La maglia rosa in trionfo: "Volevo lasciare il segno"

Ciclismo
Nessuno potrà più togliergli il Giro: dopo l'impresa di Lavaredo, Nibali guida la classifica con 4'43" su Uran
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Così Vincenzo Nibali ha spiegato la scelta di attaccare, nell'ultima tappa di montagna, fino a conquistarla in un capolavoro in rosa, sotto la neve: "Ci tenevo a combattere fino alla fine. Grazie a chi mi ha aspettato in vetta e all'organizzazione"

Occhi lucidi per il freddo, ma forse anche per un'impresa che - lo sa - sarà indimenticabile. Così Vincenzo Nibali si è presentato ai microfoni dei giornalisti dopo la vittoria nella 20esima tappa e l'arrivo trionfale alle Tre Cime di Lavaredo. "Volevo lasciare il segno, dimostrare di esserci sempre e di poter combattere fino alla fine", ha spiegato. Trovare un modo migliore, non c'è dubbio, sarebbe stato impossibile.

Alla maglia rosa, partita con 4' di vantaggio in classifica su Evans, non serviva attaccare. Eppure ai 3 km Nibali è partito con una progressione decisa, autorevole, definitiva. "Grazie alle persone che mi hanno aspettato in vetta e all'organizzazione che ci ha permesso di arrivare qui", sono state le sue prime parole.

Nel finale lo Squalo dello Stretto si è dovuto far largo tra la neve e in mezzo al pubblico entusiasta per il suo attacco. "Avevo paura che qualcuno scivolasse - ha spiegato - e poi all'arrivo mi sono girato verso l'ammiraglia, per ringraziare la squadra. Poi ho baciato la fede e il mio ultimo pensiero prima di tagliare il traguardo è andato a mia moglie Rachele"

Domani la 21esima e ultima tappa con arrivo a Brescia, per Nibali sarà nient'altro che una passerella. Per raccogliere i meritati applausi.