Kyle Walker al Milan: cosa c'è dietro la scelta di lasciare l'Inghilterra

Nel processo di ‘de-City-zzazione’, ampiamente avviato dai risultati del campo, ci sono loro, le colonne di una squadra per sempre destinata a rimanere nella leggenda. Kyle Walker è sicuramente una di queste. 17 trofei vinti e un contributo essenziale nella trasformazione del DNA di un club storicamente associato alla sconfitta. Ha chiesto di essere ceduto all’estero, come confermato da Guardiola nella conferenza stampa dopo la vittoria in FA Cup contro il Salford. Una richiesta specifica, espressa con la massima chiarezza, a testimonianza di una presa di coscienza maturata su più fronti: calcistica e personale. È l’estate del 2023, il Manchester City ha da poco vinto il Treble: Premier League, Champions League, FA Cup. Alla porta del capitano dei Citizens sta bussando con molta insistenza il Bayern Monaco. Sembra la naturale consecutio di una traiettoria scintillante. La chiusura del ciclo con il City, con la tanto agognata coppa inseguita per anni. L’apertura di uno nuovo, con un colosso internazionale . Ma Guardiola non ci sta. Contravvenendo a uno dei suoi principi cardine , invita Walker a cena in un ristorante del centro di Manchester e lo convince a rimanere. L’annuncio del rinnovo è cinematografico con l’omaggio alla straordinaria interpretazione di Leonardo Di Caprio in una scena cult de ‘The wolf of Wall Street’. La naturale scia di un entusiasmo rigenerato grazie alle abilità non solo tattiche ma persuasive dell’allenatore più grande di tutti i tempi. Una scelta ancora una volta azzeccata perché in termini di trofei e vittorie, sarà Walker ad alzare la quarta Premier League consecutiva, filotto mai riuscito a nessun club nella storia del campionato inglese. È sul fronte personale che – parallelamente - la vita di Walker inizia a sgretolarsi. Ora, perdonateci se preferiamo non soffermarci su una sfera che – a nostro personalissimo avviso - non può e non deve appartenere alla nostra facoltà di analisi. Diversamente, una ben nota parte della stampa inglese vede ossigeno nei momenti di crisi di personaggi esposti al pubblico. La conseguenza è un’inevitabile produzione continua di prime pagine, colonne, retroscena, dettagli, ‘scoop’. Un’onda mediatica, veemente e violenta, che ha avuto una fortissima incidenza sul crollo delle prestazioni di Walker in campo. Il dramma personale Come dice Guardiola nella già citata conferenza stampa post Salford, “Walker non si sente più in grado di giocare al massimo del suo livello”. Una realtà cruda ma accettata dallo stesso protagonista. Che, purtroppo, cammina a braccetto con un’altra spiacevole esperienza di questa stagione. Il suo calo di rendimento ha provocato molte critiche, tristemente non manifestate attraverso un legittimo dissenso da parte dei tifosi allo stadio, ma attraverso insulti di natura razzista e volgarmente legati alla sua sfera privata. Il tutto dove, se non sulle piattaforme social? Walker ha pubblicato gli screenshot degli insulti ricevuti su Instagram. Per fortuna nelle storie, che scompaiono dopo 24 ore: non si vedono più, ma sono stati agghiaccianti. Da qui, e dall’accanimento quasi patologico della stampa, la richiesta non solo di lasciare il Manchester City, ma il paese. “Walker ha chiesto di essere ceduto all’estero”. Guardiola è stato chiaro. Addio dunque al romantico ritorno allo Sheffield United, spesso tornato di attualità negli ultimi mesi. Il club per cui ha sempre tifato sin da bambino. Il club che non ha mai smesso di seguire quando i molteplici impegni con il Manchester City glielo permettevano. Walker dunque riparte dal Milan. La squadra di Sergio Conceiçao cerca stabilità sulla fascia, Kyle si augura di trovarla nella vita.

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Kyle Walker al Milan: cosa c'è dietro la scelta di lasciare l'Inghilterra

Filippo Benincampi