Mamma Pantani: "Lasciate in pace Marco". Zabel: "Mi dopavo"
CiclismoLa signora Tonina difende la memoria del Pirata, attacca chi, secondo lei, "lo ha ucciso", e annuncia: farò di tutto per far riaprire il processo. Intanto il tedesco ammette l'uso di Epo: era nella lista diffusa dalla commissione senatoriale francese
Non c'è pace per Marco Pantani. Dopo l'annuncio dei risultati dell'indagine della Commissione senatoriale francese, sui molti casi di positività all'Epo nel Tour del 1998, evidenziati a distanza di 15 anni grazie ai nuovi metodi di analisi, ora è tornata a parlare la madre del Pirata, la signora Tonina, decisa a difendere la memoria del figlio.
Non tanto da decisioni che l'Uci comunque ha già deciso di non prendere (dopo che proprio i genitori di Pantani avevano scritto al presidente McQuaid), evitando quindi una "correzione" a posteriori delle classifiche, quanto sul fatto che la donna è decisamente contrariata dall'utilizzo che ancora oggi si continua a fare della figura del figlio. Mamma Tonina vuole difendere la memoria del suo ragazzo, attacca chi, secondo lei, "lo ha ucciso", e annuncia che farà di tutto per far riaprire il processo. E' infatti convinta che suo figlio sia stato ucciso, e che non sia stato lui "a sperperare un capitale in stupefacenti". Dichiarazioni che rendono ancor più dolorosa una vicenda di per sé già penosa, vista la fine del ciclista così amato da milioni di italiani.
Intanto anche oggi c'è stata un'ammissione, o confessione tardiva, quella dello sprinter tedesco Erik Zabel: anche lui, il cui nome compare nella lista diffusa dalla commissione senatoriale francese, ha fatto uso di Epo ed altri farmaci. Non è altro che un sussulto di dignità che consiste nell'ammettere, sia pure con colpevole ritardo, le proprie manchevolezze. Del resto sarebbe difficile negare quando l'evidenza dei fatti è palese. Intanto in Italia resta al centro dell'attenzione il nome di Pantani, mentre Cipollini e Tafi - gli altri due italiani tirati in ballo dal parlamento francese - non hanno ancora reagito. "Io voglio parlare di ciclismo e della gara di oggi, ma dico solo che quell'anno è stato ed è di un grande campione che resterà sempre Marco Pantani", è intanto la difesa di Paolo Bettini, commissario tecnico azzurro presente al trofeo Matteotti.
Non tanto da decisioni che l'Uci comunque ha già deciso di non prendere (dopo che proprio i genitori di Pantani avevano scritto al presidente McQuaid), evitando quindi una "correzione" a posteriori delle classifiche, quanto sul fatto che la donna è decisamente contrariata dall'utilizzo che ancora oggi si continua a fare della figura del figlio. Mamma Tonina vuole difendere la memoria del suo ragazzo, attacca chi, secondo lei, "lo ha ucciso", e annuncia che farà di tutto per far riaprire il processo. E' infatti convinta che suo figlio sia stato ucciso, e che non sia stato lui "a sperperare un capitale in stupefacenti". Dichiarazioni che rendono ancor più dolorosa una vicenda di per sé già penosa, vista la fine del ciclista così amato da milioni di italiani.
Intanto anche oggi c'è stata un'ammissione, o confessione tardiva, quella dello sprinter tedesco Erik Zabel: anche lui, il cui nome compare nella lista diffusa dalla commissione senatoriale francese, ha fatto uso di Epo ed altri farmaci. Non è altro che un sussulto di dignità che consiste nell'ammettere, sia pure con colpevole ritardo, le proprie manchevolezze. Del resto sarebbe difficile negare quando l'evidenza dei fatti è palese. Intanto in Italia resta al centro dell'attenzione il nome di Pantani, mentre Cipollini e Tafi - gli altri due italiani tirati in ballo dal parlamento francese - non hanno ancora reagito. "Io voglio parlare di ciclismo e della gara di oggi, ma dico solo che quell'anno è stato ed è di un grande campione che resterà sempre Marco Pantani", è intanto la difesa di Paolo Bettini, commissario tecnico azzurro presente al trofeo Matteotti.