Tour, Basso vola alto: "Dopo 2° e 3° posto, voglio vincere"
CiclismoL'INTERVISTA. Ivan racconta le sue sensazioni per la Grande Boucle. Tra passato e presente. Dagli avversari al doping. Dal tifo per il Milan a Internet. E per tutti i tifosi, un regalo per seguire i suoi allenamenti. LE FOTO
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NEWS: Svolta "verde" del Team Sky al Tour. Per salvare le foreste - Il Tour de France 2011 tappa per tappa - Tour, arriva Ivan Basso: "Sono pronto, aspettatemi" - E' ufficiale: Contador parteciperà al Tour de France
di ILENIA MORACCI
Ivan Basso di certo non sembra volersi nascondere e svela i suoi sogni tinti di giallo. Come il colore della maglia che, da sabato, inseguirà dalla Vandea a Parigi. Contador permettendo. Lui, 33enne della Liquigas-Cannondale, ha già vinto due volte il Giro d’Italia (nel 2006 e nel 2010, ndr) e quest’anno ha deciso di puntare su quello che lui stesso definisce “l’evento principe per un corridore come me”. Da lasciare alle spalle una carriera movimentata, fatta anche di doping e squalifiche. Ecco come è stato possibile andare avanti: dall’importanza della famiglia al sostegno dei tifosi. Un’intervista che spazia dal passato al futuro. Passando per la sua recente biografia e il suo appello a Berlusconi, da milanista, “trovare il nuovo Kakà”. Ma ora, per Ivan, è tempo di pensare solo ad un colore. Il giallo. Il tempo stringe e il Tour dei sogni sta iniziando.
La rinuncia al Giro per puntare alla Grande Boucle. Che significato ha per Ivan Basso questo Tour de France?
"Per me il Tour ha sempre avuto un significato speciale. E’ la corsa che mi ha fatto conoscere in tutto il mondo, è il palcoscenico più importante nonché l’evento principe per un corridore come me che ambisce alle grandi corse a tappe. Rinunciare al Giro è stato difficile, ma quest’anno era opportuno concentrare gli sforzi per coronare il sogno di vincere la maglia gialla. Sono salito sul terzo e il secondo gradino, ora mi manca il primo… purtroppo è un’impresa difficile, ma sono motivatissimo per riuscirci."
Come ti sei preparato? Quanto ha inciso negativamente la caduta sull’Etna?
"La mia preparazione ha coinciso con l’inizio della stagione, dapprima con le corse e i ritiri per preparare il fondo, poi con lavori di qualità per migliorare la brillantezza. L’obiettivo era di correre la primavera per lasciare il segno in alcuni appuntamenti importanti del calendario, ma causa un malessere i risultati non sono stati quelli auspicati. Il lavoro è stato comunque positivo, salvo poi interrompersi sull’Etna. Ho perso tempo prezioso, inutile nasconderlo, ma credo che a giugno sono riuscito a recuperare terreno. Mi manca il riscontro delle corse, perché il Delfinato non è stato altro che un allenamento, ma sono molto fiducioso: ho fatto il possibile per presentarmi al meglio."
L’uomo da battere è Contador, il vincitore del Giro. Quante speranze ci sono con un rivale così?
"Alberto è il più forte, ma al suo fianco c’è pure Andy Schleck. Ora che la corsa non è ancora partita è giusto metterli un gradino sopra gli altri perché negli ultimi due anni hanno dimostrato di essere i più forti. Le speranze di batterlo ci sono, ci mancherebbe, perché per vincere un Tour bisogna tenere conto di tanti fattori. L’esperienza mi insegna che tutto può succedere: ricordate la tappa de L’Aquila dell’anno scorso al Giro? Al termine ci diedero per spacciati. Con le gambe e determinazione ribaltammo il risultato."
Due nomi: la sorpresa e la delusione di questo Tour
"Sorprese particolari non le vedo, ma corridori che possono fare un salto di qualità si, Gesink della Rabobank su tutti. La delusione…beh, aspettiamo di arrivare a Parigi."
Il tuo pronostico per il podio finale
"Mi chiedete troppo. La speranza è di esserci io, magari sul gradino più alto."
E’ appena uscita anche la tua biografia “In salita controvento”. Cosa ti ha spinto a questo progetto?
"Era un’idea che mi balenava in testa da tempo, volevo “raccontarmi” ai tifosi e appassionati nel profondo di me stesso. Il risultato è qualcosa di speciale per me: leggendolo si capisce chi è il vero Ivan, come sono diventato ciò che sono ora, come ho vissuto i momenti migliori e quelli peggiori. È un libro scritto a cuore aperto, e spero di riuscire a trasmettere ai lettori questo sentimento."
L’Operacion Puerto e la squalifica. Una carriera, la tua, che ha avuto dei momenti bui. Qual è stata la chiave per ricominciare?
