Giro di Padania deviato da proteste, Basso: "Presi a sberle"
CiclismoEffetti della manovra di governo? Dopo la partenza da Loano per la seconda tappa, come ieri i manifestanti hanno contestato il passaggio della corsa verde a Savona. Spintoni e anche un poliziotto ferito, urtato da un'auto. VIDEO E FOTO
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"Siamo dei ciclisti e siamo venuti a questa gara per correre, chiediamo che il pubblico ci permetta di farlo". E' l'appello di Ivan Basso e Sacha Modolo, protagonisti dei tafferugli di oggi alla partenza della seconda tappa del Giro di Padania. "Siamo stati insultati - raccontano in una nota degli organizzatori della corsa - e qualcuno è andato anche oltre ai fatti e ci ha rifilato delle sberle. Per noi questi comportamenti sono inaccettabili: siamo degli sportivi, ci alleniamo e fatichiamo quotidianamente per poter correre, non accettiamo che i nostri sforzi vengano resi vani in questo modo".
Nuove proteste, dunque, al Giro di Padania, che questa mattina è partito da Loano per la seconda tappa. Alcuni manifestanti, tra i quali esponenti di Rifondazione Comunista e Pd, hanno contestato il passaggio della corsa verde a Savona, costringendo i corridori a deviare il percorso della seconda tappa. Neanche oggi, come ieri nel Cuneese, sono mancati spintoni e anche momenti di tensione tra manifestanti, forze dell'ordine e corridori, davanti alla Torretta di Savona, dove è andata in scena la protesta. C'è anche un poliziotto contuso tra le persone malmenate nei tafferugli: è stato urtato accidentalmente da un'auto dell'organizzazione, mentre cercava di allontanare i manifestanti. In mezzo alla protesta, che ha causato non pochi problemi al traffico cittadino, è finito anche un carro funebre, con tanto di feretro, diretto verso la chiesa per i funerali.
"Quello che è successo oggi a Savona è gravissimo: due ciclisti, due professionisti come Ivan Basso e Sasha Modolo, atleti di cui dovremmo andare fieri, sono stati aggrediti e colpiti da un gruppo di contestatori che non gradivano il passaggio di una corsa che ha il torto di avere una denominazione che alcuni non condividono". Lo afferma in una nota il sottosegretario leghista Michelino Davico.
"Abbiamo sempre dato voce a tutti, offerto a tutti uno spazio, non abbiamo ceduto agli insulti ed alle provocazioni di questi sedicenti gruppi di sinistra - aggiunge - ma ora che Basso e Modolo sono stati colpiti chiediamo, come organizzatori e prim'ancora come sportivi, che i ciclisti siano rispettati e che questi aggressori di Savona siano identificati e denunciati".
"Al sindaco di Savona dico due volte grazie - aggiunge sarcastico il sottosegretario - una per aver mantenuto l'impegno di garantire la sicurezza del passaggio della corsa, l'altra per aver perso l'occasione per tacere, scaldando gli animi in una occasione che per la sua città sarebbe stata di festa e non di guerriglia".
Elia Viviani, della Liquigas-Cannondale, ha vinto poi la seconda tappa da Loano a Vigevano. Secondo al traguardo della gara ciclistica è arrivato Sasha Modolo (Colnago-Cff), seguito al terzo posto da Danilo Napolitano (Acqua&Sapone-Mokambo). L'arrivo in volata si è svolto in modo sereno. Poco prima di Vigevano, sul tracciato della gara, è apparso solo uno striscione senza firma con scritto: 'La Padania non esiste'.
Al traguardo della gara, lungo corso Torino a Vigevano, la presenza leghista è stata abbastanza defilata. C'erano comunque Michelino Davico, ideatore del Giro di Padania, e Monica Rizzi, assessore lombardo allo Sport. "Come Regione Lombardia - ha spiegato la Rizzi - abbiamo voluto e creduto in questo Giro, devo dire che tutta la Giunta ha accolto con benevolenza ed entusiasmo questa tappa lombarda". A premiare i vincitori della seconda tappa, partita da Loano (Savona), era presente anche il sindaco leghista di Vigevano, Andrea Sala, che ha indossato la fascia tricolore. Giovedì il Giro di Padania ripartirà da Lonate Pozzolo (Varese) verso Salsomaggiore (Parma).
