
Una traiettoria originale, dagli esordi come ciclista in Sudafrica, dove aveva iniziato a studiare Economia, fino al titolo più ambito da un corridore: ecco la storia di Chris Froome -

Bisogna partire però da qui, dalla città più popolosa e capitale del Kenya, Nairobi, dove il 20 maggio 1985 Froome nasce. Il padre è un ex giocatore di hockey inglese. La madre una fisioterapista kenyana -

Le prime pedalate della neo-maglia gialla - che resta in Kenya fino ai 14 anni - sono sulle colline di Nairobi, per merito di David Kinjah, ex professionista che lì ha una scuola per giovani pedalatori: eccoli mentre guardano le imprese di Froome -

A 14 anni, Froome si sposta a Johannesburg, in Sudafrica, per il college e poi anche per l'università, dove inizia a studiare economia. Contemporaneamente inizia anche a gareggiare e a scoprire di essere un tantino portato per sellini e rapporti... -

Inizialmente corre per rappresentative locali e si specializza nel Tour of Mauritius. Nel 2005 vince una tappa e l'anno dopo conquista anche la classifica generale. Eccolo mentre sul podio si lascia andare ai festeggiamenti -

Proprio nel 2006, Froome decide di partecipare ai mondiali di Salisburgo, unico kenyano in gara. L'emozione gli gioca un brutto scherzo: dopo 150 metri della cronometro va lungo alla prima curva, sbatte contro un commissario e fantozzianamente cade -

Ciò nonostante, nel 2008 arriva la chiamata del primo team professionistico, la Barloworld metà sudafricana e metà italiana. Subito c'è l'esordio al Tour, con 30esimo posto all'Alpe d'Huez e 14esimo nell'ultima cronometro -

Inizialmente Froome si distingue solo come un buon cronoman: eccolo ai mondiali del 2009, questa volta in rappresentanza della Gran Bretagna, mentre si piazza 17esimo -

Nel 2009 Froome si era fatto vedere anche al Giro, con un bel 6° posto sulla durissima salita di San Luca, e al campionato nazionale britannico, dove fu 4°. Così, a fine anno arriva una chiamata importante, quella del neonato Team Sky -

Il 2010 non è però un anno facile. Froome corre tanto (nella foto è in fuga alla Freccia Vallone), ma raccoglie poco. Al Giro soffre per un infortunio al ginocchio e nella tappa del Mortirolo si aggrappa all'ammiraglia. La giuria lo vede e lo squalifica -

La svolta è alla Vuelta 2011. Froome corre in appoggio a Wiggins, indossa la maglia rossa dopo la 10a tappa a cronometro, vince poi la 17esima e - mentre Wiggo cede - in classifica finisce a soli 13" dal vincitore Cobo -

Così, quando al Tour del 2012 Wiggins ha bisogno di un gregario di lusso per le salite, Froome c'è. L'anglokeniota pilota Wiggo per quasi tutta la Grande Boucle, vince la 7a tappa e finisce secondo nella generale dietro al compagno -

Il "problema" è che Froome andava così forte da dare l'impressione di poter staccare facilmente il proprio capitano. Decide di non farlo, ma mostra chiaramente di essere frenato dalla maglia gialla. Come si vede dalle facce sul podio, Wiggo non apprezza -

Nell'anno perfetto di Wiggins, Froome è costretto ad accettare la sconfitta anche alle Olimpiadi. Nella cronometro di Londra, sfreccia fino al terzo posto, dietro al britannico e a Tony Martin, e coglie così un eccellente bronzo -

La musica cambia radicalmente con il 2013. Wiggins punta sul Giro e Froome, capitano designato al Tour, si prepara vincendo ovunque: al Tour of Oman, al Critérium International, al Giro di Romandia, fino all'ultimo test, il Giro del Delfinato -

Il resto è storia di oggi, con le imprese sui Pirenei e sul Mont Ventoux e un Tour conquistato con facilità a tratti impressionante. In tasca l'inglese del Team Sky si mette anche tre tappe e mostra chiaramente di avere ancora fame di vittorie -