarvelo in futuro), ma il pallone finisce per carambolare sul piede di Cristiano, di nuovo sul ginocchio del terzino dell’Atletico per poi impennarsi.

Come un giocoliere, Ronaldo se lo lascia passare sopra la testa e dopo il rimbalzo fulmina Oblak. Anche qui: non è un gol impossibile, ma quale altro giocatore da quella posizione, in quella situazione, avrebbe segnato certamente?


Ronaldo non sbaglia mai quando non deve sbagliare, la sua efficienza è massima. E più l’occasione è importante, più la sua efficienza migliora.

vs Juventus - Quarti di finale 17/18

Siamo tutti d’accordo che questo è il gol che mostreremo agli alieni quando dovremo spiegare Cristiano Ronaldo? Anche raccontarlo sembra superfluo: è la sintesi più pura di tutto ciò che trovate scritto su di lui nelle righe precedenti e in tutti i pezzi che parlano della sua etica del lavoro, della sua unicità, delle capacità fisiche fuori dal comune che lo rendono uno degli atleti più grandi di sempre.

Dopo questo gol tutto lo stadio si fermò ad applaudire. Fu un gesto particolare, ma significativo. Un gesto che spiega quello che possiamo provare per un giocatore così, anche se lo odiamo, anche se ci ha pugnalato alle spalle dieci volte.

Più che un gol è un'icona in movimento, il verso di una poesia, il frutto del lavoro di una vita.