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"Siamo dei ciclisti e siamo venuti a questa gara per correre, chiediamo che il pubblico ci permetta di farlo". E' l'appello di Ivan Basso e Sacha Modolo, protagonisti dei tafferugli di oggi alla partenza della seconda tappa del Giro di Padania. "Siamo stati insultati - raccontano in una nota degli organizzatori della corsa - e qualcuno è andato anche oltre ai fatti e ci ha rifilato delle sberle. Per noi questi comportamenti sono inaccettabili: siamo degli sportivi, ci alleniamo e fatichiamo quotidianamente per poter correre, non accettiamo che i nostri sforzi vengano resi vani in questo modo".
Nuove proteste, dunque, al Giro di Padania, che questa mattina è partito da Loano per la seconda tappa. Alcuni manifestanti, tra i quali esponenti di Rifondazione Comunista e Pd, hanno contestato il passaggio della corsa verde a Savona, costringendo i corridori a deviare il percorso della seconda tappa. Neanche oggi, come ieri nel Cuneese, sono mancati spintoni e anche momenti di tensione tra manifestanti, forze dell'ordine e corridori, davanti alla Torretta di Savona, dove è andata in scena la protesta. C'è anche un poliziotto contuso tra le persone malmenate nei tafferugli: è stato urtato accidentalmente da un'auto dell'organizzazione, mentre cercava di allontanare i manifestanti. In mezzo alla protesta, che ha causato non pochi problemi al traffico cittadino, è finito anche un carro funebre, con tanto di feretro, diretto verso la chiesa per i funerali.
"Quello che è successo oggi a Savona è gravissimo: due ciclisti, due professionisti come Ivan Basso e Sasha Modolo, atleti di cui dovremmo andare fieri, sono stati aggrediti e colpiti da un gruppo di contestatori che non gradivano il passaggio di una corsa che ha il torto di avere una denominazione che alcuni non condividono". Lo afferma in una nota il sottosegretario leghista Michelino Davico.
"Abbiamo sempre dato voce a tutti, offerto a tutti uno spazio, non abbiamo ceduto agli insulti ed alle provocazioni di questi sedicenti gruppi di sinistra - aggiunge - ma ora che Basso e Modolo sono stati colpiti chiediamo, come organizzatori e prim'ancora come sportivi, che i ciclisti siano rispettati e che questi aggressori di Savona siano identificati e denunciati".
"Al sindaco di Savona dico due volte grazie - aggiunge sarcastico il sottosegretario - una per aver mantenuto l'impegno di garantire la sicurezza del passaggio della corsa, l'altra per aver perso l'occasione per tacere, scaldando gli animi in una occasione che per la sua città sarebbe stata di festa e non di guerriglia".
Elia Viviani, della Liquigas-Cannondale, ha vinto poi la seconda tappa da Loano a Vigevano. Secondo al traguardo della gara ciclistica è arrivato Sasha Modolo (Colnago-Cff), seguito al terzo posto da Danilo Napolitano (Acqua&Sapone-Mokambo). L'arrivo in volata si è svolto in modo sereno. Poco prima di Vigevano, sul tracciato della gara, è apparso solo uno striscione senza firma con scritto: 'La Padania non esiste'.
Al traguardo della gara, lungo corso Torino a Vigevano, la presenza leghista è stata abbastanza defilata. C'erano comunque Michelino Davico, ideatore del Giro di Padania, e Monica Rizzi, assessore lombardo allo Sport. "Come Regione Lombardia - ha spiegato la Rizzi - abbiamo voluto e creduto in questo Giro, devo dire che tutta la Giunta ha accolto con benevolenza ed entusiasmo questa tappa lombarda". A premiare i vincitori della seconda tappa, partita da Loano (Savona), era presente anche il sindaco leghista di Vigevano, Andrea Sala, che ha indossato la fascia tricolore. Giovedì il Giro di Padania ripartirà da Lonate Pozzolo (Varese) verso Salsomaggiore (Parma).