Giro, nella 5a tappa le prime salite. Ma è solo un assaggio
CiclismoDa Taranto a Viggiano, per 203 chilometri e tre gran premi della montagna. E soprattutto, il primo arrivo all’insù, dopo una salita pedalabile e non troppo lunga. Sarà un assist per i cacciatori di tappe, pronti a togliere la maglia rosa a Matthews
Dopo tanta pianura, una crono, tre volate e il mezzo sciopero di Bari - causa maltempo e strade poco sicure, prima che vincesse Bouhanni - sembra un miraggio: un’altimetria che non sia piatta dall’inizio alla fine. Invece è tutto vero e con la 5a tappa inizia un altro Giro d’Italia: nei 203 km da Taranto a Viggiano (in provincia di Potenza) troviamo tre salite e il primo arrivo all’insù. Niente a che vedere con quello che aspetta i corridori nella seconda metà della corsa, ma è già qualcosa, abbastanza per rimettere in discussione la maglia rosa di Michael Matthews.
Diciamolo subito, però: non è del tutto scontato che il leader a fine giornata sia un altro. L’australiano è sì un velocista, ma è tra i più bravi a reggere le salite. Quelle in programma in questa quinta frazione non sono impossibili e anche nel finale – una salita di 5 km, con pendenza media del 4,6% e massima dell'otto – Matthews può provare a salvarsi. Certo, la vittoria di tappa, gli abbuoni, la maglia rosa fanno gola. E gli attacchi sono assicurati.
Sarà infatti l'occasione buona per i cacciatori di tappa. Uomini come Battaglin e Ulissi, Boasson Hagen e Gasparotto, o anche il campione italiano Santaromita, compagno di Matthews all’Orica. Le possibilità di vedere la prima vittoria italiana di questo Giro sono concrete, e vedremo. Quelle di assistere a una vera battaglia tra i vari Quintana, Rodriguez e così via sono invece più basse.
Nella prima parte della tappa si seguirà la costa ionica. Poi, dopo il traguardo volante di Montalbano Ionico (paese di Domenico Pozzovivo), e l'attraversamento della fondovalle del fiume Agri, la strada sale. Come detto, saranno tre i Gran premi della montagna: il primo dopo 138 km sugli 850 metri del valico di Serra di San Chirico, gli altri due fissati a Viggiano, a 13 km dall'arrivo sui 950 metri, e al traguardo, a 900 metri di altezza. Per Viggiano, nel cuore dell'Appenino lucano, si tratta del debutto al Giro. Taranto, che prova con il Giro a dimenticare la dolorosa vicenda dell’Ilva, è invece sede della corsa per la sesta volta: l'ultima fu nel 1997.
Diciamolo subito, però: non è del tutto scontato che il leader a fine giornata sia un altro. L’australiano è sì un velocista, ma è tra i più bravi a reggere le salite. Quelle in programma in questa quinta frazione non sono impossibili e anche nel finale – una salita di 5 km, con pendenza media del 4,6% e massima dell'otto – Matthews può provare a salvarsi. Certo, la vittoria di tappa, gli abbuoni, la maglia rosa fanno gola. E gli attacchi sono assicurati.
Sarà infatti l'occasione buona per i cacciatori di tappa. Uomini come Battaglin e Ulissi, Boasson Hagen e Gasparotto, o anche il campione italiano Santaromita, compagno di Matthews all’Orica. Le possibilità di vedere la prima vittoria italiana di questo Giro sono concrete, e vedremo. Quelle di assistere a una vera battaglia tra i vari Quintana, Rodriguez e così via sono invece più basse.
Nella prima parte della tappa si seguirà la costa ionica. Poi, dopo il traguardo volante di Montalbano Ionico (paese di Domenico Pozzovivo), e l'attraversamento della fondovalle del fiume Agri, la strada sale. Come detto, saranno tre i Gran premi della montagna: il primo dopo 138 km sugli 850 metri del valico di Serra di San Chirico, gli altri due fissati a Viggiano, a 13 km dall'arrivo sui 950 metri, e al traguardo, a 900 metri di altezza. Per Viggiano, nel cuore dell'Appenino lucano, si tratta del debutto al Giro. Taranto, che prova con il Giro a dimenticare la dolorosa vicenda dell’Ilva, è invece sede della corsa per la sesta volta: l'ultima fu nel 1997.