Riccò migliora, l'Antidoping indaga. "Licenziato se dopato"
CiclismoDura presa di posizione della squadra olandese. Il Coni ha aperto un procedimento disciplinare nei confronti del ciclista, ricoverato da domenica a Modena dopo un malore dovuto forse ad una autotrasfusione. Duro il presidente della Federciclismo
Riccardo Riccò avrebbe riferito al primo medico che lo ha preso in cura dopo il malore, domenica all'Ospedale di Pavullo, di essersi fatto un'autoemotrasfusione utilizzando proprio sangue conservato in frigorifero. Lo ha confermato il procuratore di Modena Vito Zincani: la stessa Procura della città emiliana ha aperto un fascicolo conoscitivo per sospetta violazione della normativa antidoping. Il corridore, mentre riceveva le prime cure al Pronto Soccorso, avrebbe anche riferito al medico di aver tenuto il proprio sangue per circa venticinque giorni prima di rimetterlo in circolo, e di temere per lo stato in cui era stato conservato.
L'ufficio della Procura antidoping del Coni, intanto, ha aperto un procedimento disciplinare nei suoi confronti. Riccò, ancora ricoverato in Neurorianimazione, ha trascorso la notte senza complicazioni e rimane vigile. Il padre del ciclista, Rubino, aveva riferito che il figlio si era sentito male per un blocco renale e che le sue condizioni sono peggiorate dopo un allenamento, fino a quando non è stato necessario, qualche ora più tardi, chiamare il 118.
Nel frattempo il bollettino medico diramato dall'Ospedale Sant'Agostino di Baggiovara ha confermato che le condizioni generali di Riccò sono in via di miglioramento, che il ciclista ha trascorso una notte tranquilla ed è vigile. La prognosi, sia pure in via prudenziale, rimane riservata.
"Quello che ha fatto Riccò è difficile da comprendere. A livello di immagine è un danno spaventoso. Ora dobbiamo ancora una volta rimboccarci le maniche". Così il presidente della Federazione ciclistica italiana Renato Di Rocco commenta l'ammissione fatta da Riccardo Riccò di essersi fatto un'autotrasfusione e l'apertura di due procedimenti da parte delle procure di Modena e antidoping del Coni. "Nella sua testa non è cambiato nulla - aggiunge alludendo alla precedente squalifica per doping - Riccò è uno di quei giovani che non vuole bene a se stesso. Tenere una sacca di sangue in casa è proprio da matti. La radiazione? Ci può stare". Di Rocco ha proseguito con durezza: "Non ci sono mezzi termini: per il suo bene, per la sua famiglia, per il bene del ciclismo deve lasciare lo sport agonistico".
La Vacansoleil, il team olandese per il quale corre Riccardo Riccò, ha annunciato che licenzierà il ciclista se emergerà che si è dopato. In un comunicato la formazione afferma di "non avere elementi sufficienti in questo momento", ma assicura che "la squadra pratica la tolleranza zero in materia di doping e ogni corridore che va contro il regolamento antidoping sa che sarà licenziato". Se i sospetti su Riccò dovessero essere confermati il corridore "rischia l'espulsione immediata e una procedura giuridica sara' avviata per aver attentato all'immagine della Vacansoleil" ha aggiunto un portavoce del team.
L'ufficio della Procura antidoping del Coni, intanto, ha aperto un procedimento disciplinare nei suoi confronti. Riccò, ancora ricoverato in Neurorianimazione, ha trascorso la notte senza complicazioni e rimane vigile. Il padre del ciclista, Rubino, aveva riferito che il figlio si era sentito male per un blocco renale e che le sue condizioni sono peggiorate dopo un allenamento, fino a quando non è stato necessario, qualche ora più tardi, chiamare il 118.
Nel frattempo il bollettino medico diramato dall'Ospedale Sant'Agostino di Baggiovara ha confermato che le condizioni generali di Riccò sono in via di miglioramento, che il ciclista ha trascorso una notte tranquilla ed è vigile. La prognosi, sia pure in via prudenziale, rimane riservata.
"Quello che ha fatto Riccò è difficile da comprendere. A livello di immagine è un danno spaventoso. Ora dobbiamo ancora una volta rimboccarci le maniche". Così il presidente della Federazione ciclistica italiana Renato Di Rocco commenta l'ammissione fatta da Riccardo Riccò di essersi fatto un'autotrasfusione e l'apertura di due procedimenti da parte delle procure di Modena e antidoping del Coni. "Nella sua testa non è cambiato nulla - aggiunge alludendo alla precedente squalifica per doping - Riccò è uno di quei giovani che non vuole bene a se stesso. Tenere una sacca di sangue in casa è proprio da matti. La radiazione? Ci può stare". Di Rocco ha proseguito con durezza: "Non ci sono mezzi termini: per il suo bene, per la sua famiglia, per il bene del ciclismo deve lasciare lo sport agonistico".
La Vacansoleil, il team olandese per il quale corre Riccardo Riccò, ha annunciato che licenzierà il ciclista se emergerà che si è dopato. In un comunicato la formazione afferma di "non avere elementi sufficienti in questo momento", ma assicura che "la squadra pratica la tolleranza zero in materia di doping e ogni corridore che va contro il regolamento antidoping sa che sarà licenziato". Se i sospetti su Riccò dovessero essere confermati il corridore "rischia l'espulsione immediata e una procedura giuridica sara' avviata per aver attentato all'immagine della Vacansoleil" ha aggiunto un portavoce del team.