Giro, la sfida capovolta: ora Wiggins dovrà attaccare Nibali

Ciclismo
Nella foto Watson, Wiggins a consulto dall'ammiraglia. Il britannico ha vissuto una prima parte di Giro poco felice

L'ANALISI. Chi l'avrebbe detto? Dopo 70 km a cronometro, è il siciliano a guardare tutti dall'alto e ad aver rifilato oltre un minuto di distacco al britannico. Che adesso deve rivedere i propri piani e passare all'offensiva. Ma ne avrà le forze?

di Stefano Rizzato

Alzi la mano chi se l'aspettava. Dopo 9 tappe, poche salite e 70 km a cronometro, Bradley Wiggins non solo non è in testa, ma deve rincorrere a oltre un minuto il grande rivale della vigilia, Vincenzo Nibali. La sfida più attesa si è effettivamente materializzata sulle strade del Giro d'Italia, ma nel modo più sorprendente. Con il siciliano che in salita non sarà neppure costretto ad attaccare. E il britannico del Team Sky un po' in crisi di risultati e d'identità.

Merito o colpa del maltempo, del percorso e di un Wiggins che si è scoperto impacciato più che prudente, sempre e comunque in difficoltà e staccato non appena la strada diventava viscida. Neanche a parlarne quando questa guardava all'ingiù, magari con qualche curva. Il bilancio è di due cadute (Nibali) a una (Wiggins), ma è il morale del britannico quello a terra.

Anche perché la cronometro, complici ancora la discesa e le curve e pure un guaio meccanico, non è andata proprio secondo copione. Wiggo avrebbe dovuto stravincere e mettere minuti tra sé e il siciliano. Invece il distacco è stato ridotto a una manciata di secondi (11). E pure altri - Evans a 29", Scarponi a 43" - hanno tenuto botta parecchio bene sui 55 km della crono: testimonianza che la prova del campione olimpico non è stata super.

E adesso? Adesso prima di tutto c'è da capire quale sia davvero la condizione di Wiggins. Il leader del Team Sky, va detto, non è sembrato fare fatica in salita. Eppure ha corso spesso nelle retrovie e nella 7a tappa, quando ha perso 1'24" in discesa, si è staccato già prima del gpm. La squadra confida ancora in lui, altrimenti in quella frazione non avrebbe fermato sia Uran che Henao, che sarebbero valide alternative di classifica. Ma ora tocca al vincitore del Tour de France 2012 dimostrare di avere gambe e volontà per mettersi alle spalle la cattiva sorte e le incertezze della prima parte del Giro.

E toccherà, a Wiggins, anche di inventarsi qualcosa. Il copione è ormai andato a monte, insieme al vantaggio che l'inglese si aspettava di avere a questo punto. Così, il Team Sky e il suo leader non hanno scelta: isolare Nibali, cercarne i punti deboli e attaccare. Proprio i due colombiani, Uran e soprattutto Henao, potrebbero essere pedine fondamentali, perché sono in classifica e pericolosi eccome. Ma l'Astana sembra aver trovato una compattezza invidiabile, con l'ottimo Kangert, Agnoli, Vanotti e Tiralongo su tutti. Comunque vada, lo spettacolo pare assicurato.