Semantica di Cristiano Ronaldo: l'analisi del discorso del nuovo re bianconero

Calciomercato

Vanni Spinella

Sfida, vincere, voglio. Sono le parole maggiormente utilizzate da Cristiano Ronaldo nel corso della sua presentazione. Abbastanza chiari i suoi obiettivi. Ma forse ai tifosi sarebbe piaciuto sentirgli pronunciare di più la parola "Champions"

L'alieno ha parlato. E sapeva bene che pendevamo dalle sue labbra, in quei momenti. L’ego di Cristiano Ronaldo si nutre anche così: sarà contento dunque di sapere che il suo primo discorso da juventino è stato praticamente vivisezionato da qualsiasi tifoso alla ricerca di promesse o semplicemente curioso di conoscere i suoi piani di conquista del calcio italiano. Noi ci abbiamo provato in maniera addirittura “scientifica”.

La tag cloud di CR7, ovvero la nuvola di parole che ha utilizzato con più frequenza nel corso della conferenza di presentazione, parla chiaro come lui. Vincere, sfida, voglio, carriera. Oltre a Juventus, naturalmente. Non serve uno scienziato per interpretare il CR-pensiero.

Sfida

L’ha ripetuto praticamente ad ogni risposta data ai giornalisti. Per lui adesso inizia una nuova fase: il passato, al Real Madrid, è stato glorioso (“e i numeri parlano per me”, aggiungerebbe lui), ma adesso si tratta di ripetersi con una nuova maglia, in un nuovo campionato. Questa, per CR7, è la vera sfida. Confermarsi il migliore (lui annuirebbe) in un contesto diverso. Sfida è rinunciare alla zona di comfort, come ha ribadito. E la frecciatina a quelli che a 33 anni se ne vanno in Qatar o in Cina non è stata casuale: quella non può essere una sfida, per un giocatore che coltiva ancora ambizioni. L’Italia, per Cristiano Ronaldo, lo era: un bel messaggio al nostro campionato.

Vincere

Approdato nella squadra in cui “è l’unica cosa che conta” si troverà sicuramente a proprio agio. Vincere è l’unico modo che Cristiano ha per confermare la sua ipotesi (quella di essere il migliore) ma è anche molto di più. Per lui è una necessità, bisogno fisiologico: gli aneddoti sui suoi livelli di competitività fanno quasi sorridere. Non esiste campo nel quale non voglia primeggiare, ama i record, adora essere il numero uno. L’avevamo già capito, ma ai tifosi della Juventus farà piacere sapere che “vincere” è una delle sue parole preferite.

Voglio

Da bambini ci hanno insegnato il valore del condizionale (“vorrei”), raccontandoci la storiella dell’ “erba voglio che non cresce nemmeno nel giardino del re”. Balle. Nel giardino del nuovo re, Cristiano Ronaldo VII, l’erba-voglio cresce alta mezzo metro. La coltiva lui, di persona. CR7 non chiede il permesso: si prende ciò che vuole. Così, nel suo discorso d’insediamento, ha espresso tutte le sue volontà: “Voglio lasciare il segno nella storia della Juventus” (frase ripetuta pari pari in due occasioni), “Voglio trionfare”, “Voglio sempre vincere”. Ma tanto egoismo è stato mitigato anche da un paio di “voglio” più generosi, rivolti al prossimo: “Voglio essere d’esempio”, “Voglio dedicarmi e pensare solo alla Juventus”. Chi ha detto che CR è un tiranno?

Carriera

Ogni tanto Cristiano Ronaldo si volta, dà uno sguardo a tutto ciò che ha creato e si complimenta con se stesso. Ogni volta che usa la parola “carriera” lo fa per sottolineare quanto di buono abbia fatto in passato (“carriera da sogno”, carriera in cui nulla gli è stato regalato…); poi però torna a guardare avanti, lontano. “Un passo avanti nella mia carriera” significa che c’è ancora tanto da dare; vuol dire non essere ancora sazi. Lo stesso ritornello che ha portato la Juventus a infilare 7 scudetti di fila.

Champions

È la parola che i tifosi bianconeri avrebbero voluto sentire uscire con maggior frequenza dalle regali labbra di Cristiano Ronaldo. Forse li avrà leggermente delusi, dato che l’ha utilizzata appena due volte, di cui una per parlare dei suoi duelli con Benatia (incontrato, appunto, in Champions). L’altra è stata per rispondere a domanda precisa, dunque non una spontanea dichiarazione d’intenti. Ovviamente Cristiano Ronaldo vive per la Champions, non può nemmeno immaginare una stagione in cui non si compete per quel trofeo: probabilmente non ha voluto creare eccessiva euforia in un popolo che da troppo tempo la aspetta con ansia. Ci sarà tempo per riprendere il discorso.

Unica

Usa “unica” un’unica volta. “Sì, è stata l’unica”, per rispondere a chi gli chiedeva se l’avesse cercato solo la Juventus dopo il suo addio al Real Madrid. In mezzo a tante verità, probabilmente l’unica bugia.