Terme da velocisti: il Giro ritrova la sfida dello sprint

Ciclismo
Saranno 173 km quasi interamente pianeggianti, quelli della 10a frazione: è l'omaggio del Giro all'Emilia del terremoto, a due anni esatti dal sisma
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Dopo il giorno di riposo, si riparte dall’Emilia con la 10a tappa e l’omaggio alle zone colpite dal terremoto nel 2012, a due anni esatti dal sisma. Saranno 173 km pianeggianti tra Modena e Salsomaggiore e i favoriti sono tre: Bouhanni, Viviani e Swift

Una tappa di cuore e memoria più che di gambe e di classifica. È da questa, la numero 10, che riparte il Giro d’Italia dopo il secondo giorno di riposo. Sui 173 km da Modena a Salsomaggiore poco da segnalare nell’altimetria e molto da segnalare sul versante della storia, quella recente, del nostro Paese. A due anni esatti dal terribile sisma del 2012, la corsa rosa omaggia infatti l’Emilia e attraversa – o meglio sfiora – le zone più colpite dal terremoto. Una giornata così, in fondo, non si poteva offuscare con la lotta per la maglia rosa.

E così sarà un’altra frazione per velocisti, una delle ultime chance a disposizione degli sprinter rimasti in gara. I favoriti sono tre: Ben Swift, Elia Viviani, Nacer Bouhanni. Il francese ha già vinto a Bari e Foligno e punta a superare Kittel e Ulissi ed essere il primo ad arrivare a quota tre successi. L’italiano e l’inglese del Team Sky hanno la sete di vendetta accumulata a Dublino, in quella terza tappa che li vide “sverniciati” da Kittel a mezzo metro dalla linea. In lizza potrebbe esserci anche l’ex maglia rosa Michael Matthews, caduto però rovinosamente nella 9a tappa e forse non al meglio.

Il percorso si snoda lungo la Pianura Padana e le province di Modena, Mantova, Reggio Emilia e Parma. Gli ultimi 19 km sono in un circuito compreso tra Salsomaggiore e Tabiano, da percorrere una volta. Una salitella c’è, in località Bagni di Tabiano, ma non è più di uno strappetto di un paio di chilometri abbastanza facili. Dalla cima mancheranno 7 km al traguardo e qualche rotonda su cui tenere gli occhi aperti.

Di rotonde ce n’è una proprio all’ultimo chilometro, seguito da una svolta a destra ai -800 metri e da un altro curvone ai -300 metri, dove si deciderà il vincitore della 10a tappa. Il suo nome andrà ad aggiungersi ad altri mica male, visto che a Salsomaggiore trionfarono – tra gli altri – anche Gino Bartali, Jacques Anquetil e Francesco Moser.