Pozzato sfida Gilbert: "A me Sanremo, Fiandre e maglia rosa"

Ciclismo
Filippo Pozzato è stato l'ospite d'onore alla presentazione della campagna stampa del Giro d'Italia
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L'INTERVISTA. Ospite d'onore al vernissage milanese della campagna di comunicazione del prossimo Giro d'Italia il corridore vicentino provoca il belga e scopre le carte in vista di una stagione che vuole vivere da assoluto protagonista

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di Alfredo Corallo

La neve potrà anche bloccare un norvegese - Thor Hushovd ha infatti dato forfait - ma non il Pippo Pozzato di questo inizio stagione: ambizioso, "cattivo" come non si era mai visto, forse neanche alla vigilia dei Mondiali di Melbourne 2010, convintissimo che questa sarà la stagione del riscatto. Il corridore vicentino è stato l'ospite d'onore di Rcs Sport al vernissage della campagna stampa del prossimo Giro d'Italia, reduce, peraltro, dai 43 gradi argentini di San Luis ("Brrrrr! Ke freddo a Milano" l'ice-tweet per i suoi quasi 4mila followers, ma alla fine è arrivato ugualmente in sole giacca e t-shirt) e già in partenza verso un altro mondo, domenica sarà al via negli Emirati a supportare quell'Andrea "Flash" Guardini che l'anno scorso vinse una tappa in Qatar.

Poi via, nuovamente in Europa, quando si comincerà a fare sul serio: il "Laigueglia" (17 febbraio) e a ruota Tirreno-Adriatico (7-13 marzo) e la "sua" Milano-Sanremo (il 17). Le prime, impegnative avventure da capitano di una  nuova squadra, la Farnese Vini-Selle Italia, dopo 3 anni alla russa Katusha di cui l'ultimo decisamente negativo (nessuna vittoria nel 2011).

I rapporti non più idilliaci con il boss Tchmil hanno inciso più di tutto sull'addio?
"Beh, qualche incompresione c'è stata, le cose belle a un certo punto finiscono. Ho ritenuto fosse la soluzione migliore per ritrovare quella serenità che da un po' avevo perduto".

E' stata una scelta coraggiosa, ci ha rimesso lei economicamente, no? L'avevano cercata in tanti, dei top team: Lampre, Geox, la Saxo Bank di Contador.
"Sì, è vero, ho resistito al fascino di correre con il più forte, ho preferito seguire l'istinto, il cuore, a 30 anni non ho più voglia di essere considerato un'eterna incompiuta. Sentivo solo la necessità che qualcuno costruisse un progetto intorno  a me. E avevo bisogno di un ambiente familiare".

Quello che le ha ricreato Luca Scinto, diesse della Farnese.
"Esattamente. Ho sempre apprezzato il suo lavoro, le motivazioni che sa trasmettere a un gruppo. Con lui tornerò grande, insieme a Gatto, Guardini e agli altri ragazzi".

Come nel 2006, quando vinse la Sanremo. Pronto dunque a sfidare Gilbert? Si batte il belga nelle corse da un giorno?
"Una mano deve darmela pure lui... Perché se non commette qualche errore è durissima. Massì, sbaglierà..."

Lei però dovrà essere lì ad approfittarne (Boonen, Cavendish, Cancellara, Hushovd, Nibali, Sagan e compagnia permettendo). Ma in quali corse?
"Dico la Sanremo, il Fiandre e al Giro, la maglia rosa sarebbe la ciliegina di un tris da urlo".

Accidenti. E alle Olimpiadi, già che ci siamo, non ci pensa?
"Ovvio, spero di esserci. Ma da qui a Londra...".

Da qui a Londra si assegna anche uno scudetto. Ha detto che è...milanista?
"Milanista? Sono rossonero nel sangue. Siamo i più forti e dovremmo vincerlo noi. Ma non finalizziamo! Ah, quel Robinho...".

Se non finalizzano un Pippo in casa ce l'hanno anche loro. Non sarà un anno Super?