L’eroe dimenticato: cosa c’è dietro il caso Donnarumma

A ogni battito di ciglia sembra di rivedere una parata della magnifica cavalcata Champions. Sbatti le palpebre e sei ad Anfield, lo rifai e sei a Villa Park, lo fai ancora e sei all’Emirates, fino a Monaco. Miracolo dopo miracolo, tornano in mente le esultanze sfrenate di Gigio Donnarumma, con quella cicatrice sulla guancia destra a renderlo quasi eroico nelle sue movenze. Il problema è che tra un battito di ciglia e l’altro ogni volta che riapri gli occhi vedi la realtà, fatta di una ferita molto più profonda - che a differenza di quella sul viso - non sembra destinata ad essere curata. Perché quello tra Donnarumma e il Psg è uno strappo violento, rumoroso, ma purtroppo non inaspettato. Proviamo a tornare indietro e a ricostruire come si è arrivati fino a qui, a questo punto paradossale in cui il miglior portiere dell’ultima stagione, campione d’Europa da protagonista e candidato al Pallone d’Oro si è ritrovato messo alla porta dal club che ha portato alla tanta agognata gloria europea. Il primo punto da analizzare è lo stallo sul rinnovo, dopo una trattativa iniziata oltre un anno fa ma arrivata a una situazione di blocco totale. Troppo alte le richieste di Donnarumma per la nuova politica parigina, che mette il collettivo davanti al singolo e che per questo rifiuta stipendi giganti. Finita l’era dei Messi, Neymar, Mbappè, il Psg ha totalmente virato da questo punto di vista e la cosa sicuramente non ha aiutato, creando notevole distanza tra offerta e richiesta. Ma non è l’unico punto. In aggiunta c’è un’altra componente. Donnarumma è un giocatore che Luis Enrique non ha scelto . Non lo ha scelto lui né lo ha scelto il ds Campos. Spesso al Psg è tornato di moda il discorso di un portiere bravo con i piedi che esalti l’uscita palla di Luis Enrique e in quest’ottica il club pensa di poter migliorare con l’arrivo di Chevalier, liberandosi così di Donnarumma anche con un giustificativo tecnico, nonostante tra i pali non ci sia partita tra i due. Non è un caso se l’abilità coi piedi dell’ex Lille sia stata sottolineata anche da Al Khelaifi nel comunicato di presentazione come nuovo acquisto. E poi ci sono altre due componenti da non sottovalutare. La prima: il Psg è terrorizzato dal ripetere il caso Mbappè. Non considerando probabilmente che Mbappè fu pagato 180 milioni mentre Donnarumma arrivò a 0, il Psg vorrebbe evitare di perdere un altro campione portandolo a scadenza di contratto. Da lì la scelta di fare una mossa da scacco matto, velocizzando l’acquisto di Chevalier, portandolo a Parigi prima della Supercoppa Europea e facendo filtrare l’informazione che arriva in rosa per fare il primo, chiarendo così subito con Donnarumma che le gerarchie sono cambiate e che in caso di permanenza forzata non giocherà. Un aspetto che il capitano dell’Italia non può permettersi ovviamente nell’anno che porta al mondiale. E a proposito di nazionalità, l’ultimo punto: Chevalier è considerato il portiere del futuro della nazionale francese. Un club che ama cavalcare il patriottismo come il Psg è ben felice di puntare su un talento francese, che guardacaso ha sottolineato nella sua prima intervista l’importanza di poter rappresentare la nazione nel club più famoso di Francia e che non a caso è spinto già da tutti i media locali, con l’obiettivo comune di portarlo al posto da titolare nei Blues, attualmente occupato da Maignan. A tal proposito, la storia incredibilmente si ripete. Come al Milan, dopo una trattativa per il rinnovo andata male, Gigio Donnarumma a scadenza verrà sostituito da un portiere… in arrivo dal Lille. Coincidenza abbastanza particolare. All’epoca fu Maignan, oggi è Chevalier, attualmente primo e secondo della nazionale francese. Adesso per Donnarumma la situazione è complicata. Da un lato il capitano della nostra nazionale è 'protetto' dalla sua bravura, sfoggiata ampiamente nell’ultima stagione ed è rassicurato dalla convinzione di essere a oggi uno dei migliori portieri del mondo se non il migliore. Dall’altro, però, a meno di 20 giorni dalla fine del mercato le soluzioni sono poche. Due nello specifico: Rimanere contro la volontà del club, rischiando di non giocare e sperando di riconquistarsi giorno dopo giorno il posto da titolare in squadra. Per poi firmare a zero, da gennaio, con una big d’Europa e con la possibilità di alzare le richieste di ingaggio e bonus alla firma visto il risparmio sul costo del suo cartellino Andare via, ma con qualche difficoltà. Il Psg chiede almeno 25-30 milioni, ma soprattutto poche squadre possono permettersi le richieste di stipendio di Gigio. Il City, che monitora la situazione in attesa prima di tutto di piazzare Ederson, ma che nei dialoghi già in corso da mesi col giocatore e il suo entourage ha un po’ raffreddato la sua posizione viste le richieste economiche giudicate troppo elevate. Poi lo United, che quando si tratta di spendere non si è mai fatto troppi problemi e che non ha mai avuto rassicurazioni da Onana, tutt’altro. E magari sullo sfondo il Chelsea, altro club molto ricco, con un’anima italiana e che ha avuto poca fortuna ultimamente con i portieri. Da Parigi a Udine seguiremo nei prossimi giorni tutti gli sviluppi di questa vicenda in ogni caso triste, fatta di poca riconoscenza ma anche di richieste molto alte, di giochi di strategia e di tempo. Intanto una cosa è certa: lo strappo tra Donnarumma e il Psg difficilmente potrà essere ricucito e diventare solo una cicatrice, come quella disegnata sul volto del miglior portiere dell’ultima Champions League.

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Gianluigi Bagnulo