L'edizione numero 107 della corsa scatterà domani, sabato 4 maggio, con la tappa piemontese Venaria Reale-Torino e si chiuderà il 28 maggio a Roma. Infinite le curiosità legate al mito della maglia rosa, tra record e storie memorabili
di Alfredo Corallo
- Per la quarta volta nella sua storia il Giro d'Italia parte dal Piemonte. I precedenti risalgono al 1961 (Torino-Torino) per il centenario dell'Unità d'Italia, nel 2011 (Venaria Reale-Torino, stessa tappa di domani) per i 150 anni dell'anniversario e nel 2021 (Torino-Torino). In quest'ultima occasione vinse la tappa a cronometro Filippo Ganna
- Nel corso della 1^ tappa, in programma sabato 4 maggio, il gruppo transiterà sulla collina di Superga in omaggio al Grande Torino, scomparso nell'incidente aereo del 4 maggio di 75 anni fa, 1949, schiantandosi sul colle torinese a causa della nebbia durante un volo da Lisbona
- Nella 2^ tappa, con arrivo al Santuario di Oropa (Biella), si ricorderà invece Marco Pantani a 20 anni dalla morte. Il corridore di Cesenatico fu protagonista di una grande vittoria di tappa in rimonta nel 1999, trionfando sul traguardo di Oropa
- Quella di Pantani fu la più grande impresa del ciclismo moderno. A due tappe dalla fine è in maglia rosa, ma sulla salita che porta al Santuario di Oropa la catena fa crack: con l'aiuto dei gregari supera 49 corridori, riprende Paolo Savoldelli (secondo in generale) e ai -3 stacca Jalabert. Non si accorge nemmeno di aver vinto, finché non sarà abbracciato dai compagni. Un paio di giorni più tardi la squalifica a Madonna di Campiglio per ematocrito alto: l'inizio della sua odissea.
- Domenica 26 maggio l'atto finale del Giro, a Roma, come nel 1911, 1950, 2009, 2018 e 2023. E per la 50esima volta la capitale sarà anche sede di un arrivo di tappa
- Nel 1911, in omaggio ai 50 anni del Regno d'Italia, la capitale ospitò sia la partenza che l'arrivo del Giro: tappa a Ezio Corlaita e successo finale a Carlo Galetti. Nel 1950 la frazione romana andò a Oreste Conte e lo svizzero Hugo Koblet (nella foto, a ruota di Fausto Coppi) fu il primo corridore non italiano a vincere la corsa.
- Nel 2009, per il centenario della kermesse, trionfò Denis Menchov. Ma che paura per il russo nella Capitale: in una giornata caratterizzata dalla pioggia scivolò sui sampietrini a poche centinaia di metri dal traguardo previsto al Colosseo (la cronometro partiva dall'Altare della Patria), ma il vantaggio accumulato su Danilo Di Luca si rivelerà sufficiente per chiudere al comando la classifica generale.
- Altro arrivo a Roma nel 2018, quando Chris Froome conquistò la 101° edizione del Giro davanti a Tom Dumoulin e Miguel Ángel López. Tappa caratterizzata dalla decisione della giuria di neutralizzare la gara dopo tre giri del circuito cittadino a causa del manto stradale dissestato, con vittoria allo sprint di Sam Bennett.
- Lo scorso anno a Roma fu premiato dal presidente della Repubblica Mattarella Primoz Roglic, primo corridore sloveno a finire nell'albo d'oro del Giro. La tappa invece è stata vinta da Mark Cavendish
- Nel 2018 per la prima volta il Giro ha preso il via fuori dall'Europa, con la crono di Gerusalemme, vinta dall'olandese Tom Dumoulin.
- Nel 2022 la corsa scattò da Budapest, la 14^ partenza dall'estero per il Giro. Nel 1965 l'esordio in terra 'straniera': nella Repubblica di San Marino! Le altre? Principato di Monaco (1966); Verviers, Belgio (1973); Città del Vaticano (1974); Atene, Grecia (1996); Nizza, Francia (1998); Groeningen, Olanda (2002); Liegi, Belgio (2006); Amsterdam, Olanda (2010); Herning, Danimarca (2012); Belfast, Irlanda del Nord (2014); Apeldoorn, Olanda (2016).
