L'Etna risveglia il Giro: ora è rischio cenere vulcanica

Ciclismo
Ciclisti sotto l'Etna, durante la tappa della 91esima edizione da Catania a Milazzo (Getty)
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Dopo le polveri dello sterrato della Toscana, a intimorire i ciclisti è l'attività vulcanica dell'Etna. Ieri, all'alba, dopo l'eruzione e forti boati, sono seguite violente esplosioni di cenere che hanno invaso le strade della tappa in calendario domenica

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di Alessandro Puglia

"U Mungibeddu
", "a Muntagna", il monte dei monti, il gigante buono o semplicemente l’Etna, prepara la cornice della nona tappa del Giro d’Italia 2011. Domenica, tra le salite circondate da ginestre, faggeti e betulle, i ciclisti della 94esima edizione, avranno un ostacolo in più: la cenere lavica. Il vulcano più grande d’Europa (3.346 metri) ha ripreso, dopo cinque mesi, la sua attività stromboliana. Secondo l’Ingv (Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia) di Catania, l’eruzione è cominciata la mattina dell’8 maggio. Ieri tra le due e le sei, all’alba, a forti boati sono seguite delle violente immissioni di sabbia vulcanica, invadendo piazze e strade.

Gli uomini della Sac spazzano in tempo reale le piste dell’aereoporto, chiuso per tutta la mattinata. Se la situazione dovesse peggiorare, il timore sarebbe quello del trasferimento delle squadre. La direzione del Giro ha, intanto, accolto la richiesta di anticipare di mezz'ora il programma della tappa per consentire ai team di raggiungere Catania per imbarcarsi sui voli charter diretti a Termoli. Fortuna, che dopo la tappa siciliana, i ciclisti avranno un giorno di sosta. E si spera che a Muntagna si sia calmata, altrimenti si godranno l'eruzione, magari dallo splendido scenario che si vede dal porto catenese di Ognina.

Il rischio maggiore è comunque la cenere. Dopo la quinta tappa di ieri, da Piombino a Orvieto, caratterizzata dalla polvere degli sterrati che hanno causato la caduta (per fortuna senza conseguenze), di Tom Jelte Slagte, ciclista olandese della Robobank, la sabbia vulcanica sulle strade potrebbe essere complice, di qualche sfortunato incidente. E pulire 1.250 km di superfice, l’area dell’Etna, in tempi rapidi, sarà  già un'impresa. Angelo Zomegnan, direttore del Giro, sembra resta comunque sereno e replica: "La tappa non è a rischio. Il tratto interessato sono solo gli ultimi quattro chilometri. Ma sul posto sono già al lavoro squadre locali, che stanno ripulendo la strada. Siamo tranquilli".

In attesa della sesta tappa,da Orvieto a Fiuggi, la tappa sicula di domenica, si presenta come una delle più dure del giro (sull’Etna si sale due volte, per finire con 20 km di ascesa fino ad Acireale). Le strade dovrebbero essere ben asfaltate, ma occorre pulire al meglio e sperare che non ci siano altre esplosioni di sabbie nere. Come si dice in questa parte di una Sicilia spirituale: attenti a non “sciddicari” (scivolare).

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