Maurizio Sarri è pronto per una nuova avventura a Londra, in un ambiente che apprezza particolarmente le tradizioni italiane. Da Vialli a Conte: tutti a Stamford Bridge
Sarà merito dell'accento gradito, di una tradizione culinaria invidiabile o dell'atteggiamento caloroso? Gli allenatori italiani piacciono particolarmente a Stamford Bridge, tanto che Maurizio Sarri si inserisce al centro di un mosaico che i Blues hanno iniziato a costruire 20 anni fa. Nel 1998, quando Gianluca Vialli inaugurò la tradizione del 'made in Italy' che, compreso l'ex Napoli, conta sei allenatori azzurri. Dopo di lui Claudio Ranieri (l'unico a non aver aggiunto un trofeo alla bacheca del Chelsea), Carlo Ancelotti, Roberto Di Matteo e Antonio Conte. Tutti vincenti, o quasi, uniti dallo stesso destino. Dopo la gloria e una stagione meno brillante rispetto alle aspettative, il Chelsea gli ha fatto fare le valigie...
Gianluca Vialli (1998-2000)
Prima giocatore, dal 1996 al 1999, poi allenatore, dal 1998 al 2000. Gianluca Vialli conosce molto bene l'ambiente londinese. Il clima, le abitudini, le reazioni dei tifosi dopo un successo e dopo una sconfitta. E' stato il primo italiano a conquistare il cuore dei Blues. Ma è stato amore a prima vista? La vittoria in Coppa di Lega e quella in Coppa delle Coppe inaugurarono la prima annata, conclusa con il quarto posto in Premier League. Poi la vittoria della Supercoppa europea contro il Real Madrid e l'ultima stagione che iniziò con il trionfo nella Charity Shield contro il Manchester United: il quinto trofeo conquistato in meno di tre anni lo rese l'allenatore più vincente nella storia del club. Ma tutto questo non è bastato. Alcuni diverbi con i giocatori e l'avvio della stagione successiva a rilento portarono al suo licenziamento. Esattamente il 12 settembre del 2000.
Claudio Ranieri (2000-2004)
In Inghilterra Claudio Ranieri ha brillato lontano dal cielo di Londra. Anche se, tra gli italiani, detiene due primati. E' quello che ha allenato per più tempo i Blues: quattro anni, dal 2000 al 2004. Ma è l'unico che non ha ottenuto trofei sulla panchina del Chelsea. Anche se, una piccolissima parte di storia, l'ha scritta anche lui. Tinkerman, così come lo chiamava la stampa inglese, ha raggiunto la semifinale di Champions e il secondo posto in Premier League nello stesso anno, 2003-2004. Poi è stato sollevato dall'incarico e al Chelsea arrivò Mourinho...
Carlo Ancelotti (2009-2011)
La tradizione italiana è ripresa nel 2009 con l'arrivo di Carlo Ancelotti. L'attuale allenatore del Napoli è passato anche da Stamford Bridge. E sarebbe impossibile non ricordarlo: è stato il primo italiano a vincere la Premier League. Ma non è tutto. Alla sua prima partita ufficiale sulla panchina inglese conquistò il Community Shield contro il Manchester United, battuto ai rigori 4-1. Senza tralasciare la vittoria della FA Cup. Anche per lui, però, il destino è stato lo stesso. Una stagione al di sotto delle aspettative, un secondo posto in campionato e l'eliminazione in Champions ai quarti. E quindi, arrivò il momento dei saluti.
Roberto Di Matteo (2012)
Breve, ma intensa. Si può definire così l'esperienza di Roberto Di Matteo sulla panchina del Chelsea. Scelto prima come assistente di Villas-Boas, prese la guida dei Blues e scrisse una parte della loro storia. Prima la vittoria nella finale di FA Cup contro il Liverpool, poi la Champions League contro il Bayern Monaco. Due settimane dopo. Una doppietta che gli ha assicurato il rinnovo, ma soltanto per pochi mesi... a novembre, dopo una sconfitta contro la Juventus nella fase a gironi di Champions, venne esonerato.
Antonio Conte (2016-2018)
E infine, Antonio Conte, allenatore del Chelsea dal 2016 al 2018. Nel maggio 2017 si laureò campione di Inghilterra nella stagione di esordio e con due turni di anticipo. Arrivò inoltre in finale di FA Cup, ma venne sconfitto dall'Arsenal. Poi, una storia vista e rivista. Alla gloria è seguita una stagione meno positiva, ma comunque con un trofeo in bacheca. Un'altra FA Cup, l'ottava per i Blues (che hanno battuto in finale il Manchester United) che non è bastata a recuperare i rapporti tra Antonio Conte e la società. Quindi l'esonero e il cambio della guardia. Inizia l'era di Maurizio Sarri che a Londrà può sentirsi a casa.