Calciomercato amarcord, Nesta al Milan: quel bilancio pareggiato ai rigori

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Vanni Spinella

Estate 2002: la Lazio mette in vendita la sua bandiera, ma Galliani e Berlusconi definiscono l'affare impossibile. All'ultimo giorno di mercato, a sorpresa, piazzano il grande colpo. Decisivi, nel dietro-front, i gol di Inzaghi. E a fine stagione...

IL TABELLONE DEL CALCIOMERCATO

Il “no” secco giunse da Rimini, dove il presidente Berlusconi era impegnato nel tradizionale meeting estivo di CL (Comunione e Liberazione, non Champions League). “Nesta al Milan? Non è possibile. Nel calcio siamo arrivati a livelli che davvero non hanno più nulla di economico e morale”. Pochi giorni dopo, arrivò l’annuncio, al termine della classica telenovela estiva: Alessandro Nesta lasciava la Lazio per diventare un giocatore del Milan. La chiamiamo “Segreti e bugie?”.

Il bilancio del bar Sole

A tutto c’è una spiegazione, e anche Galliani diede la sua, pungolato dai tanti che gli ricordavano il suo fresco invito ai club di A, in qualità di presidente della Lega, a un mercato più morigerato, con un occhio – meglio due – sempre al bilancio. Bilancio: è la parola-chiave, già nell’estate 2002.

Galliani inizia a pronunciarla il 12 agosto, nella piazzetta di Porto Rotondo, quando afferma categorico: “Nesta costa troppo, non è compatibile con il nostro bilancio”. Sergio Cragnotti, presidente della Lazio, gli ha appena chiesto 45 milioni per la sua bandiera, uno dei pochi difensori in grado di cambiare il volto a una squadra. Non a caso, con la Lazio in difficoltà economica e bisognosa di venderlo, c’è la processione di club pronti a offrire il loro aiuto. Il primo a muoversi, appena finito il campionato, era stato Moggi. Affare possibile, tanto che Del Piero, a fine mercato, dichiarerà: “Mi aspettavo di trovare alla Juve o Nesta o Cannavaro”. A spartirsi le due colonne della Nazionale saranno invece Milan e Inter. La stessa Inter, prima di virare su Cannavaro (su cui invece erano in vantaggio i rossoneri), aveva inseguito a lungo Nesta, graditissimo a Cuper (“O Nesta o nessuno. Solo con lui si può fare il salto di qualità”). Persino Totti si era sbilanciato con un’ipotesi da rivoluzione di piazza: “Nesta alla Roma? Cosa lo impedisce?”. Alla fine, il tentativo di Galliani: l’incontro in Sardegna con Cragnotti, la richiesta di 45 milioni, l’offerta di 35 e due ore di colloquio, iniziato ai tavolini del Bar Sole e proseguito nella villetta dell’ad rossonero, servite soltanto a far scendere le pretese della Lazio a 43,5 milioni.

Le due strade di Galliani

“Deciderà Berlusconi”, le parole con cui Galliani non chiude del tutto la porta. La sbarrerà, come detto, lo stesso Berlusconi pochi giorni dopo da Rimini, spegnendo il sogno di tanti tifosi rossoneri a secco da tre stagioni e in attesa del grande colpo. Galliani, però, non si arrende. Torna a far visita al presidente con una promessa, quella di non alterare il bilancio (“Vorrei prendere Nesta, ma il budget non cambierà”) e gli illustra due strade.

Una è quella dei tagli, magari anche dolorosi (si parla di una cessione di Rui Costa, ma Berlusconi smentisce subito: “No, lui mi piace tantissimo. Anche se io lo chiamo QuantoMi Costa”). “Oppure c’è la possibilità che i migliori risultati sportivi e i maggiori ricavi ci consentano di raggiungere un punto di equilibrio più alto, senza dover ricorrere ai tagli”, spiega Galliani. E qui Inzaghi gli dà una mano, portandolo in CL (Champions League, non Comunione e Liberazione).

Il 14 e il 28 agosto, infatti, il Milan si gioca l’accesso ai gironi di Champions nel preliminare contro lo Slovan Liberec: finisce 1-0 all’andata (Inzaghi), sconfitta 2-1 al ritorno (gol di Inzaghi in apertura) e qualificazione. Tre giorni dopo, al termine dell’ultima frenetica giornata di mercato, il Milan sborsa 31 milioni per Nesta, tra lo stupore generale e l’entusiasmo dei tifosi.

Grande entusiasmo dei tifosi, sì, ma anche dei giocatori del Milan, convinti di avere finalmente una super-squadra, con l'arrivo di Nesta. Ba gli cede la maglia numero 13, Maldini lo incorona erede di Baresi; non si nasconde nemmeno Ancelotti ("Difesa a 3 o a 4? Se volete adesso possiamo anche provare a 2"). L'unico a disagio è proprio l'ex-laziale, che esibisce un sorriso stiracchiato e appare ancora sconvolto dopo l'addio alla maglia biancoceleste

Il rigore del bilancio

“Il no di Rimini era un no sentito”, si affretta a spiegare Galliani. “Se fossimo usciti ai preliminari di Champions non mi sarei sognato di prendere Nesta. Se invece dovessimo arrivare fino in fondo, semifinale e finale, il costo di Nesta sarebbe coperto e annullato”. Sembra che abbia la sfera di cristallo: il Milan vincerà quella Champions, ai rigori contro la Juve, con Nesta che fa più del suo segnando anche dal dischetto nella roulette finale. Ma trovate un tifoso rossonero che quella sera abbia esultato per il bilancio in equilibrio.

Scontro tra ex-compagni di squadra nel derby semifinale di Champions. Nesta e Crespo sono i due grandi campioni venduti nell'estate 2002 da Cragnotti e finiti uno al Milan, l'altro all'Inter in sostituzione di Ronaldo