- Dall'Ungheria, nel 2022 la carovana rosa si spostò in Sicilia, dov'era sbarcata per la prima volta nel 1930 (in Sardegna dovranno aspettare addirittura il 1961). Si chiamava, insomma, Giro d'Italia, ma fino ad allora aveva abbracciato in rare circostanze il "profondo sud" per mancanza di alloggi, strade asfaltate e acqua corrente, ignorato come in una canzone di Rino Gaetano: "Ma chi me sente...".
- Dopo una delle tappe siciliane, con arrivò nella sua Messina, Vincenzo Nibali annunciò il ritiro per fine stagione
- Così, quando passò dall'Etna, il 18 maggio di quel 1930, il vulcano non fu molto clemente con i corridori: la leggenda narra che un lapillo colpì Luigi Marchisio, per tutti Vigìn, che poi trionfò a Milano, correndo per buona parte di quella 18^ edizione con un occhio bendato.
- Nell'edizione vinta nel 2022 dall'australiano Jai Hindley, la città di Giulietta e Romeo ospitò per la quinta volta la passerella finale, sempre con una crono individuale. Clamorosa quella del 1981, quando Francesco Moser - a una media di 50,977 km/h - 'soffiò' la Rosa a Laurent Fignon rimontando in 42 km uno svantaggio di 1'21"
- Tra premi ordinari, speciali e sponsor il vincitore di questa 106^ edizione porterà a casa 265.888 euro (cifra che dividerà con i compagni, lo staff e i direttori sportivi). Al secondo andranno 133.412 euro, 68.801 al terzo. La vittoria di tappa frutterà 11.010 euro, 2000 al giorno per il corridore in maglia rosa
- È la cifra che nel 1909 incassò Luigi Ganna, primo vincitore del Giro (all'epoca - se può rendere l'idea - la paga media di operaio si aggirava intorno alle 50 lire). Ah, nessuna parentela con Filippo: ma un cognome che - evidentemente - profuma di rosa...
- Quella mitica edizione del 1909 nacque di notte, alle 2.53 del 13 maggio in piazzale Loreto a Milano. Ma era pieno giorno nella seconda tappa quando Lodesani, Brambilla, Granata e Provinciali pensarono bene di prendere il treno... 'sgamati' e squalificati (non sono loro nella foto, ma dovette andare più o meno così...). Meglio andò a Durando, Calzolari e Canepari che si aggrapparono alla macchina dell'inviato del giornale L'Italia Sportiva, sulla Salita delle Svolte, nella Bari-L'Aquila del 1914: puniti con 3 ore di penalizzazione.
- Prima e unica, perché Alfonsina Morini in Strada da Castel Franco Emilia (Modena) è ancora oggi la sola ad avere 'sfidato' gli uomini nella corsa rosa, nel 1924. "La regina della pedivella" era già stata ammessa al Giro di Lombardia, portandolo al termine: così, nello scetticismo generale, la sportiva emiliana fu inserita tra i 108 iscritti di quella edizione, fuori per "tempo massimo" nella tappa L'Aquila-Perugia e riammessa a un patto: i suoi tempi non sarebbero stati conteggiati per la classifica.
- Alfonsina arrivò a Milano, fra i trenta a completare il Giro, ricevendo anche i complimenti del grande Costante Girardengo. Oggi è considerata una tra le pioniere della parità di genere nello sport e nel 2017 il Comune di Milano le ha intitolato una via, nella periferia sud-ovest della città, all'imbocco con la lunga pista ciclabile che costeggia il Naviglio Grande: via Alfonsina Strada, "Prima donna a partecipare al Giro d'Italia".
- Accadde nel 1926. Giuseppe Ticozzelli, difensore del 'glorioso' Casale che collezionò anche una presenza in Nazionale, prese parte alla corsa ma fu costretto a ritirarsi dopo appena 4 tappe, investito da una moto. La sua partecipazione, tuttavia, rimarrà nella storia anche per un altro motivo: la divisa nera che indossava (dai colori sociali della squadra piemontese) ispirò gli organizzatori proprio per la Maglia che, per un periodo, venne assegnata all'ultimo in classifica generale.
