Riccò, che stangata: punito con 12 anni di squalifica

Ciclismo
Riccardo Riccò squalificato per 12 anni
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E' la dura sanzione che il tribunale nazionale antidoping ha inflitto al ciclista italiano, accogliendo la richiesta della Procura antidoping del Coni. Riccò era stato accusato di autoemotrasfusione. Galimzyanov trovato positivo all'Epo

Dodici anni di squalifica. Finisce qui, il 19 aprile 2012 la carriera di Riccardo Riccò. La sentenza del Tribunale nazionale antidoping equivale alla radiazione. Accolta in pieno la richiesta avanzata dalla Procura antidoping del Coni per il sospetto caso di autoemotrasfusione che lo scorso anno fece temere per la vita del ciclista. Si chiude così la carriera agonistica di Riccò, già recidivo dopo la squalifica a 20 mesi nel 2008 per positività all'epo nel corso del Tour de France al termine della cronometro di Cholet.

Professionista dal 2006, il corridore di Formigine aveva raccolto parziali successi fino al secondo posto al Giro d'Italia 2008. Doveva essere l'anno della sua consacrazione, ma si trasformò in un incubo. Al successivo Tour, dopo aver vinto due tappe proponendosi come il nuovo Pantani, risultò positivo al Cera, l'epo di ultima generazione. Cacciato dalla squadra, Riccò venne sospeso dal Tribunale nazionale antidoping. A ottobre giunse la sentenza, due anni di squalifica, poi ridotta a venti mesi dal Tribunale arbitrale dello sport (Tas) di Losanna. Il corridore tornò in attività a marzo 2010, vincendo con il giro d'Austria, e poi passò alla Vacansoleil, squadra che voleva tornare in alto.

Un improvviso ricovero, il 6 febbraio 2011, fece riaccendere i riflettori su di lui: un blocco renale gli aveva fatto rischiare la morte. A metterlo nei guai fu il medico del pronto soccorso dell'ospedale di Pavullo, che dichiarò che il corridore gli aveva confessato di essersi fatto una autoemotrasfusione a casa. Partirono due inchieste; una del Coni e una della Procura. Il corridore ha poi sempre negato di aver fatto uso della pratica, vietata dal 1985, per poi ammettere successivamente solo una autotrasfusione di una soluzione ferrosa prescritta da un medico. Riccò viene prima sospeso poi licenziato dalla Vacansoleil.

Oggi la sentenza che chiude la vicenda con la maxisqualifica (più una sanzione economica di cinquemila euro e il pagamento delle spese del procedimento (quantificate forfettariamente in 15 mila euro), che equivale alla radiazione: quando scadrà, il 18 gennaio del 2024 Riccò avrà 40 anni.

E continuano a persistere casi di doping nel ciclismo: il russo Denis Galimzyanov è stato trovato positivo all'Epo, come comunicato dall'Unione Ciclista Internazionale (UCI) che ha spiegato che lo sprinter della squadra Katusha è stato sospeso  provvisoriamente. La positività è stata riscontrata dal laboratorio antidoping di Colonia in un test effettuato a Galimzyanov il 22 marzo. Secondo il regolamento dell'UCI, il corridore 25enne rimane escluso da ogni attività nel ciclismo fino a che la Federazione russa non adotterà una decisione.