Giro, Rubiano Chávez re dei saliscendi. Malori maglia rosa
CiclismoIl colombiano dell'Androni è imprendibile sulle salite della sesta tappa del Giro, la prima impegnativa. Adriano Malori, in fuga con Rubiano, arriva secondo e toglie il primato a Navardauskas. Cavendish e Phinney nel tempo massimo per pochi secondi
Premia i fuggitivi la sesta tappa, la prima davvero impegnativa di questo Giro 2012: 210 km da Urbino a Porto Sant'Elpidio, con 4 gpm in programma. A vincere è il colombiano Miguel Ángel Rubiano Chávez, che va in fuga dall'inizio insieme ad altri 14 corridori e si dimostra il più forte su tutte le salite di giornata.
Ma c'è grande gioia anche per Adriano Malori: l'italiano della Lampre, in fuga con Rubiano fin dai primissimi chilometri, arriva secondo a 1'10", batte il polacco Golas in volata e grazie agli abbuoni toglie la maglia rosa a Navardauskas. Il lituano è crollato negli ultimi 50 km, dopo aver provato a difendere il primato con grande tenacia.
"Che emozione!", ha detto a caldo Malori. "A un certo punto non vedevo più la strada per la fatica. Ho rischiato ed è andata bene". Il giovane passista della Lampre, campione italiano in carica a cronometro, vede così premiato non solo il coraggio nel tentare la fuga da lontano, ma anche la prova nelle due cronometro (individuale e a squadre) dei giorni scorsi. Malori, classe '88, è anche la nuova maglia bianca.
CALDO E SALISCENDI - Doveva essere la prima frazione movimentata del Giro, nel percorso e nello svolgimento. Non ha tradito le attese, complice un percorso che non presentava un metro di pianura: salite non lunghe, ma tante e difficili. E complice anche il gran caldo: una novità per il gruppo partito dalla Danimarca appena una settimana fa.
La temperatura non ha scoraggiato i cacciatori di tappe, tanto che la fuga è partita fin nei primissimi chilometri. Questa volta sono in 15 a tentare l'avventura: insieme all'onnipresente maglia azzurra Balloni (Farnese Vini) ci provano gli italiani Adriano Malori (Lampre), Cesare Benedetti (NatApp) e Manuel Belletti (Ag2R). Poi Miguel Ángel Rubiano Chávez (Androni), Alexandr Dyachenko (Astana), Dominique Rollin (FdJ), Jack Bauer (Garmin), Jens Keukeleire (Lotto), Alexandr Kuschinskiy e Gatis Smukulis (Katusha), Pablo Lastras (Movistar), Michal Golas (Omega Pharma), Dennis Van Winden (Rabobank), Luke Roberts (Saxo Bank). Il meglio piazzato, in classifica generale, è proprio quest'ultimo, che alla partenza pagava solo 41" di distacco dalla maglia rosa Navardauskas. Il distacco di Malori era invece di 48".
Dopo circa 80 km di corsa, il gruppo di testa si riduce a 11 unità: una caduta di Van Winden coinvolge anche Balloni, Keukeleire y Belletti e i quattro non riescono più a rientrare. Il Passo della Cappella, l'asperità più dura di giornata, posta a metà tappa, risulta indigesto proprio alla maglia rosa, che perde contatto. Nel gruppo di testa si staccano invece Rollin e Kuschinskiy.
Tempo di scollinare (primo Rubiano) che un'altra caduta taglia fuori anche lo spagnolo Pablo Lastras (per lui probabile frattura della clavicola). Coinvolto anche Jack Bauer, che per evitare Lastras finisce nel burrone, con un salto di diversi metri. L'americano ne esce fortunatamente illeso e riesce a risalire subito in bici e riprende la corsa come se niente fosse successo.
Il gruppo, spinto dalla Liquigas, arriva fino a 4' dal gruppo di testa, ma improvvisamente, a 70 km dall'arrivo, ferma il proprio impulso. Il rallentamento favorisce Navardauskas, che riesce a rientrare, ma dà soprattutto nuova linfa al gruppo di attaccanti: rimasti in 8, gli uomini di testa vedono il loro vantaggio decollare fino a oltre 7'.
Rubiano scollina solo in testa anche sull'impegnativo muro di Montelupone, a 55 km dall'arrivo, e si assicura la maglia azzurra. Poi si lascia riassorbire dagli altri 7. A 50 km dall'arrivo, il gap è di 4'50". Proprio in quel momento, per Navardauskas si spegne nuovamente la luce: il lituano si stacca ancora, rientra con tenacia nel successivo tratto in piano, ma si stacca nuovamente poco dopo, appena il gruppo torna ad accelerare.
In testa restano in cinque: Rubiano, Golas, Dyachenko, Malori e Benedetti. Poi Rubiano scatta ancora e transita per primo sull'ultimo gpm di giornata, quello di Montegranaro. I diretti inseguitori passano staccati di 45", il gruppo di 4'34".
