Tutti pazzi per Yeremay: perché lo spagnolo piace tanto anche in Serie A

Si abusa spesso della parola ‘predestinato’. Alessandro Biolchi, su Sky Sport Insider, ne ha parlato a proposito di uno a cui quel termine sembrava calzare proprio a pennello: Lionel Messi. Talento puro, classe, costanza. Ebbene, possiamo dire questo: in comune Messi e Yeremay hanno tre cose. Il campionato in cui stanno crescendo, o quantomeno la Nazione, cioè la Spagna; l’altezza ; il ruolo. Anche se l’ex Barcellona ha sempre giocato a destra, mentre la stellina del Deportivo, che in Segunda Division sta facendo benissimo e che di certo in Segunda Division non resterà, preferisce partire da sinistra. Niente paragoni, per carità. E niente predestinazioni. Però una cosa è certa: in occasione del prossimo calciomercatomercato si parlerà tanto di lui. Yeremay è uno degli obiettivi del Como di Fabregas, lo ha cercato parecchio a gennaio il Napoli di Conte e piace anche alla Juventus, alla ricerca di nuovi talenti ma con un interrogativo forte legato al futuro di Tudor. E quindi dell’intero progetto. Ma perché Yeremay è così ambito? E perché Fabregas, che invece a Como sarà una certezza , spinge per avere un altro giocatore offensivo e di fantasia in rosa? C’è probabilmente anche una questione di appartenenza geografica: a Cesc piace tanto lavorare con gli spagnoli . Ma c’è anche un altro fattore: il talento in una squadra che vuole fare il salto di qualità non può davvero mai mancare. E Yeremay di talento ne ha tantissimo. I dati Qualche numero, di quelli più semplici da interpretare: 15 gol, 5 assist nella Serie B spagnola. Partendo dalla fascia. Il classe 2002 con questa categoria, di fatto, non c’entra nulla. Ma andiamo più in profondità, facendoci aiutare da Soccerment. A sinistra, la Spiderchart che mette a confronto i dati di Yeremay rispetto a tutti gli altri esterni o trequartisti della Segunda Division. A destra, invece, il radar che mostra le sue qualità confrontate ai pari ruolo ed età: sull’asse orizzontale si misurano le metriche relative ai dribbling; su quello verticale il numero di tocchi per la squadra nel terzo di campo offensivo. Quindi quello vicino all’area. Cosa emerge? Prima di tutto, un buon dato di expected Goal: tira tanto, ma il rapporto tra il dato di xG medio e il tiro è basso, cosa che denota una spiccata propensione a calciare più da fuori che da dentro l’area. È poi il miglior dribblatore di tutta la Segunda Division, e ha un’altissima percentuale di pericolosità grazie alle conduzioni di palla . È molto efficace nel terzo offensivo: si fa coinvolgere tanto all’interno della manovra, ed è spesso il giocatore che dà quella scintilla perché proprio quella manovra possa accendersi definitivamente. Non è un caso che questi due dati lo pongano in generale tra i migliori giocatori in assoluto in Europa rispetto ai pari ruolo e pari età. E non è un caso che un giocatore così, con queste qualità, e soprattutto con dei margini di miglioramento notevoli, a uno come Fabregas faccia impazzire. La clausola Il nodo resta legato alla clausola sul suo contratto: era di 15 milioni fino a gennaio. Ora si è alzata a 35 e non è trattabile in nessun modo. Ma per molti il giocatore li vale già tutti. Il Deportivo ci ha creduto tanto e ha investito su di lui 5 anni fa, dopo una lunga esperienza nel Las Palmas e nella cantera del Real Madrid. Dove, guarda un po’, è arrivato su intuizione di Sixto Alfonso, che a Madrid ha anche portato quel Nico Paz che a Como conoscono benissimo. Sarebbe bello rivederli insieme? Fabregas ci spera. Ah, per la cronaca: lo soprannominano ‘Peke’, che vuol dire ‘Piccolino’, per la statura; Messi è sempre stato la ‘Pulce’, che alla fine rende un’immagine simile. Ma con Messi c’entra poco : l’indicatore di similarità di Soccerment lo vede più vicino a uno come Boga o Isaksen. Due che in Serie A comunque qualcosa hanno fatto. Pur senza essere predestinati.

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Valentino Della Casa