La seconda occasione di "Vino". Non ne avrà una quinta
Ciclismo"Un ciclista ha diritto a una seconda occasione. Non a una quinta": parole di Bradley Wiggins alla vigilia della Liegi. Alexandre Vinokourov, al rientro da una squalifica e trionfatore a Liegi, vuole dimostrare che "si può vincere anche senza doping"
di Matteo Veronese
"Un ciclista ha diritto a una seconda occasione. Non a una quinta". Parole di Bradley Wiggins, paladino del ciclismo pulito prima alla Garmin-Slipstream e ora al Team Sky, alla vigilia della Liegi in merito ai troppi casi di doping che hanno flagellato il ciclismo in questi anni. Concedendo una seconda chanche a "Vino", la vittoria alla "decana" è un piccolo gioiello di tattica, lettura della corsa e istinto. Tutte doti che il kazako ha dimostrato di possedere fin dai primi anni da professionista: Delfinato e Vuelta Valenciana vinti al secondo anno tra i pro gli hanno aperto le porte della chiacchierata T-Mobile del campione tedesco Ullrich.
Lo scandalo doping che lo ha travolto gli aveva tolto solo temporaneamente la voglia di lottare per dimostrare la sua innocenza. In una settimana ha vinto Giro del Trentino e Liegi-Bastogne-Liegi e si presenta in forma eccelsa alla partenza del Giro d’Italia. Vinokourov non ha un viso che ispira simpatia, difficilmente sarà mai un beniamino del pubblico, ma è capace di grandi imprese, di attacchi che rimangono negli occhi della gente e che possono deliziare gli amanti di questo sport, scottati troppe volte da campioni di plastica. L'aria di diffidenza che si respirava ieri all'arrivo l'ha percepita anche lui: ha indossato la solita maschera che indossa quando taglia il traguardo, quando sale sul podio, quando parla di doping ed è passato oltre. Forse non pretende che la gente creda in lui ma vuole provare che si può vincere anche senza trucchi da laboratorio.
Ieri ce l'ha fatta, ci riproverà al Giro. E' la seconda occasione, non ce ne sarà una quinta ma nemmeno una terza.
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