"L’amore per questo sport e il supporto della famiglia. Due componenti fondamentali per me. L’inizio della bufera è stato difficile, perché dal giorno alla notte tutto è cambiato. Ma la voglia di ritornare nel “mio” mondo mi ha spinto a rimettermi in sella e tornare a pedalare. La vittoria al Giro ha chiuso un cerchio: vorrei che questo Tour ne aprisse uno nuovo."
La Corte Federale della Federciclismo ha appena approvato il provvedimento che vieta di vestire la maglia azzurra a chi ha più di 6 mesi di squalifica per doping. Una decisione che ti riguarda. Come la vivi?
"In questo momento penso solo al Tour de France, nient’altro."
Quale sarà il futuro di Ivan Basso?
"Per un po’ di anni, mi vedrete ancora in bicicletta. Credo di poter fare tre/quattro anni ancora ad alto livello, competitivo al massimo, poi vedremo. Continuerò a fare il corridore fino a quando avrò la voglia di alzarmi la mattina e andare ad allenarmi."
L’aneddoto della carriera che ricordi di più…..
"Purtroppo non sono più giovanissimo e ne avrei tanti. Visto che parliamo di Tour, ricordo l’impatto che ebbi con la corsa. Prendere parte fu come realizzare un sogno. Poi arrivò anche un risultato bellissimo come la maglia bianca. Lì capii che un giorno avrei combattuto per la maglia gialla. Mi auguro di riuscirci quest’anno."
Due domande a un milanista: qual è il colpo di mercato che chiederesti a Berlusconi? Cosa pensi di Gasperini all’Inter?
"Gli chiederei di trovare un giovane fenomeno, come fece con Kakà, che ci aiuti a riconquistare l’Europa. Gasperini? E’ un allenatore che ha fatto divertire, ha dimostrato grandi capacità…ovviamente, porterà l’Inter un posto dietro al Milan."
70mila “follower” su Twitter. Cinquemila amici su Fb. Quanto conta il rapporto con i tuoi fan?
"E’ fondamentale per me, una spinta enorme. Sulle strade voglio dare tutto per farli emozionare poi, sfruttando le nuove tecnologie, cerco di mantenere un rapporto costante. Il loro calore è enorme: forse non immaginano neanche quanto mi faccia piacere. Per loro ho creato pure un’applicazione, che sarà scaricabile da oggi dal mio sito www.ivanbasso.it , dove potranno conoscere tutto della mia attività di corridore. Si chiama “Ride with Ivan Basso” e propone, tra l’altro, tutti i miei allenamenti e i parametri fisici: chiunque può scoprire, e capire, come pedalo."
NEWS: Svolta "verde" del Team Sky al Tour. Per salvare le foreste - Il Tour de France 2011 tappa per tappa - Tour, arriva Ivan Basso: "Sono pronto, aspettatemi" - E' ufficiale: Contador parteciperà al Tour de France
di ILENIA MORACCI
Ivan Basso di certo non sembra volersi nascondere e svela i suoi sogni tinti di giallo. Come il colore della maglia che, da sabato, inseguirà dalla Vandea a Parigi. Contador permettendo. Lui, 33enne della Liquigas-Cannondale, ha già vinto due volte il Giro d’Italia (nel 2006 e nel 2010, ndr) e quest’anno ha deciso di puntare su quello che lui stesso definisce “l’evento principe per un corridore come me”. Da lasciare alle spalle una carriera movimentata, fatta anche di doping e squalifiche. Ecco come è stato possibile andare avanti: dall’importanza della famiglia al sostegno dei tifosi. Un’intervista che spazia dal passato al futuro. Passando per la sua recente biografia e il suo appello a Berlusconi, da milanista, “trovare il nuovo Kakà”. Ma ora, per Ivan, è tempo di pensare solo ad un colore. Il giallo. Il tempo stringe e il Tour dei sogni sta iniziando.
La rinuncia al Giro per puntare alla Grande Boucle. Che significato ha per Ivan Basso questo Tour de France?
"Per me il Tour ha sempre avuto un significato speciale. E’ la corsa che mi ha fatto conoscere in tutto il mondo, è il palcoscenico più importante nonché l’evento principe per un corridore come me che ambisce alle grandi corse a tappe. Rinunciare al Giro è stato difficile, ma quest’anno era opportuno concentrare gli sforzi per coronare il sogno di vincere la maglia gialla. Sono salito sul terzo e il secondo gradino, ora mi manca il primo… purtroppo è un’impresa difficile, ma sono motivatissimo per riuscirci."
Come ti sei preparato? Quanto ha inciso negativamente la caduta sull’Etna?
