Sagan contro tutti: "Nessuna paura, vi aspetto a Sanremo..."
CiclismoIl giovane slovacco della Cannondale, a caccia della consacrazione, è considerato il favorito della Classicissima di oggi e per questo sarà controllato a vista da Cancellara, Gilbert e gli altri al via da Milano
di Alfredo Corallo
Alla sua età Eddy Merckx aveva già vinto la Classicissima due volte (senza contare un Giro d'Italia, la Parigi-Roubaix e un campionato del mondo). Certo che, se Peter Sagan vorrà ancora meritarsi il soprannome di "piccolo cannibale" dovrà cominciare almeno a rosicchiare il distacco sulle Milano-Sanremo (il "Cannibale", quello vero, ne ha divorate sette...).
E l'esuberante 23enne slovacco della Cannondale Pro Cycling ne è seriamente intenzionato, domenica potrebbe essere la giornata della consacrazione per il talento più completo del panorama mondiale. "Voglio fare una corsa da protagonista - annuncia Sagan, incontrato a Milano - e non mi dispiace affatto essere considerato il favorito, anzi, mi esalta. Perché so di poter puntare su un'ottima squadra, con Moser, Viviani, Caruso, e questo mi consentirà di avere una duplice chance di vittoria, sia in volata che su un eventuale attacco sul Poggio. Ma avremo sicuramente le idee più chiare dopo la Cipressa".
Il ciclista nato a Zilina, una cittadina al confine con la Polonia, dove ha studiato allo "Športové gymnázium" (un liceo dello sport, istituzione didattica molto seria da quelle parti) è cresciuto a pane, ciclocross e montain bike, di cui è stato iridato Juniores nel 2008 prima di passare al ciclismo su strada e trasferirsi in Veneto. "Freddo, vento e pioggia non mi spaventano - conferma - il maltempo, se ci sarà, potrebbe addirittura avvantaggiarmi".
SuperPeter - Questo modo un po' spavaldo di parlare e alcune performance sopra le righe al traguardo (balletti, "impennate" e, soprattutto, la gag alla "Balotelli-Hulk" in uno sprint vincente su Fabian Cancellara al Tour 2012) non sempre hanno trovato gli avversari conquistati dalla sua simpatia. Lo stesso Cancellara, in un'intervista all'Equipe, ha lasciato intendere come il ragazzino non gli stia propriamente a genio, giudicando irriguardose certe esultanze. "Mi piace regalare spettacolo alla gente - ha replicato Sagan - è una maniera che ho di ringraziare i tifosi per essere venuti a sostenermi. E poi non credo di essere irrispettoso, penso invece che qui ci sia qualcuno che ha paura...".
Scommettiamo... che? - All'inizio di quella Grand Boucle il patron della Cannondale Paolo Zani aveva promesso al ragazzone slovacco una bella auto se fosse riuscito nell'impresa - compiuta - di indossare la maglia verde sugli Champs-Elisée. "Se Zani vuole la Sanremo pensi a farmi un altro regalino - scherza Sagan - ma stavolta non credo gli convenga davvero. Almeno, non spenda troppo. Si guardi le quote dei bookmaker...". Per i quali è strafavorito, naturalmente. Su Cavendish, Goss, Gilbert, Pozzato e Boasson Hagen.
Bella zio... Moser - C'è grande attesa anche per il più giovane italiano di questa edizione, Moreno Moser, altro "baby fenomeno" del team guidato da Roberto Amadio. "E'la mia prima Milano-Sanremo - spiega Moser, strepitoso alla Strade Bianche - e 300 chilometri in un giorno non li ho mai affrontati. Sarei contento se riuscissi ad arrivare davanti e tenere fin dopo il Poggio per poter essere d'aiuto a Peter".
Il nipote del mitico Francesco, che la vinse nel 1984, nonostante i suoi 22 anni non appare per nulla intimorito dai veterani del gruppo. "Forse ai tempi di mio zio succedeva, ma senza la nostra stessa energia ci sarà poco da fare per gli sceriffi...".
Alla sua età Eddy Merckx aveva già vinto la Classicissima due volte (senza contare un Giro d'Italia, la Parigi-Roubaix e un campionato del mondo). Certo che, se Peter Sagan vorrà ancora meritarsi il soprannome di "piccolo cannibale" dovrà cominciare almeno a rosicchiare il distacco sulle Milano-Sanremo (il "Cannibale", quello vero, ne ha divorate sette...).
E l'esuberante 23enne slovacco della Cannondale Pro Cycling ne è seriamente intenzionato, domenica potrebbe essere la giornata della consacrazione per il talento più completo del panorama mondiale. "Voglio fare una corsa da protagonista - annuncia Sagan, incontrato a Milano - e non mi dispiace affatto essere considerato il favorito, anzi, mi esalta. Perché so di poter puntare su un'ottima squadra, con Moser, Viviani, Caruso, e questo mi consentirà di avere una duplice chance di vittoria, sia in volata che su un eventuale attacco sul Poggio. Ma avremo sicuramente le idee più chiare dopo la Cipressa".
Il ciclista nato a Zilina, una cittadina al confine con la Polonia, dove ha studiato allo "Športové gymnázium" (un liceo dello sport, istituzione didattica molto seria da quelle parti) è cresciuto a pane, ciclocross e montain bike, di cui è stato iridato Juniores nel 2008 prima di passare al ciclismo su strada e trasferirsi in Veneto. "Freddo, vento e pioggia non mi spaventano - conferma - il maltempo, se ci sarà, potrebbe addirittura avvantaggiarmi".
SuperPeter - Questo modo un po' spavaldo di parlare e alcune performance sopra le righe al traguardo (balletti, "impennate" e, soprattutto, la gag alla "Balotelli-Hulk" in uno sprint vincente su Fabian Cancellara al Tour 2012) non sempre hanno trovato gli avversari conquistati dalla sua simpatia. Lo stesso Cancellara, in un'intervista all'Equipe, ha lasciato intendere come il ragazzino non gli stia propriamente a genio, giudicando irriguardose certe esultanze. "Mi piace regalare spettacolo alla gente - ha replicato Sagan - è una maniera che ho di ringraziare i tifosi per essere venuti a sostenermi. E poi non credo di essere irrispettoso, penso invece che qui ci sia qualcuno che ha paura...".
Scommettiamo... che? - All'inizio di quella Grand Boucle il patron della Cannondale Paolo Zani aveva promesso al ragazzone slovacco una bella auto se fosse riuscito nell'impresa - compiuta - di indossare la maglia verde sugli Champs-Elisée. "Se Zani vuole la Sanremo pensi a farmi un altro regalino - scherza Sagan - ma stavolta non credo gli convenga davvero. Almeno, non spenda troppo. Si guardi le quote dei bookmaker...". Per i quali è strafavorito, naturalmente. Su Cavendish, Goss, Gilbert, Pozzato e Boasson Hagen.
Bella zio... Moser - C'è grande attesa anche per il più giovane italiano di questa edizione, Moreno Moser, altro "baby fenomeno" del team guidato da Roberto Amadio. "E'la mia prima Milano-Sanremo - spiega Moser, strepitoso alla Strade Bianche - e 300 chilometri in un giorno non li ho mai affrontati. Sarei contento se riuscissi ad arrivare davanti e tenere fin dopo il Poggio per poter essere d'aiuto a Peter".
Il nipote del mitico Francesco, che la vinse nel 1984, nonostante i suoi 22 anni non appare per nulla intimorito dai veterani del gruppo. "Forse ai tempi di mio zio succedeva, ma senza la nostra stessa energia ci sarà poco da fare per gli sceriffi...".