LA FOTOGALLERY. Ripescate dall'archivio dello sponsor, ecco le immagini più belle - alcune inedite - dell'avventura messicana e del doppio record dell'ora. Dai massaggi alle interviste, fino alla festa sulle tribune. Sempre sfrecciando ad alta velocità

Così veloce che quasi lasciava la scia. Ecco Moser sulla pista del Centro Deportivo Mexicano di Città del Messico, impegnato nel primo attacco al record, datato 19 gennaio 1984: un tentativo accolto dallo scetticismo generale... (foto archivio Enervit) -
Moser 1984-2014: tutti i video
E invece quel giorno “lo Sceriffo” non solo riuscì nell’impresa di battere il precedente primato, detenuto da Eddy Merckx, ma infranse nettamente la barriera dei 50 km, finendo l’ora di pedalate con 50,808 km percorsi (foto archivio Enervit) -
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Il dottor Arcelli, uno dei medici dell’equipe che seguì Moser, oggi ricorda: “Il 19 di gennaio avevamo detto ai giornalisti che Moser avrebbe tentato solo i 20 km. In realtà sapevamo benissimo che avrebbe fatto l’ora intera” (foto archivio Enervit) -
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Rapidamente crebbe l’interesse intorno a un’impresa che sembrava impossibile e che invece ebbe immediata risonanza in Italia e nel mondo. Ecco il campione trentino alle prese con le interviste, dopo il primo record (foto archivio Enervit) -
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L’avventura messicana non era finita. Il 23 gennaio sarebbero arrivati i tifosi di Moser dal Trentino e il secondo tentativo era d’obbligo. Non solo: si doveva andare ancora oltre e provare a superare il primato appena stabilito (foto archivio Enervit) -
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La squadra assemblata dall'Also-Enervit univa un’élite di specialisti: dal preparatore Aldo Sassi ai medici Arcelli e Tredici, fino a Conconi e al programmatore Ferrario, che analizzava i dati della prova con un computer Olivetti (foto archivio Enervit) -
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Moser alla partenza del secondo tentativo. Di lui Aldo Sassi (scomparso nel 2010) ricordò la grande calma: “Prima dei due riusciti assalti al record dell’ora, quello che appariva più tranquillo di tutta l’equipe era proprio lui” (foto archivio Enervit) -
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Sassi fu tra chi seguì Moser più da vicino durante il record: “Aveva tre importantissime qualità: un organismo in grado di esprimere prestazioni di elevato livello; una forte personalità; una notevole maturità agonistica” (foto archivio Enervit) -
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Così, grazie alla scienza e alla tecnologia, a una preparazione atletica perfetta e a un talento quasi unico nella storia del ciclismo, il 23 gennaio Moser riuscì a ripetersi e di superare se stesso, fino a 51,151 km in un’ora (foto archivio Enervit) -
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Sugli spalti la prova era diventata una festa. Allo scetticismo di pochi giorni prima era subentrato un entusiasmo rumoroso, con tanto di tifo italo-messicano (foto archivio Enervit) -
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