- Niente di più distante dalla Maglia nera... Fausto Coppi, il più grande di tutti, è ancora oggi il più giovane ciclista ad aver vinto un Giro: nel 1940 aveva 20 anni, 8 mesi e 25 giorni.
- Fiorenzo Magni il più 'vecchio': nel 1955 il Leone delle Fiandre s'impose a 34 anni, 5 mesi e 29 giorni (nella foto il campione toscano durante il giro d'onore al "Vigorelli" di Milano dopo la vittoria della corsa)
- Il vincitore dello scorso anno, Primoz Roglic, si è fermato a 33 anni e 7 mesi
- Il più 'anziano' a indossare la maglia rosa è stato Andrea Noè, il 23 maggio del 2007 a 38 anni, 4 mesi e 8 giorni dopo la tappa Serravalle Scrivia-Pinerolo. Brontolo - com'era soprannominato in gruppo il corridore lombardo - era peraltro già stato leader al termine della 13^ tappa Macerata-San Marino nel Giro del '98, quello di Marco Pantani.
- Il più âgée a prendere parte alla corsa è stato il Diavolo Rosso Giovanni Gerbi, nato il 4 giugno del 1885: nel 1932 aveva 47 anni.
- Il corridore più in là con gli anni a prendersi una tappa è stato a 38 anni e 7 giorni Mark Cavendish, leggendario velocista che lo scorso anno vinse l'ultima tappa con arrivo a Roma. Ha strappato il primato a Paolo Tiralongo, che nel 2015 vinse la Benevento-San Giorgio del Sannio quasi 38enne
- Ancora Coppi, è stato uno dei tre ciclisti capaci di conquistare 5 volte il Giro: con l'Airone (pokerissimo tra il 1940 e il 1953) svettano Alfredo Binda (tra il 1925 e il 1933) e il belga Eddy Merckx (in foto), dominatore tra il 1968 e il 1974. A quota 3: Felice Gimondi, Bernard Hinault, Fiorenzo Magni, Giovanni Brunero, Carlo Galetti e Gino Bartali
- Il record delle vittorie di tappa appartiene invece al velocista toscano Mario Cipollini (42 successi), che superò Binda a Montecatini il 19 maggio del 2003. Sempre Binda conserva il primato di tappe vinte consecutivamente (8, nel 1929).
- Nel complesso 70 vincitori diversi, di 17 nazionalità differenti: l'Italia davanti a tutti con 69 successi (l'ultimo Vincenzo Nibali nel 2016); quindi Belgio a 7, Francia 6, Spagna 4, Svizzera e Russia 3, Lussemburgo, Colombia e Inghilterra 2, Canada, Olanda, Irlanda, Svezia, Stati Uniti, Colombia, Ecuador e Australia a 1.
- Il corridore che ha indossato più volte la maglia di leader è stato Eddy Merckx (78), seguito da Francesco Moser (57), Bartali (50), Beppe Saronni (49), Jacques Anquetil (42), Coppi e Bernard Hinault (31).
- Anche Enzo e Aldo Moser - che hanno corso insieme al fratello Francesco il Giro del 1973 (dove c'era anche un quarto Moser, Diego) - sono stati entrambi leader della corsa: tre fratelli in Rosa! Un record tutt'ora imbattuto.
- Era il soprannome che Gianni Brera coniò per Felice Gimondi, salito sul podio 9 volte: 3 ori, due argenti e 4 bronzi per il fenomenale bergamasco (sulla destra in questa splendida foto con Vittorio Adorni e Anquetil).
- Il 1° giugno del 1914 Giuseppe Azzini accumulò il vantaggio più consistente di sempre in una tappa, da Avellino a Bari (328 km): 1h 3'22" su Calzolari. La fuga più lunga? Ancora nel 1914, da Lucca a Roma: Lauro Bordin scattò dopo una quindicina di chilometri (sgusciando sotto le sbarre di un passaggio a livello!) e rimase da solo per 350 km e 14 ore.
- Nella stessa edizione, alla prima tappa Milano-Cuneo, partirono in 81 e arrivarono in 37: i 'superstiti' di una giornata apocalittica, tra pioggia, neve, fango e forature come se non ci fosse un domani. Ma questo è il Giro, bellezza.