Nel finale, vallonato ma senza salite impegnative, il colombiano aumenta il proprio vantaggio sui quattro diretti inseguitori, mentre dietro si muovono a turno - in modo un po' velleitario - Filippo Pozzato, Gianluca Brambilla e Giovanni Visconti. Il gruppo recupera, ma non abbastanza per riprendere il battistrada, che può esultare per il suo primo grande successo.
CAVENDISH E IL TEMPO MASSIMO - A riprova della difficoltà di questa tappa, il distacco dei velocisti. Un gruppo più folto arriva con oltre 24' da Rubiano, mentre Mark Cavendish e Taylor Phinney hanno evitato di poco la squalifica. Per regolamento, il taglio sarebbe scattato con 34' di ritardo. Cavendish arriva a 33'15", grazie al supporto di Eisel e Hunt, suoi compagni nel Team Sky. Con lui, oltre alla prima maglia rosa Phinney, c'è anche l'altro velocista Theo Bos.
RITIRI: OUT ANCHE FEILLU E HUSHOVD - Da segnalare, strada facendo, altri due ritiri eccellenti: quello del velocista francese Romain Feillu, vittima dei postumi di una caduta nelle prime tappe, e quello del norvegese ex campione del mondo Thor Hushovd, alle prese con non precisati problemi fisici.
Ordine d'arrivo della 6.a tappa, Urbino-Porto Sant'Elpidio, 210 km
1. Miguel Ángel Rubiano (Androni-Giocattoli) 5:38:30
2. Adriano Malori (Lampre-ISD) a 1'10"
3. Michal Golas (Omega Pharma-Quick Step) a 1'10"
4. Alexandr Dyachenko (Astana) a 1'10"
5. Cesare Benedetti (NetApp) a 1'10"
6. Daryl Impey (Orica-GreenEDGE) a 1'51"
7. Filippo Pozzato (Farnese Vini) a 1'51"
8. Fabio Sabatini (Liquigas-Cannondale) a 1'51"
9. Francisco Ventoso (Movistar Team) a 1'51"
10. Michal Kwiatkowski (Omega Pharma-Quick Step) a 1'51"
Classifica generale
1. Adriano Malori (Lampre-ISD) 20:25:28
2. Michal Golas (Omega Pharma-Quick Step) a 15"
3. Ryder Hesjedal (Garmin-Barracuda) a 17"
4. Miguel Ángel Rubiano (Androni-Giocattoli) a 30"
5. Christian Vandevelde (Garmin-Barracuda) a 32"
6. Joaquim Rodríguez (Katusha) a 36"
7. Peter Stetina (Garmin-Barracuda) a 37"
8. Daniel Moreno (Katusha) a 39"
9. Enrico Gasparotto (Astana) a 39"
10. Luke Roberts (Saxo Bank) a 41"
Ma c'è grande gioia anche per Adriano Malori: l'italiano della Lampre, in fuga con Rubiano fin dai primissimi chilometri, arriva secondo a 1'10", batte il polacco Golas in volata e grazie agli abbuoni toglie la maglia rosa a Navardauskas. Il lituano è crollato negli ultimi 50 km, dopo aver provato a difendere il primato con grande tenacia.
"Che emozione!", ha detto a caldo Malori. "A un certo punto non vedevo più la strada per la fatica. Ho rischiato ed è andata bene". Il giovane passista della Lampre, campione italiano in carica a cronometro, vede così premiato non solo il coraggio nel tentare la fuga da lontano, ma anche la prova nelle due cronometro (individuale e a squadre) dei giorni scorsi. Malori, classe '88, è anche la nuova maglia bianca.
CALDO E SALISCENDI - Doveva essere la prima frazione movimentata del Giro, nel percorso e nello svolgimento. Non ha tradito le attese, complice un percorso che non presentava un metro di pianura: salite non lunghe, ma tante e difficili. E complice anche il gran caldo: una novità per il gruppo partito dalla Danimarca appena una settimana fa.
La temperatura non ha scoraggiato i cacciatori di tappe, tanto che la fuga è partita fin nei primissimi chilometri. Questa volta sono in 15 a tentare l'avventura: insieme all'onnipresente maglia azzurra Balloni (Farnese Vini) ci provano gli italiani Adriano Malori (Lampre), Cesare Benedetti (NatApp) e Manuel Belletti (Ag2R). Poi Miguel Ángel Rubiano Chávez (Androni), Alexandr Dyachenko (Astana), Dominique Rollin (FdJ), Jack Bauer (Garmin), Jens Keukeleire (Lotto), Alexandr Kuschinskiy e Gatis Smukulis (Katusha), Pablo Lastras (Movistar), Michal Golas (Omega Pharma), Dennis Van Winden (Rabobank), Luke Roberts (Saxo Bank). Il meglio piazzato, in classifica generale, è proprio quest'ultimo, che alla partenza pagava solo 41" di distacco dalla maglia rosa Navardauskas. Il distacco di Malori era invece di 48".
