
Kyle Walker è il nono inglese della storia del Milan, un club fondato più di un secolo fa proprio dall'inglese Kilpin (e dal socio fondatore Edwards), ma che ha avuto pochi figli del Regno nelle sue fila. Gli amici Tomori e Abraham con Loftus-Cheek nel presente, la doppia parentesi di Beckham (al quale Walker ha fatto un omaggio), la meteora per eccellenza Blissett e il volo di Hateley in un derby su Collovati. Le storie

KYLE WALKER AL MILAN
- Kyle Walker, 34 anni, arriva dal Manchester City di cui era il capitano (7 anni e mezzo a Manchester con 18 trofei conquistati).
- Ha vestito la maglia della nazionale inglese 93 volte (un gol)
- La formula è quella di un prestito gratuito con diritto di riscatto fissato a 5 milioni.
- Ha scelto il numero 32: "E' per David Beckham, icona nel nostro Paese”.
- Curiosità: viene ufficializzato nel giorno del compleanno di Herbert Kilpin, fondatore del Milan (nacque a Nottingham il 24 gennaio del 1870)

L'ORIGNE INGLESE
- Pochi inglesi nella storia, vero, ma la storia è partita da loro. Cioè da chi il football lo aveva appena inventato. In una delle terre del calcio, Nottingham. La sede del Forest, tra i più antichi della storia del calcio. La culla anche di Herbert Kilpin. Tra i primi giocatori, il primo allenatore e il principale fondatore del Milan. O, come si chiamava al tempo, Milan Football and Cricket Club.

KILPIN E EDWARDS
- La storia inglese si intreccia con quella italiana. L'Hotel du Nord et des Anglais, in piazza della Repubblica a Milano, a due passi dalla Stazione Centrale, oggi lascia posto al Principe di Savoia. Fu lì che nacque il Milan. Anno 1899. Per volere dell'inglese Kilpin. Alfred Edwards, tra i soci fondatori e inglese anche lui, fu il primo presidente.

JIMMY GREAVES (1961)
- Campione del mondo '66 con l'Inghilterra. Leggenda Spurs, arrivava dal Chelsea. Dieci partite e nove gol, ma un feeling - parola molto british - mai trovato con Rocco, il Parón delle prime due Coppe dei Campioni della storia del Milan che sarebbero arrivate poco dopo.

LUTHER BLISSETT (1983-84)
- Se esiste tuttora grande scetticismo sugli inglesi in A, in parte lo si deve a meteore come Blissett. Arrivato dal Watford di Elton John, divenne presto quintessenza del flop di mercato. Promise gol ma ne fece appena sei. Molti di più quelli sbagliati. Crudele il gioco di parole creato dai tabloid: Luther Miss-It (Luther l'ha sbagliato). Negli anni Novanta il suo nome divenne addirittura uno pseudonimo utilizzato da un movimento di controcultura letteraria ed artistica.

RAY WILKINS (1984-1987)
- Nel posto giusto al momento sbagliato. A Milano dopo gli anni delle due Serie B. Via appena prima dell'inizio dell'epopea berlusconiana. Era soprannominato Razor (il rasoio) per via di quei passaggi taglienti e precisi. Ricordato con grande affetto dal tifo milanista alla sua scomparsa, nel 2018. È stato anche lo storico vice di Ancelotti nei suoi anni londinesi al Chelsea.

MARK HATELEY (1884-1987)
- Il volo su Collovati, olio su tela. Cioè il gol che segnò l'inglese nel derby di andata della stagione 1984-85. Era il 28 ottobre, un giorno speciale. Perché quel Milan aveva giocato la Serie B, perché quel Milan non vinceva un derby da sei lunghissimi anni (1978, lo scudetto della stella) prima dell'inferno delle retrocessioni. Perché Hateley deluse, ma quella rete restò icona milanista, perché così potente, perché saltando proprio su Collovati (passato dal Milan all'Inter), perché divenne simbolo di una liberazione.

DAVID BECKHAM (2009 e 2010)
- Uno Spice Boy a Milano. Quando il Milan amava circondarsi delle superstar più lucenti. Lui aveva appena salutato l'Europa per l'America, per Los Angeles, Hollywood, a provare a dare nuovo lustro al calcio a stelle e strisce. Lasciò il patinato per lottare, su ogni pallone. A gennaio 2009 e in quello del 2010, con la MLS ferma e per conquistarsi il Mondiale con la nazionale inglese. Gol su punizione, assist, ma anche tanta corsa e tanto sacrificio. Senza lieto fine: proprio in rossonero salta il tendine e salta anche il Mondiale.

FIKAYO TOMORI (2021-presente)
- Secondo inglese della storia a vincere il campionato italiano, dopo Young con l'Inter. E anche da assoluto protagonista. Arriva dal Chelsea, giovane e con la voglia di imporsi. Nell'anno dello scudetto forma coi francesi Kalulu e Maignan la linea Maginot che vale il tricolore. Rendimento recente altalenante, ma con Conceição sta ritrovando la titolarità.

LOFTUS-CHEEK SOLO (2023-presente)
- Settimo figlio del Regno nella storia del Milan, anche lui dal Chelsea come Tomori e Greaves. Il Milan lo paga circa venti milioni nell'estate del 2023, con Pioli gioca spesso, ma la stagione rossonera non ingrana. Fin qui dieci centri e tre assist in sessantuno gettoni col Milan.

ABRAHAM, L'AMICO DI TOMORI
- C'è la sua firma sull'ultimo trofeo del Milan: 3-2 in pieno recupero nel derby vinto contro l'Inter in Supercoppa. Amicissimo con Tomori (i due sono letteralmente cresciuti insieme nelle giovanili del Chelsea)