Alpe d'Huez, da Coppi a Pantani: una cima spesso azzurra

Ciclismo
Nel 1997 Pantani stabilì il record di ascesa all'Alpe D'Huez (37 minuti e 35 secondi) primato ancora imbattuto (Getty)
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La 18sima tappa del Tour de France si concluderà per la 28sima volta nella località dell'Isère. Un arrivo classico dove l'Italia è stata spesso di casa. Con vittorie di fuoriclasse e eroi di giornata. Ecco le imprese azzurre sull'Alpe

di Roberto Brambilla

E' chiamata Dutch Mountain, la montagna degli olandesi (otto vittorie orange nelle prime 14 arrivi) ma l'Alpe d'Huez è anche la salita degli italiani. Quattordici chilometri di ascesa, 21 tornanti (che portano i nomi di quelli che hanno fatto la leggenda su quelle strade) e una dislivello di 1100 metri su cui l'azzurro spesso l'ha fatta da padrone. Sette successi su 27, da Fausto Coppi nel 1952 a Giuseppe Guerini nel 1999, con le doppiette di Bugno e Pantani e l'exploit del gregario Roberto Conti nel 1994. Ecco i giorni di gloria azzurri sull'Alpe
Huez.

1952, l'impresa di Coppi – E' la prima volta che il Tour arriva all'Alpe Huez. Al via della decima tappa, 266 chilometri con partenza da Losanna, in maglia gialla c'è il gregario di Coppi Andrea Carrea, vincitore della nona tappa, Fausto, che è quarto in classifica generale, non è al massimo: si dice abbia dormito male. All'inizio dell'ascesa all'Alpe d'Huez il francese Robic attacca, Coppi risponde e all'ottavo chilometro della salita raggiunge il bretone. L'azzurro allunga ancora, al terzo strattone Robic cede. Coppi scala gli ultimi 6 chilometri in solitario. Sul traguardo ha poco più di un minuto su Robic e conquista la maglia gialla. Non se la toglierà più fino a Parigi.

1990 e 1991, la doppietta di Gianni Bugno–
Trent'otto anni e un paio di epoche ciclistiche dopo, un italiano torna a essere re dell'Alpe d'Huez. E' il 1990 ed è Gianni Bugno, fresco vincitore del Giro d'Italia, a rompere l'incantesimo. In una frazione dura, con 3 Gran Premi della Montagna, il lombardo chiude con una maestosa volata  in rimonta su Erik Breukink e Greg LeMond, che quella Gran Boucle la vincerà davanti a Claudio Chiappucci. E nel 1991 Bugno fa il bis. Con una “volatina” sullo spagnolo Miguel Indurain e sul francese Leblanc, gli unici due ad essergli rimasti a ruota. A Parigi, in quell'edizione l'azzurro sarà secondo, dietro al navarro della Banesto.

1994, la giornata di gloria di Roberto Conti -
Non solo campioni, ma anche gregari che hanno vissuto un giorno da leoni. Il ragazzo di Faenza nella sua carriera vinse solo due volte. La prima fu proprio nella salita dei 21 tornanti. Nell'ascesa partì insieme ad altri 12 compagni di fuga, dopo quasi 200 km in testa. Con il passare dei chilometri si scrollò di dosso tutti gli avversari. Arrivò con un vantaggio di due minuti sul colombiano Buenahora ed esultò facendo il gesto della culla, come il calciatore brasiliano Bebeto, eroe dei Mondiali americani appena terminati. Che di nome si chiama Roberto.

1995 e1997, doppia vittoria da urlo per Pantani– Il Pirata amava l'Alpe d'Huez e l'amore era ricambiato. Al Tour 1995 lo scalatore di Cesenatico era lontano dai primi in classifica generale. Ma il 12 luglio partì dopo il primo chilometro di ascesa all'Alpe e arrivò in solitario, superando tutti i suoi avversari, tra cui l'altro italiano Ivan Gotti e Miguel Indurain, percorrendo i 21 tornanti in 38', nuovo record di ascesa. Un prestazione mostruosa migliorata due anni dopo con 37' e 35 secondi. Tre attacchi rabbiosi, in cui Pantani scarica due anni difficili con il grave infortunio alla Milano-Torino e il ritiro a Giro '97: un'ascesa in cui i big della classifica si staccano, Marco sale da solo, al suo ritmo, pazzesco. Ullrich arriva a 47 secondi, Virenque a 1'27.

1999, l'acuto di Giuseppe Guerini –
Lo chiamavano Beppe Turbo e non solo perchè era cresciuto vicino alla centrale idroelettrica di Vertovo. In quegli anni il bergamasco andava forte, salì due volte sul podio al Giro (1997 e 1998) e nel 1999 coronò il sogno di una vita, complice anche l'assenza del suo capitano alla Telekom Jan Ullrich. Guerini conquistò l'Alpe d'Huez con grande tenacia, un po' di fortuna e malgrado un imprevisto. Quando era solo al comando, a 800 metri dall'arrivo, investì un incauto spettatore tedesco che lo voleva fotografare. Beppe cadde, si rialzò e tagliò per primo il traguardo con 21 secondi su Tonkov e 25 su Escartin.