Dopo circa 80 km di corsa, il gruppo di testa si riduce a 11 unità: una caduta di Van Winden coinvolge anche Balloni, Keukeleire y Belletti e i quattro non riescono più a rientrare. Il Passo della Cappella, l'asperità più dura di giornata, posta a metà tappa, risulta indigesto proprio alla maglia rosa, che perde contatto. Nel gruppo di testa si staccano invece Rollin e Kuschinskiy.
Tempo di scollinare (primo Rubiano) che un'altra caduta taglia fuori anche lo spagnolo Pablo Lastras (per lui probabile frattura della clavicola). Coinvolto anche Jack Bauer, che per evitare Lastras finisce nel burrone, con un salto di diversi metri. L'americano ne esce fortunatamente illeso e riesce a risalire subito in bici e riprende la corsa come se niente fosse successo.
Il gruppo, spinto dalla Liquigas, arriva fino a 4' dal gruppo di testa, ma improvvisamente, a 70 km dall'arrivo, ferma il proprio impulso. Il rallentamento favorisce Navardauskas, che riesce a rientrare, ma dà soprattutto nuova linfa al gruppo di attaccanti: rimasti in 8, gli uomini di testa vedono il loro vantaggio decollare fino a oltre 7'.
Rubiano scollina solo in testa anche sull'impegnativo muro di Montelupone, a 55 km dall'arrivo, e si assicura la maglia azzurra. Poi si lascia riassorbire dagli altri 7. A 50 km dall'arrivo, il gap è di 4'50". Proprio in quel momento, per Navardauskas si spegne nuovamente la luce: il lituano si stacca ancora, rientra con tenacia nel successivo tratto in piano, ma si stacca nuovamente poco dopo, appena il gruppo torna ad accelerare.
In testa restano in cinque: Rubiano, Golas, Dyachenko, Malori e Benedetti. Poi Rubiano scatta ancora e transita per primo sull'ultimo gpm di giornata, quello di Montegranaro. I diretti inseguitori passano staccati di 45", il gruppo di 4'34".
Nel finale, vallonato ma senza salite impegnative, il colombiano aumenta il proprio vantaggio sui quattro diretti inseguitori, mentre dietro si muovono a turno - in modo un po' velleitario - Filippo Pozzato, Gianluca Brambilla e Giovanni Visconti. Il gruppo recupera, ma non abbastanza per riprendere il battistrada, che può esultare per il suo primo grande successo.
CAVENDISH E IL TEMPO MASSIMO - A riprova della difficoltà di questa tappa, il distacco dei velocisti. Un gruppo più folto arriva con oltre 24' da Rubiano, mentre Mark Cavendish e Taylor Phinney hanno evitato di poco la squalifica. Per regolamento, il taglio sarebbe scattato con 34' di ritardo. Cavendish arriva a 33'15", grazie al supporto di Eisel e Hunt, suoi compagni nel Team Sky. Con lui, oltre alla prima maglia rosa Phinney, c'è anche l'altro velocista Theo Bos.
RITIRI: OUT ANCHE FEILLU E HUSHOVD - Da segnalare, strada facendo, altri due ritiri eccellenti: quello del velocista francese Romain Feillu, vittima dei postumi di una caduta nelle prime tappe, e quello del norvegese ex campione del mondo Thor Hushovd, alle prese con non precisati problemi fisici.
Ordine d'arrivo della 6.a tappa, Urbino-Porto Sant'Elpidio, 210 km
1. Miguel Ángel Rubiano (Androni-Giocattoli) 5:38:30
2. Adriano Malori (Lampre-ISD) a 1'10"
3. Michal Golas (Omega Pharma-Quick Step) a 1'10"
4. Alexandr Dyachenko (Astana) a 1'10"
5. Cesare Benedetti (NetApp) a 1'10"
6. Daryl Impey (Orica-GreenEDGE) a 1'51"
7. Filippo Pozzato (Farnese Vini) a 1'51"
8. Fabio Sabatini (Liquigas-Cannondale) a 1'51"
9. Francisco Ventoso (Movistar Team) a 1'51"
10. Michal Kwiatkowski (Omega Pharma-Quick Step) a 1'51"
Classifica generale
1. Adriano Malori (Lampre-ISD) 20:25:28
2. Michal Golas (Omega Pharma-Quick Step) a 15"
3. Ryder Hesjedal (Garmin-Barracuda) a 17"
4. Miguel Ángel Rubiano (Androni-Giocattoli) a 30"
5. Christian Vandevelde (Garmin-Barracuda) a 32"
6. Joaquim Rodríguez (Katusha) a 36"
7. Peter Stetina (Garmin-Barracuda) a 37"
8. Daniel Moreno (Katusha) a 39"
9. Enrico Gasparotto (Astana) a 39"
10. Luke Roberts (Saxo Bank) a 41"