Il giorno che ha cambiato la storia di Napoli

La storia inizia il 5 luglio 1984, nulla poi è stato come prima. Da quel giorno Diego Armando Maradona ha rappresentato il punto di riferimento per la città, travalicando il riscatto sportivo trasmesso sul campo con la conquista di due scudetti, della Coppa Uefa, della Coppa Italia e della Supercoppa Italiana, diventando ambasciatore e nume protettore di Napoli. Un’icona che ha accompagnato il club anche negli anni bui delle retrocessioni e del fallimento. Fonte di identità e appartenenza per chi lo ha visto sul campo e per chi lo ha conosciuto solamente attraverso i racconti di chi ha vissuto quegli anni. L'inizio della storia Diego ha ‘vinto’ anche gli ultimi due scudetti, il suo nome per sempre rimarrà legato al nome della città che lo ha accolto 41 anni fa. Era il 5 luglio del 1984, l’ingresso al San Paolo, immortalato da due scatti iconici che fotografano l’inizio della storia. Due immagini realizzate da Luciano Ferrara e Mario Siano, che l’imprenditore napoletano Gennaro Ausiello ha voluto esporre una accanto all’altra nel salone della sua casa di Posillipo dove ha ospitato una mostra fotografica interamente dedicata a Diego Armando Maradona, un vernissage completato dagli scatti di Sergio Siano, che ha raccolto l’eredità professionale paterna. L’ingresso di Diego al San Paolo immortalato da due prospettive diametralmente opposte: dal campo e dal tunnel degli spogliatoi. L’istante in cui è cambiata la storia del Napoli e di una città intera. “Erano le 13.55, il momento in cui Maradona entrò al San Paolo. Quella mattina arrivammo allo stadio molto presto” Luciano Ferrara, professione freelance, era stato ingaggiato per un reportage sul primo giorno di Maradona a Napoli. “C’erano decine di colleghi sulla pista del San Paolo, tantissimi in prossimità delle scale che dagli spogliatoi portavano al campo. Quando vidi Diego sbucare dal tunnel capii subito che per me quello non era il posto giusto per immortalare l’attimo del suo ingresso. Dietro l’argentino c’erano troppe persone, l’inquadratura, poi, avrebbe ‘schiacciata’ la figura di Diego. Allora mi spostai dall’altra parte”. Diego era arrivato a casa Al San Paolo c’erano sessantamila persone, costo del biglietto 1000 lire. Napoli si era fermata per accogliere il campione argentino. Un momento di riscatto per una città messa in ginocchio dalla guerra di camorra e dagli anni difficili della ricostruzione post terremoto. “Quando cominciò a salire le scale -racconta Ferrara- sul secondo gradino appoggiò tutta la pianta del piede, quasi a volerne saggiare la consistenza, per comprendere in fondo se fosse il posto giusto. Sul secondo solo la punta, sollevandosi ed allargando le braccia… aveva capito che era arrivato a casa”. Il primo contatto con la sua gente Sergio Siano aveva sedici anni, da pochi mesi aveva cominciato a lavorare insieme al papà Mario. “Quella mattina a casa ci svegliammo tutti molto presto, era un giorno speciale, papà lavorava per Il Mattino, ci separammo allo stadio, lui andò in campo, io con i miei amici dei Quartieri Spagnoli nel settore Distinti”. Sergio Siano dopo quel 5 luglio del 1984 ha seguito Diego Armando Maradona in tutti i suoi anni napoletani, presenza fissa al centro Paradiso. “Salì gli scalini lentamente, lo sguardo verso il cielo, i secondi sembravano più lenti del normale. Quando mise il suo piede per la prima volta sul campo, al San Paolo, si alzò un boato che perforò i miei timpani, il cuore mi batteva forte, come i tamburi della Curva A. Mio padre -continua Siano- realizzò una foto tecnicamente perfetta, ma la sua bravura fu di cogliere l’attimo in cui Diego alzò gli occhi verso la tribuna, il momento in cui ci fu il primo vero contato con la sua gente”. Le due immagini accompagnate da scatti inediti di Diego Armando Maradona rappresentano un tributo al campione argentino, a 41 anni dal suo avvento a Napoli. Una storia d’amore che nulla e nessuno potrà mai spezzare.

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