Theo Hernandez al Milan, dall'arrivo nel 2019 all'addio: la storia
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Dopo sei anni termina il matrimonio tra Theo Hernandez e il Milan: un rapporto che ha vissuto fasi di grandissimo entusiasmo, quando il francese sembrava incarnare il milanismo e si proponeva come uno dei simboli della squadra, e momenti di crisi, in cui è diventato uno dei bersagli della tifoseria. Riviviamo la sua parabola rossonera
Quello che devi sapere
La benedizione di Maldini
Classe 1997, francese, terzino sinistro moderno, anzi modernissimo. Theo Hernandez arriva al Milan nel luglio 2019, su intuizione del più grande terzino della storia rossonera (all’epoca dirigente) che vede in lui un possibile erede. E Theo, da parte sua, vede in Paolo Maldini un esempio, un modello. "Se ho firmato per il Milan è stato in gran parte grazie a lui. Ero molto vicino a firmare per il Bayer Leverkusen, ma lui ha ribaltato tutto”, dirà Theo dopo il suo approdo in rossonero. “È venuto a trovarmi in vacanza a Ibiza. Abbiamo parlato di calcio, ho sentito subito che il Milan era il posto giusto. Mi ha detto molte cose buone sul mio gioco e sui miei progressi. Non c'è riferimento migliore per il mio ruolo e per il Milan".

Il Real non ci crede, il Milan sì
Quello in cui arriva è il Milan affidato a Marco Giampaolo, che in quella estate prende anche Leao e Kessié. Prende la maglia numero 19, deve ancora compiere 22 anni: al Real Madrid (dove sulla fascia avevano già Marcelo, Mendy e Reguilon) c’è troppa concorrenza e rischia di giocare pochissimo, l’ultima stagione l’ha già trascorsa in prestito alla Real Sociedad. Con 20 milioni di euro diventa rossonero.

Un attaccante mascherato da difensore
I tifosi del Milan lo adorano fin da subito. Debutta alla quarta giornata – le prime tre le ha saltate per infortunio – entrando al posto di Ricardo Rodriguez nel derby: pochi minuti in campo e colpisce un palo. Ma è soprattutto la personalità a spiccare: la esibirà spesso e soprattutto nelle sfide con l’Inter, accendendo ancor di più il tifo rossonero. Tatticamente, poi, si descrive così: “Più che un difensore, io sono per una parte attaccante. Sono un terzino moderno che ama partecipare al gioco, seguire l’azione e segnare. Questo comporta dei rischi, ma lo sappiamo. Ho il fisico per fare questo lavoro, anche se a volte è difficile: avanti e indietro, avanti e indietro... In una partita faccio circa 10 chilometri”.

L'asse con Leao
Per trovare il primo gol gli basta poco: arriva alla quarta presenza, contro il Genoa. Si ripete due turni dopo con la Roma. Chiuderà la prima stagione con 6 gol in campionato – dopo che era stato a lungo il capocannoniere della squadra – e gli elogi di Pioli (nel frattempo subentrato a Giampaolo) e del calcio italiano. Sulla fascia sinistra, nella Serie A, non c’è nessuno come lui. Al secondo anno di Milan si migliora: 7 gol, annessa una doppietta al Parma con cui salva i rossoneri dopo che si erano trovati sotto 0-2 a San Siro. Presenza costante in attacco grazie alla libertà che gli concede Pioli, che ha capito come esaltare le sue doti di velocità, di corsa, di progressione palla al piede. Davanti a lui, sulla stessa fascia, gioca Leao: un asse che nelle giornate di grazia può decidere da solo l’esito di una partita. Se il binario "Theao" funziona, il Milan viaggia

Lo scudetto, la nazionale, la fascia di capitano, il rinnovo
Nella stagione seguente (2021-22) viaggia addirittura fino allo scudetto. Altri 5 gol per Theo (e ricordiamo che, almeno sulla carta, parte sempre come terzino), ormai punto di forza della squadra. È l’anno in cui anche Deschamps si accorge di lui e inizia a convocarlo nella nazionale francese, con cui giocherà il Mondiale 2022, perso in finale contro l’Argentina. Anche le big d’Europa lo corteggiano, ma per il Milan è assolutamente incedibile. Non è tutto: nel suo magico 2022 arriva a indossare la fascia di capitano del Milan, la stessa del suo idolo Maldini (succede per la prima volta il 6 gennaio, in un Milan-Roma 3-1), e il club gli propone il rinnovo di contratto fino al 2026
Gli scontri con Dumfries
Inizia a emergere anche il carattere di Theo, protagonista di qualche “colpo di testa”. Come nel derby del 5 febbraio 2022 (quello che i rossoneri ribaltano con la doppietta di Giroud), quando inizia il suo personale duello con l’interista Dumfries, che si ripeterà ogni volta che si incroceranno su quella fascia (anche con le rispettive nazionali). Un duello che spesso va oltre la sfida sul campo, con i tifosi delle due squadre che li eleggono loro idoli anche per questo modo di vivere il derby. L’inizio della loro “amicizia” nel 2022, appunto, quando Theo rimedia un rosso dopo aver steso Dumfries con un fallaccio: l’olandese si rialza e lo spintona, e da lì inizia una saga fatta di screzi, punzecchiature e naturalmente altri falli

