Giro, Cavendish cala il bis a Margherita di Savoia

Ciclismo
Cavendish ha vinto la sua seconda tappa al Giro d'Italia 2013 omaggiando Wouter Weylandt al momento della premiazione
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Il velocista della Omega-Pharma ha vinto la sua seconda tappa in questa edizione battendo, allo sprint, sul traguardo della sesta frazione, Elia Viviani e Goss. Animi tesi all'arrivi. Luca Paolini resta in rosa

Dopo la caduta di ieri a Matera il Giro torna a veder brillare gli uomini sprint. Sul traguardo della sesta tappa ha trionfato il più forte: Marc Cavendish su Viviani (Cannondale); terzo l'australiano Matthew Goss (Orica Greenedge); quarto il francese Nacer Bouhanni (Fdj); quinto Mattia Gavazzi (Androni giocattoli). Questa volta le squadre dei velocisti hanno lavorato bene, con l'Omega di Cavendish a far la voce grossa, evitando fughe ma soprattutto cadute negli ultimi km. Tutto questo però non ha evitato un po' di tensione al termine della volata: c'è stato qualche spintone, ma il tutto si è risolto in pochi minuti.

Il britannico della Omega-Pharma ha vinto al termine dei 169 km che hanno condotto il gruppo da Mola di Bari a Margherita di Savoia bissando così il successo della prima tappa di Napoli. Nessun problema per la maglia rosa Luca Paolini, il leader della corsa resta lui.

"Sono contento, sono felice. La squadra ha fatto un lavoro incredibile oggi, è stato tutto perfetto, al 100%. E' la seconda tappa adatta ai velocisti e le ho vinte tutte e due, sono contento". Lo ha detto Mark Cavendish commentando il secondo successo in questa edizione del Giro d'Italia dopo il trionfo a Margherita di Savoia davanti a Viviani e Goss.

"A Napoli sono andato più vicino alla vittoria. Qua Mark ha preso bene la testa, la volata è stata un po' in confusione ma quando sono riuscito a prendere la ruota ho cercato di tenerla, ma ha avuto una progressione perfetta. Complimenti per la gran volata". Così Elia Viviani, secondo alle spalle di Mark Cavendish. "Già da stamattina si cominciava a ricordare Weylandt, c'era quella tranquillità 'strana' in gruppo che ci ha portato fino al finale, è stata una bella tappa per ricordare Wouter", conclude Viviani parlando del ciclista belga scomparso due anni fa proprio sulle strade del Giro d'Italia.