Freccia Vallone, Joaquim Rodriguez senza rivali a Huy

Ciclismo
Per "Purito" (questo il soprannome dello spagnolo) è finalmente arrivato il successo in una classica
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Lo spagnolo del Team Katusha semina tutti sul terribile muro finale e vince in solitaria la sua prima classica. Nei dieci anche Nibali (8°), che cede nel finale, e il giovane Ulissi (9°). Enrico Gasparotto, il vincitore dell'Amstel, ha chiuso 11esimo

Il suo turno è arrivato a 32 anni suonati. Ma ora anche Joaquim Rodríguez può aggiungere al suo palmarès una classica di livello. Non poteva che essere la Freccia Vallone, la corsa belga caratterizzata dal finale sul muro di Huy, un’erta di poco più di un chilometro ma con pendenze da brivido, fino al 26%. Il terreno preferito di "Purito", che è da anni il più forte su questo tipo di salite brevi e difficili e qui aveva colto due secondi posti negli ultimi due anni.

Questa volta lo scalatore spagnolo del team Katusha non ha avuto rivali. Con Evans (vincitore nel 2010) fuori gioco per un malanno e Gilbert (vincitore l'anno scorso) ancora alla ricerca della pedalata migliore, Rodríguez si è tolto anche la soddisfazione di staccare tutti ed esultare in totale solitudine. Secondo è arrivato lo svizzero Albasini, terzo proprio Gilbert: il belga punta sulla Liegi-Bastogne-Liegi di domenica per salvare una primavera fin qui deludente.

Poca gloria c'è stata per gli italiani. Vincenzo Nibali (Liquigas) è stato a lungo nelle prime posizioni del gruppo, ma ha ceduto nel momento decisivo e ha chiuso ottavo. Discorso analogo per Diego Ulissi, giunto nono sul traguardo. Tuttavia, per il talentino della Lampre, classe '89, la top-10 è risultato eccellente: il primo di spessore in una classica importante, proprio nel giorno in cui - vista l'assenza di Scarponi e Cunego - era chiamato ad indossare i gradi di capitano. Il vincitore dell'Amstel Gold Race, Enrico Gasparotto, ha finito 11esimo, su pendenze poco adatte alle sue caratteristiche.

Disputata a lungo sotto una pioggia battente, la corsa non aveva offerto grandi sussulti fino al muro finale. Prima 150 km di calma piatta, con la solita fuga di comprimari (Roux e Bellemakers) tenuta facilmente a bada dal gruppo. Poi tanti attacchi senza esito, ultimo quello di Lars Petter Nordhaug del Team Sky, insieme al canadese Hesjedal (Garmin), ripresi grazie al grande lavoro della Katusha a soli 800 metri dall'arrivo. Un assist perfetto, quello del team russo per il proprio capitano, che Joaquim Rodríguez questa volta non ha sprecato.