Lo striscione di Dumfries
Dal canto suo, Dumfries non ha mai negato. "Non ho niente contro Theo, ma non ci andrei mai a cena", disse con un elegante giro di parole. Meno elegante fu quando, nel corso dei festeggiamenti per il ventesimo scudetto, l'olandese raccolse uno striscione dal pubblico e lo mostrò: nell'immagine, Dumfries teneva Theo al guinzaglio, come se fosse un cane. Un gesto punito con una multa di quattromila euro da parte della Procura federale. Dimenticavamo: in quel derby, quello del 22 aprile 2024 (che stavolta valeva lo scudetto per l'Inter) i due furono entrambi espulsi, al termine di una rissacon spintoni e mani al collo

Il "caso" del cooling break
Se lo scudetto rappresenta l’apice, nelle due stagioni seguenti Theo si conferma insostituibile per Pioli (che in piena emergenza arriva persino a schierarlo centrale di difesa per una partita), ma inizia la lenta parabola discendente nel suo rapporto con il Milan. Il contributo di gol e assist c’è sempre, ma i tifosi diventano più esigenti e non gli perdonano le amnesie in difesa. Poi nell’estate 2024 approda al Milan Paulo Fonseca. L’episodio più celebre che ha per protagonista Theo è quello del “cooling break” durante Lazio-Milan del 31 agosto. Il francese e Leao, tenuti da Fonseca inizialmente in panchina e mandati in campo da pochi minuti, si “ribellano” decidendo di non unirsi ai compagni durante il cooling break che l’allenatore usa per dare le sue indicazioni tattiche (e restando addirittura dall’altra parte del campo). “Eravamo appena entrati in campo, non ne avevamo bisogno”, si giustificano i due. “Niente contro allenatore o compagni”

Il rosso a Firenze e la multa del Milan
Alti e bassi. Il nervosismo di Theo e la sua incapacità di mantenere il controllo in determinate situazioni, riemergono poco dopo, in un Fiorentina-Milan (6 ottobre 2024) in cui, con la fascia al braccio, si fa espellere da Pairetto (rosso diretto) dopo aver discusso con l'arbitro a partita ormai terminata (gara nel corso della quale aveva fallito un calcio di rigore). Due giornate di squalifica e questa volta anche il Milan prende provvedimenti, multandolo.

Il gol in Supercoppa
A gennaio nuovo piccolo picco, con la conquista della Supercoppa italiana, il secondo titolo della sua carriera al Milan. Nel derby con l'Inter in finale, vinto in rimonta, è determinante un suo gol su punizione. La Supercoppa e lo scudetto si aggiungono ai titoli vinti nel suo anno al Real Madrid (vissuto non esattamente da protagonista): Champions (tre presenze in quella edizione), Supercoppa di Spagna (entrando in campo nel finale nella gara di ritorno), Supercoppa europea e Mondiale per Club (dalla panchina)

Il record strappato a Maldini
E poi c'è il 14 gennaio 2025, data storica per Theo. Segnando nel 2-1 al Como diventa il difensore del Milan con più gol in Serie A, raggiungendo le 30 reti e battendo così il record che apparteneva a Paolo Maldini. Maldini è tra i primi a fargli i complimenti, regalandogli la sua storica maglia numero 3 con una dedica speciale. "A Theo, il mio degno erede. Ti voglio bene“, a ribadire ancora una volta l'affetto e la stima nei suoi confronti.

L'offerta del Como nel mercato di gennaio
A proposito di Como: proprio i lariani, nel mercato di gennaio, presentano un'offerta al Milan per Theo Hernandez. Circa 50 milioni sul piatto, Milan che tentenna, Theo che alla fine rifiuta la destinazione preferendo il palcoscenico della Champions con i rossoneri

La "follia" contro il Feyenoord in Champions
L'episodio che determina la "rottura" tra Theo e i tifosi del Milan il 18 febbraio 2025: nel ritorno del play-off di Champions contro il Feyenoord, Theo rimedia un cartellino rosso per doppia ammonizione: già ammonito per una trattenuta inutile e un accenno di rissa, cerca un rigore simulando. L'arbitro lo espelle, il Milan in 10 non regge e viene eliminato. Una "follia" che i tifosi del Milan non riescono a perdonargli, perché sintomo di una "leggerezza" a livello mentale che ha mostrato in più occasioni, anche in momenti determinanti. Si inizia a parlare di un possibile divorzio a fine stagione, diventato realtà dopo l'offerta dell'Al-Hilal

Il messaggio d'addio di Leao a Theo
Detto del "binario Theao" che tanto ha prodotto in termini offensivi, non è una sorpresa che il primo a salutare la partenza del francese è stato proprio Rafa Leao, con un messaggio su Instagram: "Fratello mio, compagno di tante battaglie, insieme abbiamo attraversato momenti belli e brutti, ma è stato un piacere poter condividere lo spogliatoio e il campo con te. Ti auguro tutta la fortuna del mondo in questa nuova avventura. Mi mancherai tantissimo perché nel corso degli anni sei diventato una persona importante per me. Non doveva finire così, ma la vita è piena di sfide. In bocca al lupo per il tuo nuovo percorso, come sempre, tiferò sempre per te e per noi!"

