
Con anni numero 37, tanti podi nei grandi Giri, una vittoria al Tour, è quello con più esperienza ai massimi livelli, insieme a Basso. Corre da padrone della corsa, calmo ma grintoso, dosando la squadra in modo perfetto. La crono sarà un bel test -

Sul podio del Giro, a Savona, c'è un altro australiano con un bel po' di strada sotto le ruote. Rogers, scagionato dall'Uci dopo un caso simile a quello di Contador, si prende una bella rivincita con un numero niente male -

Terzo al traguardo dopo il quinto del giorno prima, il ragazzo della Bardiani-CSF conferma una condizione notevole. La tappa di oggi sembrava disegnata per lui, ma se la lascia sfuggire. Aggregarsi a Rogers era fattibile, con una gamba così (Watson) -

Il ragionamento si applica perfettamente anche al veronese, vincitore del Giro dieci anni fa esatti. Uno che in discesa sa andare meglio di tutti e che, nella posizione perfetta al momento giusto, si lascia sfuggire il treno Rogers. Anonimo (Watson) -

Chi invece può esultare per il sesto posto finale è l'italiano della Cannondale. Che prima si sorbisce un centinaio abbondante di chilometri di fuga. Poi ha la forza - unico degli attaccanti - di rimanere con i migliori e sprintare -

Nella rassegna degli italiani, ci sono purtroppo da segnalare tante cadute. A terra finiscono Puccio, Ulissi e anche Malori, che arriva malconcio. Sarebbe uno dei favoriti per la 12esima tappa a cronometro -

Chi per colpa delle cadute non è proprio partito è l'ex maglia rosa. Troppe botte e dolori per prendere il via in una tappa lunga 249 km. E così, in parte, anche per l'Australia del pedale ci sono cattive notizie -

Corre con coraggio e intelligenza tattica il colombiano, che porta la maglia azzurra in cima alla salita più dura, rafforza la leadership nella classifica degli scalatori, ma poi attende rinforzi per provare ad andare all'arrivo. Non ci riesce, ma bravo -