Milano-Sanremo, Sagan è sereno: "Penso di essere al meglio"
CiclismoL'INTERVISTA. Lo slovacco della Cannondale è pronto ad affrontare 300 km con sulle spalle tutta la responsabilità di essere il favorito numero 1 della classicissima di primavera: "Un regalo in caso di vittoria? No, se uno ci pensa poi non vince"
di Luciano Cremona
da Solbiate Olona (VA)
Più che tranquillo, serafico. Non diverso dal solito, ma di sicuro a prima vista non sembra un ciclista che tra qualche ora (il via domenica mattina da Milano) deve affrontare 300 km con sulle spalle tutta la responsabilità di essere il favorito numero 1 della Milano-Sanremo. Peter Sagan è semplicemente Sagan anche nell'incontro con i giornalisti prima della classicissima di primavera. E non è preoccupato né del maltempo previsto né del fatto di non aver mai vinto una classica monumento.
Pioverà, Sagan. L'anno scorso ci fu la neve. Ha visto le previsioni?
"Sono le stesse domande dell'anno scorso, ma non mi interessano granché. In fondo se pioverà, pioverà per tutti. Non è che qualcuno correrà col sole".
Dopo la vittoria di tappa alla Tirreno-Adriatico, Sagan viene indicato da tutti come il corridore più in forma di tutti. E' così?
"Mi sono preparato per queste corse al meglio. Sanremo e poi le classiche del Belgio, penso e spero di essere al meglio per affrontare questo periodo della stagione. Sembro più magro? Forse sono un po' più asciutto, ma più probabilmente è la luce di questa stanza che mi aiuta".
Sarà una Sanremo senza Maine e Pompeiana (salite tolte dal percorso). Quale sarà il punto in cui si deciderà la corsa?
"L'arrivo! Scherzi a parte, tutto il percorso è particolare, è una gara in cui non è detto che il migliore vinca perché ci possono essere cadute, forature, può succedere di tutto. A fine gara vi dirò quale è stato il momento decisivo".
Non ci svela neanche chi sono i favoriti, oltre a lei? C'è qualcuno che l'ha impressionata in questo periodo ed è particolarmente pericoloso?
"Altra domanda classica, inutile che dica dei nomi perché poi sistematicamente poi non vincono. E comunque io cerco di stare davanti, poi se mi battono ecco, quelli sono i più forti".
Tante vittorie, ma nessuna nelle classiche monumento. E' il momento giusto, cominciando dalla Sanremo?
"Se non vinco queste corse, forse non sono un corridore da classiche. Certo, voglio vincere a Sanremo e soprattutto mi piacerebbe vincere il Fiandre, che è la corsa dei miei sogni, quella che mi piace di più".
E i tanti piazzamenti in queste classiche le pesano?
"Beh, meglio arrivare secondo o terzo che cinquantesimo, no? Se mi piazzo secondo, terzo, quarto, vuol dire che sono lì e le vittorie arriveranno".
Mancherà Moser, come cambia la strategia della Cannondale?
"Innanzitutto mi spiace per Moreno, poteva essere una buona occasione anche per lui. Ma la squadra resta forte".
Cosa si regalerà in caso di vittoria?
"Non è nemmeno bello pensarci, perché se uno ci pensa, poi non vince".
da Solbiate Olona (VA)
Più che tranquillo, serafico. Non diverso dal solito, ma di sicuro a prima vista non sembra un ciclista che tra qualche ora (il via domenica mattina da Milano) deve affrontare 300 km con sulle spalle tutta la responsabilità di essere il favorito numero 1 della Milano-Sanremo. Peter Sagan è semplicemente Sagan anche nell'incontro con i giornalisti prima della classicissima di primavera. E non è preoccupato né del maltempo previsto né del fatto di non aver mai vinto una classica monumento.
Pioverà, Sagan. L'anno scorso ci fu la neve. Ha visto le previsioni?
"Sono le stesse domande dell'anno scorso, ma non mi interessano granché. In fondo se pioverà, pioverà per tutti. Non è che qualcuno correrà col sole".
Dopo la vittoria di tappa alla Tirreno-Adriatico, Sagan viene indicato da tutti come il corridore più in forma di tutti. E' così?
"Mi sono preparato per queste corse al meglio. Sanremo e poi le classiche del Belgio, penso e spero di essere al meglio per affrontare questo periodo della stagione. Sembro più magro? Forse sono un po' più asciutto, ma più probabilmente è la luce di questa stanza che mi aiuta".
Sarà una Sanremo senza Maine e Pompeiana (salite tolte dal percorso). Quale sarà il punto in cui si deciderà la corsa?
"L'arrivo! Scherzi a parte, tutto il percorso è particolare, è una gara in cui non è detto che il migliore vinca perché ci possono essere cadute, forature, può succedere di tutto. A fine gara vi dirò quale è stato il momento decisivo".
Non ci svela neanche chi sono i favoriti, oltre a lei? C'è qualcuno che l'ha impressionata in questo periodo ed è particolarmente pericoloso?
"Altra domanda classica, inutile che dica dei nomi perché poi sistematicamente poi non vincono. E comunque io cerco di stare davanti, poi se mi battono ecco, quelli sono i più forti".
Tante vittorie, ma nessuna nelle classiche monumento. E' il momento giusto, cominciando dalla Sanremo?
"Se non vinco queste corse, forse non sono un corridore da classiche. Certo, voglio vincere a Sanremo e soprattutto mi piacerebbe vincere il Fiandre, che è la corsa dei miei sogni, quella che mi piace di più".
E i tanti piazzamenti in queste classiche le pesano?
"Beh, meglio arrivare secondo o terzo che cinquantesimo, no? Se mi piazzo secondo, terzo, quarto, vuol dire che sono lì e le vittorie arriveranno".
Mancherà Moser, come cambia la strategia della Cannondale?
"Innanzitutto mi spiace per Moreno, poteva essere una buona occasione anche per lui. Ma la squadra resta forte".
Cosa si regalerà in caso di vittoria?
"Non è nemmeno bello pensarci, perché se uno ci pensa, poi non vince".