Giro, De Gendt conquista lo Stelvio. Rodriguez resta in Rosa

Ciclismo
Thomas De Gendt si è aggiudicato la 20.a tappa del Giro d'Italia (Getty)

Il corridore belga si aggiudica la 20.a e penultima tappa della Corsa Rosa davanti a Damiano Cunego e a Mikel Nieve. Il leader della generale guadagna su Hesjedal, Scarponi ci prova, Basso crolla

Il 95.o Giro ciclistico d'Italia, anche dopo le temutissime, snervanti, massacranti scalate del Mortirolo e dello Stelvio, non ha sciolto i dubbi, né emesso verdetti definitivi. Per sapere come andrà a finire bisognerà aspettare l'ultimo metro dell'ultima tappa: la cronometro di Milano. Sulla Cima Coppi svetta un belga di Sint-Niklaas, la città più importante della regione fiamminga del Waasland, che sorge tra le Fiandre orientali e la provincia di Anversa. La sua impresa è stata epica e cristallina, faticosa e clamorosa. Inattesa. Imprevista. De Gendt ha pure toccato con mano la maglia rosa, ad un certo punto della sua fuga per la vittoria costruita sui tornanti dello Stelvio, ma ha scatenato la reazione della maglia rosa Joaquin Rodriguez, oltre che di Hesjedal e di Scarponi, che hanno limitato i danni.

Morale: lo spagnolo ha conservato la leadership, il canadese ha messo di fatto le mani sul Giro - dal momento che è il favorito assoluto nella corsa contro il tempo di Milano- mentre De Gendt ha seminato pepe nell'epilogo di una rosa che resta piena di spine per i corridori italiani, i quali rischiano di restare giù dal podio ai piedi della Madonnina. Un'evenienza che non si verificava dal lontano 1995 e che induce quantomeno a un'attenta riflessione. Così come andrà rimodulato il ruolo di Ivan Basso in seno alla Liquigas. Il varesino non è più un campione; è stato sconfitto sul campo, in salita come in discesa e in pianura, dai migliori. D'ora in avanti sarebbe opportuno per lui un sano bagno d'umiltà, che gli permetterebbe magari di indossare panni di gregario di lusso per Vincenzo Nibali al prossimo Tour de France. Basso ha deluso le attese, non tanto per il suo mancato tris al Giro d'Italia (già vinto nel 2006 e nel 2010), quanto per lo scarso spirito d'iniziativa e per la fallimentare condotta di gara. La 'sua' Liquigas è sembrata padrona della corsa rosa fin dalla Danimarca, nell'attesa degli acuti del capitano che non sono però mai arrivati. Basso non si è quasi mai acceso e, nelle ultime due tappe, ha pure perso due posizioni in classifica, passando da una velleitaria terza piazza a un deludente (viste le premesse) quinto posto.

Questo Giro anche oggi ha regalato emozioni, palpitazioni e imprese che comunque rimarranno nel cuore e nella mente delle centinaia di migliaia di tifosi assiepati ai bordi delle salite e incollati davanti alla tv, ma ormai resta una questione a due fra lo spagnolo Rodriguez, che oggi si e' ripreso i secondi che aveva perso ieri sull'Alpe di Pampeago, e il canadese Hesjedal, che nella cronometro di domani - salvo clamorose sorprese - mettera' la freccia e perfezionera' il sorpasso sul rivale catalano, riprendendosi, e questa volta definitivamente, la maglia rosa. Ma attenti a De Gendt che a cronometro fa faville: tuttavia sarà difficile per lui risucchiare quasi 2' al canadese e quasi 2'30" a Rodriguez in soli 30 km.

Di oggi resta il 'frame' del volto deluso, buio e giustamente affaticato di Michele Scarponi che ha avuto il merito, sulle ultime rampe dello Stelvio, di mettere alle corde tutti gli avversari, con uno scatto micidiale, salvo poi farsi rimontare ancora una volta da Rodriguez; la splendida impresa di Damiano Cunego, secondo alle spalle di De Gendt, che aveva cominciato ad attaccare sul Mortirolo, raggiungendo Carrara e partendo su un tratto al 20 per cento all'inseguimento dello svizzero Zaugg. Il veronese ha invece contrattaccato nella discesa del Mortirolo e sulla salita dello Stelvio non ha mai mollato. Ha fatto discutere la mancanza di coordimento fra i due big della Lampre: Cunego avrebbe dovuto fermarsi ad aspettare Scarponi, per condurlo sulla Cima Coppi? Un interrogativo che è rimasto senza risposta e che ha aperto il dibattito.

Così come lo ha aperto il crollo di Domenico Pozzovivo sulle ultime rampe della 'grande montagna', che avrebbe dovuto domare e di fronte alla quale è rimasto invece in ginocchio. Il lucano è lo specchio della debacle del ciclismo italiano che rischia seriamente di restare ai piedi del podio.

Ordine d'arrivo 20.a tappa, Caldes/Val di Sole-Passo dello Stelvio di 219 Km

1- De Gendt (VCD) 6:54:41
2- Cunego (LAM) +56
3- Nieve (EUS) +2:50
4- Rodríguez (KAT) +3:22
5- Scarponi (LAM) +3:34
6- Hesjedal (GRM) +3:36
7- Gadret (ALM) +4:29
8- Urán (SKY) +4:53
9- Henao (SKY) +4:54
10 Basso (LIQ) +4:54

Classifica generale

1- Rodríguez (KAT) 91:04:16
2- Hesjedal (GRM) +31
3- Scarponi (LAM) +1:51
4- De Gendt (VCD) +2:18
5- Basso (LIQ) +3:18
6- Cunego (LAM) +3:43
7- Urán (SKY) +4:52
8- Pozzovivo (COG) +5:47
9- Nieve (EUS) +5:56
10- Gadret (ALM) +6:43