Evans il vecchio guerriero: il Giro per coronare la carriera
CiclismoGIRO D'ITALIA -7. Nel 2013 l'australiano è salito per la prima volta sul podio della corsa rosa, piazzandosi terzo. A 37 anni è ancora tra i candidati alla vittoria: il successo al Giro del Trentino è il biglietto da visita migliore
di Luciano Cremona
Che un classe 1977 sia tra i favoriti per la vittoria finale del Giro d'Italia fa un po' pensare. Possibile che il ricambio generazionale, soprattutto per gli uomini da corsa a tappe, fatichi ad arrivare? Ma se consideriamo che il 37enne in questione è Cadel Evans, già campione del Mondo e vincitore del Tour 2011, oltre che terzo alla corsa rosa nella passata stagione, allora possiamo aspettarci di tutto. Soprattutto considerando il Giro del Trentino che si è appena concluso: una corsa vinta proprio dall'australiano, che ha dimostrato che non verrà al Giro solo per portare la sua carica di anni, vittorie ed esperienza, ma anche per dire la sua nella classifica generale.
Quarto Giro d'Italia per Evans
Anche i meno appassionati se lo ricordano. Era il 2002 e il 25enne australiano con la maglia della Mapei era a sorpresa in rosa. In un giorno che resterà per sempre scolpito nelle rughe del ciclista nato a Katherine e cresciuto in mezzo agli aborigeni, Evans prese una delle "cotte" più epiche degli ultimi anni del ciclismo. Sul Passo Coe andò in crisi di fame, oltre che di gambe: la maglia rosa iniziò a sbandare, quasi doveva essere sorretto mentre procedeva a strattoni. Savoldelli gli rifilò 15 minuti. Evans ci mise otto anni prima di tornare di nuovo al Giro, nel 2010, chiudendo quinto (vincendo la Carrara-Montalcino). L'anno scorso, invece, senza esaltare, riuscì a salire sul podio, terzo a 5'52" da Vincenzo Nibali.
Il Giro del Trentino come biglietto da visita
La vittoria della terza tappa del Tour Down Under, in Australia, ma non solo. Evans ha stupito tutti, per condizione, al Giro del Trentino. Dove ha vinto la cronosquadre con la Bmc prima di trionfare con un'autentica prova di forza sul terribile Muro di Roncone. La vittoria nella generale ci consegna un Evans, che non sarà al via del Romandia, in uno stato di forma eccellente. Potrà far valere il suo passo a cronometro per guadagnare su scalatori puri come Quintana. Inoltre, la gamba brillante dimostrata sulle salite del Trentino, lo mette nella condizione di essere davvero uno dei candidati alla vittoria.
Italia, una seconda casa
È australiano ma vive in Svizzera e la moglie è italiana, della provincia di Varese. Cadel conosce le strade azzurre molto bene, si sente a casa. A Mendrisio, a due passi dalla "sua" Stabio, al confinte tra Svizzera e Italia, vinse il Mondiale 2009. Benvoluto da tutti, ammirato per la sua tenacia, simbolo di un ciclismo fatto solo di fatica e sudore, Cadel, il "guerriero", usa ancora la bici con lo stesso spirito di quando la inforcava da piccolo, unico bianco in mezzo agli aborigeni. Saltava in sella e pedalava fino alla scuola, per poi tornare indietro. Dovesse vincere il Giro, avremmo una maglia rosa molto più italiana di quanto la carta d'identità possa dichiarare.
Che un classe 1977 sia tra i favoriti per la vittoria finale del Giro d'Italia fa un po' pensare. Possibile che il ricambio generazionale, soprattutto per gli uomini da corsa a tappe, fatichi ad arrivare? Ma se consideriamo che il 37enne in questione è Cadel Evans, già campione del Mondo e vincitore del Tour 2011, oltre che terzo alla corsa rosa nella passata stagione, allora possiamo aspettarci di tutto. Soprattutto considerando il Giro del Trentino che si è appena concluso: una corsa vinta proprio dall'australiano, che ha dimostrato che non verrà al Giro solo per portare la sua carica di anni, vittorie ed esperienza, ma anche per dire la sua nella classifica generale.
Quarto Giro d'Italia per Evans
Anche i meno appassionati se lo ricordano. Era il 2002 e il 25enne australiano con la maglia della Mapei era a sorpresa in rosa. In un giorno che resterà per sempre scolpito nelle rughe del ciclista nato a Katherine e cresciuto in mezzo agli aborigeni, Evans prese una delle "cotte" più epiche degli ultimi anni del ciclismo. Sul Passo Coe andò in crisi di fame, oltre che di gambe: la maglia rosa iniziò a sbandare, quasi doveva essere sorretto mentre procedeva a strattoni. Savoldelli gli rifilò 15 minuti. Evans ci mise otto anni prima di tornare di nuovo al Giro, nel 2010, chiudendo quinto (vincendo la Carrara-Montalcino). L'anno scorso, invece, senza esaltare, riuscì a salire sul podio, terzo a 5'52" da Vincenzo Nibali.
Il Giro del Trentino come biglietto da visita
La vittoria della terza tappa del Tour Down Under, in Australia, ma non solo. Evans ha stupito tutti, per condizione, al Giro del Trentino. Dove ha vinto la cronosquadre con la Bmc prima di trionfare con un'autentica prova di forza sul terribile Muro di Roncone. La vittoria nella generale ci consegna un Evans, che non sarà al via del Romandia, in uno stato di forma eccellente. Potrà far valere il suo passo a cronometro per guadagnare su scalatori puri come Quintana. Inoltre, la gamba brillante dimostrata sulle salite del Trentino, lo mette nella condizione di essere davvero uno dei candidati alla vittoria.
Italia, una seconda casa
È australiano ma vive in Svizzera e la moglie è italiana, della provincia di Varese. Cadel conosce le strade azzurre molto bene, si sente a casa. A Mendrisio, a due passi dalla "sua" Stabio, al confinte tra Svizzera e Italia, vinse il Mondiale 2009. Benvoluto da tutti, ammirato per la sua tenacia, simbolo di un ciclismo fatto solo di fatica e sudore, Cadel, il "guerriero", usa ancora la bici con lo stesso spirito di quando la inforcava da piccolo, unico bianco in mezzo agli aborigeni. Saltava in sella e pedalava fino alla scuola, per poi tornare indietro. Dovesse vincere il Giro, avremmo una maglia rosa molto più italiana di quanto la carta d'identità possa dichiarare.