Doping, Di Luca in Procura: non so se resterò nel ciclismo

Ciclismo
Danilo Di Luca, "beccato" in pieno Giro d'Italia
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Il ciclista abruzzese, accompagnato dall'avvocato, è stato ascoltato in merito alla sua "positività", riscontrata il 29 aprile 2013 a un controllo antidoping disposto, fuori competizione, dall'Uci. Venne escluso il 24 maggio, in pieno Giro d'Italia

"Se resterò nel ciclismo? Vedremo strada facendo; ma io già sto facendo altro. Ho un negozio di bici, costruisco bici, quindi sto facendo altro". Parole che suonano già da ex, quelle di Danilo Di Luca, all'uscita dagli uffici della Procura Antidoping di Roma, appena terminata la sua audizione. "Sono passati già parecchi giorni. Le cose poi si affievoliscono - ha quindi aggiunto Di Luca -: ora vado in bicicletta, gioco a tennis, corro e nuoto. Faccio parecchie cose, quelle che non potevo fare prima da professionista. Il procuratore Vigna è stato molto professionale, abbiamo parlato ma non posso dirvi cosa ho detto. Ho ammesso? Non posso dirvelo ma mi ha chiesto di collaborare". Di Luca commenta così la sua audizione. 

Era iniziata in mattinata, presso gli uffici della Procura Antidoping a Roma, l'audizione di Danilo Di Luca. Il ciclista abruzzese, accompagnato dall'avvocato Ernesto De Toni, è stato ascoltato in merito alla sua "positività", riscontrata il 29 aprile 2013 a un controllo antidoping disposto, fuori competizione, dall'Unione Ciclistica Internazionale (Uci). Risultato positivo all'Epo, Di Luca era stato fermato il 24 maggio scorso, in pieno Giro d'Italia.