"La mia preparazione ha coinciso con l’inizio della stagione, dapprima con le corse e i ritiri per preparare il fondo, poi con lavori di qualità per migliorare la brillantezza. L’obiettivo era di correre la primavera per lasciare il segno in alcuni appuntamenti importanti del calendario, ma causa un malessere i risultati non sono stati quelli auspicati. Il lavoro è stato comunque positivo, salvo poi interrompersi sull’Etna. Ho perso tempo prezioso, inutile nasconderlo, ma credo che a giugno sono riuscito a recuperare terreno. Mi manca il riscontro delle corse, perché il Delfinato non è stato altro che un allenamento, ma sono molto fiducioso: ho fatto il possibile per presentarmi al meglio."
L’uomo da battere è Contador, il vincitore del Giro. Quante speranze ci sono con un rivale così?
"Alberto è il più forte, ma al suo fianco c’è pure Andy Schleck. Ora che la corsa non è ancora partita è giusto metterli un gradino sopra gli altri perché negli ultimi due anni hanno dimostrato di essere i più forti. Le speranze di batterlo ci sono, ci mancherebbe, perché per vincere un Tour bisogna tenere conto di tanti fattori. L’esperienza mi insegna che tutto può succedere: ricordate la tappa de L’Aquila dell’anno scorso al Giro? Al termine ci diedero per spacciati. Con le gambe e determinazione ribaltammo il risultato."
Due nomi: la sorpresa e la delusione di questo Tour
"Sorprese particolari non le vedo, ma corridori che possono fare un salto di qualità si, Gesink della Rabobank su tutti. La delusione…beh, aspettiamo di arrivare a Parigi."
Il tuo pronostico per il podio finale
"Mi chiedete troppo. La speranza è di esserci io, magari sul gradino più alto."
E’ appena uscita anche la tua biografia “In salita controvento”. Cosa ti ha spinto a questo progetto?
"Era un’idea che mi balenava in testa da tempo, volevo “raccontarmi” ai tifosi e appassionati nel profondo di me stesso. Il risultato è qualcosa di speciale per me: leggendolo si capisce chi è il vero Ivan, come sono diventato ciò che sono ora, come ho vissuto i momenti migliori e quelli peggiori. È un libro scritto a cuore aperto, e spero di riuscire a trasmettere ai lettori questo sentimento."
L’Operacion Puerto e la squalifica. Una carriera, la tua, che ha avuto dei momenti bui. Qual è stata la chiave per ricominciare?
"L’amore per questo sport e il supporto della famiglia. Due componenti fondamentali per me. L’inizio della bufera è stato difficile, perché dal giorno alla notte tutto è cambiato. Ma la voglia di ritornare nel “mio” mondo mi ha spinto a rimettermi in sella e tornare a pedalare. La vittoria al Giro ha chiuso un cerchio: vorrei che questo Tour ne aprisse uno nuovo."
La Corte Federale della Federciclismo ha appena approvato il provvedimento che vieta di vestire la maglia azzurra a chi ha più di 6 mesi di squalifica per doping. Una decisione che ti riguarda. Come la vivi?
"In questo momento penso solo al Tour de France, nient’altro."
Quale sarà il futuro di Ivan Basso?
"Per un po’ di anni, mi vedrete ancora in bicicletta. Credo di poter fare tre/quattro anni ancora ad alto livello, competitivo al massimo, poi vedremo. Continuerò a fare il corridore fino a quando avrò la voglia di alzarmi la mattina e andare ad allenarmi."
L’aneddoto della carriera che ricordi di più…..
"Purtroppo non sono più giovanissimo e ne avrei tanti. Visto che parliamo di Tour, ricordo l’impatto che ebbi con la corsa. Prendere parte fu come realizzare un sogno. Poi arrivò anche un risultato bellissimo come la maglia bianca. Lì capii che un giorno avrei combattuto per la maglia gialla. Mi auguro di riuscirci quest’anno."
Due domande a un milanista: qual è il colpo di mercato che chiederesti a Berlusconi? Cosa pensi di Gasperini all’Inter?
"Gli chiederei di trovare un giovane fenomeno, come fece con Kakà, che ci aiuti a riconquistare l’Europa. Gasperini? E’ un allenatore che ha fatto divertire, ha dimostrato grandi capacità…ovviamente, porterà l’Inter un posto dietro al Milan."
70mila “follower” su Twitter. Cinquemila amici su Fb. Quanto conta il rapporto con i tuoi fan?
"E’ fondamentale per me, una spinta enorme. Sulle strade voglio dare tutto per farli emozionare poi, sfruttando le nuove tecnologie, cerco di mantenere un rapporto costante. Il loro calore è enorme: forse non immaginano neanche quanto mi faccia piacere. Per loro ho creato pure un’applicazione, che sarà scaricabile da oggi dal mio sito www.ivanbasso.it , dove potranno conoscere tutto della mia attività di corridore. Si chiama “Ride with Ivan Basso” e propone, tra l’altro, tutti i miei allenamenti e i parametri fisici: chiunque può scoprire, e capire, come pedalo."